Segui QdM Notizie
;

Attualità

CINGOLI Covid-19, i ragazzi spagnoli dello Sve rimasti alla Croce Rossa

Marc e Ainhoa sono in servizio attualmente nel Comitato cingolano, rimasti in Italia nonostante la drammatica situazione nel loro Paese

CINGOLI, 31 marzo 2020 – In un’Europa che ultimamente sta iniziando a scricchiolare, a Cingoli ci sono sei ragazzi dell’Unione che stanno prestando il Servizio Volontario Europeo  (Sve) e il Servizio Civile Universale presso la Croce Rossa locale.

Hanno deciso, infatti, di non tornare a casa dalle loro famiglie per via del Covid-19, ma di rimanere in Italia e dare un aiuto concreto alla comunità cingolana. Oggi e nella prossima settimana, racconteremo le motivazioni che ci sono dietro alla loro scelta.

La Spagna: Ainhoa e Marc

Ainhoa Arroyo Tomas

Cominciamo il nostro approfondimento parlando della Spagna. Ad oggi, è il paese europeo più colpito dalla pandemia, con oltre 72.000 contagiati e oltre 5.700 decessi. Il sistema sanitario spagnolo verte in condizioni drammatiche, con deceduti lasciati per terra, perché gli obitori sono al completo.

A Cingoli, ci sono due volontari spagnoli legati allo SVE della Croce Rossa di Cingoli. Si tratta di Ainhoa Arroyo Tomas e Marc Domingo, di 20 e 25 anni, entrambi della Catologna ed indipendentisti convinti.

Ainhoa, residente a Badalona, è arrivata a Cingoli nel novembre del 2018 insieme a Veronika Dvorskà, ed è stata una delle due pioniere sul Balcone dell’iniziativa SVE promossa dall’associazione Vicolocorto di Pesaro. Entrambe, inoltre, hanno fatto domanda per il Servizio Civile Universale ed attualmente fanno parte del gruppo di 8 persone operante nel Comitato fino a dicembre prossimo.

Marc, residente a Lleida e laureato in fisica e chimica, è arrivato nel novembre del 2019 e sta portando avanti un progetto di sensibilizzazione per non gettare le cicche di sigarette a terra, ora sospeso a causa del Covid-19.

Un’altra volontaria spagnola, Carolina Ojeda, è rimasta a Cingoli per alcuni mesi, integrandosi molto bene con il gruppo di volontari, ma è dovuta ritornare a casa a Valencia per problemi personali.

La loro testimonianza

Abbiamo chiesto loro quali sono stati i motivi per i quali hanno deciso di rimanere nel nostro Paese nonostante la drammatica situazione nella loro terra d’origine.

«Quando l’emergenza – spiega Ainhoa – è iniziata in Italia, in Spagna c’era ancora una situazione tranquilla. Ciononostante ho deciso di non ritornare, perché se sei volontario Cri lo sei anche nell’emergenza. A Cingoli mi trovo benissimo da oltre un anno, ho deciso di restare qui anche dopo il termine dello SVE. In Spagna ora la situazione è abbastanza difficile, perché penso che i politici spagnoli non hanno saputo controllare bene l’evolversi del contagio».

Marc Domingo

«Come dice Ainhoa – continua Marc – , la situazione in Spagna è simile a quella italiana. Le misure del governo sono abbastanza restrittive e la gente deve restare a casa, ad eccezione dei lavoratori di beni essenziali. La mia famiglia e i miei amici dicono che sono tempi tristi e difficili, nonostante la lontananza sono in contatto permanente con loro».

Cingoli, dunque, sembra aver incantato questi ragazzi.

