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Cronaca

Omicidio Sirolo Due paesi vivono giorni di incredulità e sconcerto

A Montecarotto il giovane algerino accusato dell’omicidio del 23enne Klajdi Bitri ha vissuto per anni mentre a Monte San Vito vivono i genitori della sua compagna, «tutto potevamo pensare meno a quello che è accaduto»

Vallesina – Incredulità e sconcerto nella gente di Montecarotto e Monte San Vito, due paesi che seguono da vicino l’evolversi della situazione che riguarda Fatah Melloul, il ventottenne algerino che ha ucciso con una fiocina Klajdi Bitri, ventitreenne albanese.

Il gip Sonia Piermartini, proprio ieri, ne ha convalidato il fermo con la misura cautelare in carcere.

A Montecarotto il giovane algerino ha vissuto per anni mentre a Monte San Vito vivono i genitori della sua compagna di 23 anni, che era con lui domenica scorsa nei momenti dell’uccisione di Klajdi e poi della cattura di Melloul.

«Ma davvero è stato lui? Lo sapevamo che non era il tipo giusto per nostra figlia», avrebbero riferito i genitori della giovane compagna di Melloul ai Carabinieri che domenica si erano presentati a casa loro a Borghetto di Monte San Vito nell’ambito delle ricerche dell’omicida che poi è stato fermato al mare a Palombina, reduce da una battuta di pesca (foto in primo piano).

Fatah Melloul e la vittima, Klajdi Bitri

Nella casa di Borghetto c’è silenzio, i genitori della compagna dell’algerino sono in casa ma non hanno alcuna voglia di parlare. C’è da capirli: probabilmente non vedevano di buon occhio la relazione che la figlia aveva intrapreso con il ventottenne e che l’aveva condotta anche a cambiare residenza per stare accanto al compagno ma non potevano certo immaginare che lui potesse trasformarsi in un killer.

Nella popolosa frazione di Monte San Vito la famiglia della giovane è stimata e rispettata ma non molto conosciuta. I vicini parlano di una bella famiglia, di persone in gamba, lavoratori, sobri nei modi e nei comportamenti. Non erano soliti frequentare bar e locali della zona.

A Montecarotto regna lo stesso sconcerto.

Riccardo Mingo, titolare dell’Agorà Caffè, il bar centrale del paese, in piazza del Teatro, impegnato anche come dirigente della locale squadra di calcio a 5, è trasalito quando ha visto la foto di Melloul pubblicata.

«Quando abitava a Montecarotto (ora si è trasferito con la compagna a Jesi, ndr) – dice – era un assiduo cliente, un ragazzo che non ha mai mostrato un’indole violenta e che viveva abbastanza appartato. Stava spesso insieme a giovani che provenivano dai paesi nord africani come lui, in particolare algerini con cui aveva anche condiviso la passione per il calcio a 5. Tutto potevamo pensare meno a quello che è accaduto».

Intanto per oggi alle 18 è previsto ad Ancona un corteo silenzioso con la finalità di portare vicinanza alla famiglia del giovane albanese ucciso.

Partenza da Piazza Cavour, Corso Garibaldi, Piazza della Repubblica e ritorno sino a Piazza Roma.

Sempre oggi è previsto il rimpatrio via mare della salma di Klajdi Bitri verso l’Albania dove verranno officiati i funerali.

(foto in primo piano, Fatah Melloul catturato dai Carabinieri a Palombina)

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