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Cronaca

Montemarciano L’addio ad Alberto: tristezza, lacrime ma anche parole d’amore

Mentre il corteo funebre lascia la chiesa il dolore resta profondo e inconsolabile e troppe domande non trovano ancora risposta

Montemarciano, 20 giugno 2022Alberto Catani se ne va accompagnato dalla gente che gli voleva bene, che lo apprezzava e lo stimava.

C’è tutta la comunità di Marina e di Montemarciano a gremire la chiesa di Santa Maria della Neve, a dare l’ultimo saluto al 42enne e ci sono tanti che lo conoscevano, che lavoravano con lui, che con lui avevano giocato a calcio o che Alberto aveva allenato, Igor Giorgini, Stefano Tiranti, Lusuardi, Caprari, Cardinali.

Don Andrea veste di bianco e non di viola come il protocollo imporrebbe in questi casi. Veste di bianco il parroco di Marina di Montemarciano, come il giovane che al sepolcro annunciò la resurrezione di Cristo alle pie donne.

Don Andrea parla d’amore e non di morte, parla di gioia e non di disperazione.

«Ci stringiamo intorno all’altare per celebrare un amico, Alberto, che prematuramente ci ha lasciato – dice il sacerdote – e come il Signore ci ha insegnato noi dobbiamo trasformare il dolore in amore».

Don Andrea legge la Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi: “Tutti saremo trasformati in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati” e poi la pagina del Vangelo di Marco dove si descrive la Resurrezione.

«Dio non ci abbandona, mai, scende nelle tenebre, nel buio della morte per afferarci e salvarci: tutti. La cosa più brutta che può capitare – conclude il parroco – non è morire ma smettere di amare».

La gente, gli amici di Alberto si asciugano le lacrime e applaudono il feretro che viene portato sul sagrato per la benedizione, non prima che don Andrea ricordi anche la pagine de Il Piccolo Principe in cui si parla di morte e si ricorda che “non si vede bene che col cuore”.

Il saluto e il ringraziamento della famiglia Catani a quanti si sono stretti ai parenti per l’ultimo saluto ad Alberto viene da Andrea Catani, il fratello maggiore.

«Eri un fratello speciale – dice Andrea – che aveva sempre un pensiero per i miei figli Samuele e Michele e per i nostri genitori Eulalia e Antonio. Sei stato un ottimo calciatore e un grande allenatore e ogni volta che si andava a cena si finiva per parlare di schemi, tattiche, moduli, formazioni. In pochi sanno che eri anche un grande appassionato di pesca, hobby che hai trasmesso anche a noi».

Nelle parole dolci e amorevoli di Andrea c’è spazio anche per un pensiero alla donna di Alberto volata via con lui la sera di giovedì scorso sul lungomare di Marina, quando in bicicletta sono stati travolti dalla Panda guidata da una giovane donna anche lei di Marina.

«Alberto da un anno aveva trovato l’amore della sua vita: una ragazza, Stefania Viterbo, gentile e premurosa che l’aveva fatto innamorare. Non è giusto morire così, non è comprensibile ciò che è accaduto ma i loro volti sorridenti rimarranno per sempre in Paradiso e nei nostri cuori».

Tutti applaudono tra lacrime e mestizia, tutti si stringono alla famiglia di Alberto Catani, mentre il corteo funebre lascia la chiesa il dolore resta profondo e inconsolabile e troppe domande non trovano ancora risposta.

Gianluca Fenucci

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