«Prima d’ora – continua il 25enne – non mi ero mai chiesto il motivo per cui sono rimasto qui. Sono molto felice a Cingoli: da quattro mesi e mezzo ho iniziato lo SVE. Dal primo giorno mi ha sorpreso l’accoglienza dei volontari cingolani. È un bel paesino, con grandi spazi naturali e con abitanti meravigliosi. Avevo iniziato un progetto sulle cicche di sigarette a terra, mi è dispiaciuto doverlo sospendere. In questa emergenza Covid-19 voglio dare una mano al grande lavoro che svolge la Croce Rossa di Cingoli. Il mio progetto SVE sarebbe dovuto terminare a maggio, ma l’ho rinnovato fino ad agosto. Voglio dare un aiuto all’associazione e a quelli che ne hanno bisogno. È un’esperienza che consiglio a tutti, perché ti fa cambiare mentalità e ti fa crescere come persona».

Appelli ai propri concittadini italiani e spagnoli

I ragazzi hanno chiuso l’intervista con alcuni appelli agli italiani e ai propri concittadini in terra iberica.

«Il virus si espande – spiega Marc – e si nutre dell’aspetto più debole della nostra società: l’egoismo, l’incoscienza, l’irresponsabilità, la mancanza del senso di bene comune, la mancanza di sensibilità e la mancanza di etica. Chiedo soprattutto ai più giovani di rimanere a casa, per limitare la propagazione del virus e proteggere i più deboli. So che è noioso restare chiusi tanti giorni, ma dobbiamo avere pazienza e pensare agli altri. Dipende da ognuno di voi».

«La mia famiglia – chiude Ainhoa – sta bene, ma stare lontana da loro mi preoccupa particolarmente. Chiedo ai cingolani e agli spagnoli di restare a casa, solo rispettando questa regola l’emergenza finirà presto. Bisogna guardare il lato positivo, dato che si può passare molto tempo con le vostre famiglie, e a volte questo ci manca… ».

In questa settimana, parleremo anche degli altri 4 ragazzi dello SVE che sono rimasti a Cingoli anziché ritornare nei propri Paesi d’origine.

Lasciamo anche le interviste tradotte in spagnolo e in catalano dagli stessi due ragazzi, in modo che i loro familiari e amici possano leggerle nella propria lingua.

Versione Spagnolo: CINGOLI, 30 de marzo del 2020 – En una Europa que recientemente se empieza a romper, en Cingoli hay seis voluntarios de la Unión que prestan el Servicio Voluntario Europeo (SVE) y el Servicio Civil Universal en la Cruz Roja local.  Decidieron, de hecho, no volver a casa de sus familias por el Covid-19, sino quedarse en Italia y brindar ayuda a la comunidad de Cingoli.  Hoy y en la próxima semana, hablaremos de los motivos de sus elecciones.

Empecemos hablando de España.  Hasta la fecha, es el país europeo más afectado por la pandemia, con más de 72.000 infectados y 5.700 muertes.  El sistema de salud del país está en condiciones dramáticas, con fallecidos en los suelos, porque en los hospitales no hay espacio.

En Cingoli, hay dos voluntarios españoles del SVE en la Cruz Roja.  Ainhoa ​​Arroyo Tomás y Marc Domingo Cabasés, de 20 y 24 años, de Cataluña y independentistas. Ainhoa, residente en Badalona, ​​llegó a Cingoli en noviembre del 2018 junto a Veronika Dvorskà, y fue una de las dos pioneras en el “Balcone” de la iniciativa promovida por la asociación Vicolocorto de Pesaro. Además, ambas hicieron la solicitud para el Servicio Civil Universal y actualmente forman parte de un grupo de 8 personas que trabajan en el Comité hasta diciembre.

Marc, residente en Lleida y graduado en física y química, llegó en noviembre del 2019 y está llevando a cabo un proyecto de concienciación para no tirar colillas al suelo, suspendido por el Covid-19.  Otra voluntaria española, Carolina Ojeda, permaneció en Cingoli durante unos meses, integrándose muy bien con los voluntarios, pero tuvo que regresar a Valencia debido a problemas personales.

