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MORRO D’ALBA Rigenerazione e servizi ecosistemici per il Green Loop Festival 2022

La prima kermesse artistica dell’economia circolare si è chiusa con un successo di pubblico e obiettivi chiari per la prossima edizione

MORRO D’ALBA, 25 giugno 2021 – Rigenerazione. È la parola chiave con cui si è chiuso il primo Green Loop Festival di Morro d’Alba che detterà i passi verso la seconda edizione di questa kermesse artistica dedicata all’economia circolare.

Rigenerazione intesa come riprogettazione, ma anche come sguardo alla futura generazione. Si è trattato solo di uno dei tanti spunti lanciati dal Festival. Spunti di riflessione, senz’altro, ma ancor più spunti operativi per agire positivamente sull’ambiente, cambiando abitudini, stili di vita, modelli produttivi ed economici.

«Il Green Loop Festival ha utilizzato i linguaggi dell’arte per parlare alle persone in modo semplice di economia circolare e rivoluzione “green non con il solo intento divulgativo, ma fornendo strumenti utili per consentire a tutti e ciascuno di agire nella propria comunità ed essere protagonista di questa transizione verde», ha sottolineato Marco Cardinaletti, direttore scientifico della manifestazione che si è tenuta dal 17 al 20 giugno.

«Ognuno di noi ha la responsabilità – ha continuato Cardinaletti – e la possibilità di essere uno degli attori di questo cambiamento, che è diventato un dovere morale e sociale. Ciascuno può e deve fare la propria parte. Dal piccolo e dal concreto si possono raggiungere risultati altissimi». 

Un focus multidisciplinare sul Recovery plan

Questa convinzione è stata il filo conduttore degli interventi dei partecipanti all’appuntamento conclusivo del Festival, a piazza Barcaroli, “Economia circolare e recovery plan: prospettive future”. A dialogare tra loro e con il pubblico, Ilaria Fontana, sottosegretaria al ministero della Transizione ecologica, Massimo Fileni, presidente del Cluster Agrifood Marche, Francesco Bicciato, segretario del Forum per la finanza sostenibile, Francesco Regoli, direttore del dipartimento Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università Politecnica delle Marche, Nicolas Meletiou, managing director Eso.

«Da tutti gli ospiti è arrivato un monito all’apertura dei processi della transizione ecologica a tutta la società, che purtroppo non ha ancora trovato spazio nel Pnrr» ha rilevato Raffaele Lupoli, direttore editoriale di Economiacircolare.com che ha moderato la tavola rotonda. 

Conciliare mondi e interessi diversi nella cornice del piccolo borgo

Tra i meriti del Green Loop Festival, quello di essere riuscito a conciliare mondi e interessi spesso considerati in contrasto, come quelli della scienza, dell’ambientalismo, dell’impresa, che si sono ritrovati uniti verso un obiettivo comune: una crescita e un benessere sostenibili. Aspetto emerso con forza nell’evento conclusivo della manifestazione. Massimo Fileni, guida dell’omonimo gruppo avicolo e presidente del Cluster Agrifood Marche ha sottolineato come «un imprenditore può fare il proprio interesse nell’interesse della comunità».

Alle stesse considerazioni è giunto Nicolas Meletiou, managing director di Eso, impresa che si occupa principalmente di recupero e avvio al recupero di rifiuti da ufficio, arrivata poi allo sport e al riciclo di scarpe da ginnastica, pneumatici per bici, palline tennis, da cui si creano pavimentazioni per parchi giochi e piste di atletica. Francesco Bicciato, segretario del Forum per la finanza sostenibile, sempre intervistato da Lupoli, ha tenuto subito a chiarire come «non esista economia circolare che possa dirsi sostenibile se non teniamo conto dell’inclusione sociale. Oggi assistiamo alla presa di coscienza che il modello di sviluppo che avevamo prima non funzionava più. Ne ha preso atto anche il sistema finanziario che ormai per buona parte integra concetti ambientali e sociali nell’analisi economico-finanziaria classica». 

Il Festival, dunque, ha dichiarato il sindaco di Morro d’Alba, Enrico Ciarimboli: «Lascia nel territorio di Morro d’Alba e nelle Marche un patrimonio enorme da coltivare e continuare a sviluppare nelle sue prossime edizioni, in collaborazione con le istituzioni europee, nazionali e locali».  

I numeri della prima edizione

Oltrepassati gli steccati settoriali delle comunità scientifica ed economica, i temi del Festival sono arrivati al cuore della gente attraverso la musica, le installazioni artistiche, il teatro, i libri. Circa 500 le persone che hanno partecipato ai numerosi eventi proposti dal Festival alle quali si aggiungono un centinaio tra bambini e ragazzi che hanno preso parte ai laboratori di Ata, Laboratorio Linfa e Poliarte. Trenta i relatori che sono intervenuti nelle tavole rotonde e nelle Storie in vigna. Ottimo il riscontro del Festival anche sui social e sui media. La stampa locale e nazionale ha seguito la manifestazione: oltre 20 gli articoli e i servizi usciti sulle testate giornalistiche. I post hanno raggiunto negli ultimi sette giorni 28mila 500 persone, con 2.500 interazioni con i post negli ultimi sette giorni. I video, comprese le dirette, sono stati visualizzati da 11mila 100 utenti. Tra i contenuti più seguiti il concerto dei Junky Town (copertura pari a 11mila utenti); Margherita di Adele (4,6mila + 2,1mila); aperitivo moda e tessile (4,9mila).

«Gli eventi più seguiti sono quelli in cui l’arte la fa da padrona – ha commentato Giulia Pazzaglia di Eurocube, società ideatrice del Festival –. I dati dunque confermano la tesi del Green Loop: che attraverso i linguaggi artistici si raggiungono numeri importanti di pubblico per parlare di ambiente».

Appuntamento al 2022

Fatto un primo bilancio, il direttore scientifico Cardinaletti guarda già alla prossima edizione.

«Siamo pronti a ripartire. Un ringraziamento va a tutti i protagonisti e i partner del Festival, in particolare alla Regione Marche e al Comune di Morro d’Alba. Molte sono le aziende che si sono dette disponibili a collaborare e hanno chiesto di poter essere coinvolte per la prossima edizione. Per il 2022 vorremmo focalizzare l’attenzione anche sui temi dei servizi ecosistemici, dell’utilizzo più o meno corretto della plastica, sulla possibilità di includere il mondo dello sport quale agenzia culturale in grado di farsi promotrice di un’economia circolare».

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