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SANTA MARIA NUOVA Coronavirus, perchè si continua a lavorare?

È la domanda che si pone, in questo momento di emergenza sanitaria, un’educatrice familiare 

SANTA MARIA NUOVA, 11 marzo 2020 – Francesca è una giovane educatrice familiare che vive a Santa Maria Nuova ed ha familiari e parenti a Chiaravalle, Pianello Vallesina e Moie.

Francesca è giovane ma ha le idee chiare ed è preoccupata.

«C’è una questione in tutta questa storia del Coronavirus che non riesco a capire: perchè si continua a lavorare? Perchè le persone in fabbrica devono continuare ad andarci, molti perfino senza distanze dai colleghiamuchina e mascherine? Che senso ha limitare il tutto se poi la maggior parte delle persone lavora comunque e ha bisogno di baby sitter per i figli?».

«Per quanto riguarda il mio caso specifico – spiega – sono un’educatrice domiciliare di minori a rischio. Vado di casa in casa per tutelarli in famiglie disagiate, dove spesso l’igiene è uno dei problemi principali. Mi chiedo se a maggior ragione non sia rischioso continuare a lavorare in questo momento. Ci dicono che i servizi domiciliari non sono sospesi, a meno che non sia la famiglia a chiedere l’allontanamento dell’educatore. E l’educatore perchè non può scegliere?».

«Tra l’altro in moltissime zone d’Italia sono stati sospesi questi servizi. Qui nelle Marche ancora no, nonostante i tantissimi contagiati».

La giovane educatrice si sfoga anche perchè vive una situazione delicata.

«Ho due genitori a casa a cui potrei portare il virus e sono preoccupata ancora di più per loro che per me. Non so come tutelarmi, vorrei poter restare a casa e basta. Capisco i lavoratori che non possono fare a meno di lavorare, come infermieri, dottori e farmacisti, ma l’educatore perchè deve essere messo a rischio? Per non parlare di tutti gli educatori scolastici che, con le scuole chiuse, perdono ore e non vengono stipendiati».

«Ci pagano solo in base alle ore che facciamo. Ed io sono tanto preoccupata anche perchè è impossibile tenere le distanze con i bambini e non si possono rispettare completamente le norme igieniche: è inevitabile venire a contatto con il muco e con le secrezioni dei piccoli che spesso hanno tosse e malattie da raffreddamento».

Gianluca Fenucci

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