Les preguntamos cuáles fueron las razones por las que decidieron quedarse en nuestro país a pesar de la dramática situación en su tierra natal. « Cuando comenzó la emergencia en Italia- explica Ainhoa ​​-, la situación en España era tranquila. Aun así, decidí no regresar, porque si eres voluntario en la Cruz Roja también lo eres en una situación de emergencia. En Cingoli me encuentro muy bien, decidí quedarme aquí después de un año de SVE.  En España la situación es bastante difícil, creo que los políticos españoles no han sabido controlar la situación ni la evolución del contagio ».

 «Como dice Ainhoa – continúa Marc- la situación en España es similar a la italiana.  Las medidas gubernamentales son bastante restrictivas y las personas deben permanecer en sus casas, con la excepción de los trabajadores de bienes esenciales.  Mi familia y amigos dicen que son tiempos tristes y difíciles, a pesar de la distancia mantengo un contacto permanente con ellos ».

Cingoli, por lo tanto, parece haberles encantado.   « Hasta ahora – continúa el joven de 24 años – nunca me había planteado irme de aquí. Estoy muy feliz en Cingoli: hace cuatro meses y medio que comencé el SVE.  Desde el primer día me sorprendió el recibimiento de los voluntarios de Cingoli.  Es un pueblo hermoso, con grandes espacios naturales y habitantes maravillosos.  Había comenzado un proyecto sobre colillas de cigarrillos en el suelo, me entristece haberlo tenido que suspender. En esta emergencia de Covid-19 quiero ayudar al gran trabajo realizado por la Cruz Roja de Cingoli.  Se suponía que mi proyecto SVE terminaría en mayo, pero lo renové hasta agosto.  Quiero ayudar a la asociación y a quienes la necesitan.  Es una experiencia que recomiendo a todos, porque te hace cambiar tu mentalidad y crecer como persona ».

Marc y Ainhoa cerraron la entrevista con algunos llamamientos a los italianos y a sus conciudadanos en tierras ibéricas. « El virus se expande – explica Marc – y se alimenta del aspecto más débil de nuestra sociedad: el egoísmo, la inconsciencia, la irresponsabilidad, la falta de sentido del bien común, la falta de sensibilidad y la falta de ética. Sobre todo, le pido a los más jóvenes que se queden en casa, que limiten la propagación del virus y protejan a los más débiles.  Sé que es aburrido permanecer encerrado durante muchos días, pero tenemos que ser pacientes y pensar en los demás.  Depende de cada uno de nosotros ».

 «Mi familia – cierra Ainhoa ​​- está bien, pero estar lejos de ellos me preocupa especialmente.  Le pido a los ciudadanos de Cingoli y a los españoles que se queden en casa, solo si respetamos esta regla la emergencia terminará lo antes posible. Tenemos que mirar el lado positivo, ya que se puede pasar mucho tiempo en familia, que a veces nos hace falta… ».

La próxima semana, hablaremos de los otros voluntarios SVE que se quedaron en Cingoli en lugar de regresar a sus países de origen.

Versione Catalano: Cingoli, 30 de març de 2020 – En una Europa que recentment es comença a trencar, a Cingoli hi ha sis voluntaris de la Unió que realitzen el Servei Voluntari Europeu (SVE) i el Servei Civil Universal a la Creu Roja local. Van decidir, de fet, no tornar a casa amb les seves famílies pel Covid-19, sinó quedar-se a Itàlia i donar ajuda a la comunitat de Cingoli. Avui i en la propera setmana, parlarem dels motius de les seves eleccions.

Comencem parlant d’Espanya. Fins a la data, és el país europeu més afectat per la pandèmia, amb més de 72.000 infectats i 5.700 morts. El sistema de salut de el país està en condicions dramàtiques, amb morts pel terra perquè en els hospitals no hi ha espai.

A Cingoli, hi ha dos voluntaris espanyols de l’SVE a la Creu Roja. Ainhoa ​​Arroyo Tomàs i Marc Domingo Cabasés, de 20 i 24 anys, de Catalunya i independentistes. Ainhoa, resident a Badalona, ​​va arribar a Cingoli al novembre del 2018 al costat de Veronika Dvorskà, i va ser una de les dues pioneres al “Balcone” de la iniciativa promoguda per l’associació Vicolocorto de Pesaro. A més, totes dues van fer la sol·licitud per al Servei Civil Universal i actualment formen part d’un grup de 8 persones que treballen en el Comitè fins al desembre.

Marc, resident a Lleida i graduat en física i química, va arribar al novembre del2019 i està duent a terme un projecte de conscienciació per no llençar burilles a terra, suspès pel Covid-19. Una altra voluntària espanyola, Carolina Ojeda, va romandre en Cingoli durant uns mesos, integrant-se molt bé amb els voluntaris, però va haver de tornar a València a causa de problemes personals.

Els preguntem quines van ser les raons per les quals van decidir quedar-se a casa nostra tot i la dramàtica situació en la seva terra natal. «Quan va començar l’emergència a Itàlia- explica Ainhoa ​​-, la situació a Espanya era tranquil·la. Així i tot, vaig decidir no tornar, perquè si ets voluntari a la Creu Roja també ho ets en una situació d’emergència. A Cingoli em trobo molt bé, vaig decidir quedar-me aquí després d’un any de SVE. A Espanya la situació és bastant difícil, crec que els polítics espanyols no han sabut controlar la situació ni l’evolució de l’contagi ».

 «Com diu Ainhoa ​​- continua Marc- la situació a Espanya és similar a la italiana. Les mesures governamentals són bastant restrictives i les persones han de quedar-se a casa seva, amb l’excepció dels treballadors de serveis essencials. La meva família i amics diuen que són temps tristos i difícils, tot i la distància mantinc un contacte permanent amb ells ».

Cingoli, per tant, sembla haver-los encantat. «Fins ara – continua el jove de 24 anys – mai m’havia plantejat anar-me’n d’aquí. Estic molt feliç a Cingoli: fa quatre mesos i mig que vaig començar el SVE. Des del primer dia em va sorprendre la rebuda dels voluntaris de Cingoli. És un poble bonic, amb grans espais naturals i habitants meravellosos. Havia començat un projecte sobre burilles de cigarrets a terra, m’entristeix haver-ho hagut d’ajornar-lo. En aquesta emergència de Covid-19 vull ajudar a la gran feina realitzada per la Creu Roja de Cingoli. Se suposava que el meu projecte SVE acabaria al maig, però l’he renovat fins a l’agost. Vull ajudar a l’associació i als que ho necessiten. És una experiència que recomano a tothom, perquè et fa canviar la teva mentalitat i créixer com a persona ».

En Marc i n’Ainhoa ​​van tancar l’entrevista amb algunes crides als italians i als seus conciutadans en terres ibèriques. «El virus s’expandeix – explica Marc – i s’alimenta de l’aspecte més feble de la nostra societat: l’egoisme, la inconsciència, la irresponsabilitat, la manca de sentit de bé comú, la manca de sensibilitat i la manca d’ètica. Sobretot, li demano als més joves que es quedin a casa, que limitin la propagació de virus i protegeixin els més febles. Sé que és avorrit quedar-se tancat durant molts dies, però hem de ser pacients i pensar en els altres. Depèn de cadascú de nosaltres ».

 «La meva família – tanca Ainhoa ​​- està bé, però estar lluny d’ells em preocupa especialment. Li demano als ciutadans de Cingoli i als espanyols que es quedin a casa, només si respectem aquesta regla l’emergència acabarà el més aviat possible. Hem de mirar el costat positiu, ja que es pot passar molt de temps en família, que de vegades ens cal … ».

La propera setmana, parlarem dels altres voluntaris SVE que s’han quedat a Cingoli en lloc de tornar als seus països d’origen.

Grazie a Ainhoa Arroyo Tomas e a Marc Domingo per l’intervista e le traduzioni in spagnolo e catalano

Giacomo Grasselli

[email protected]

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News