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CHIARAVALLE CITTÀ SPORCA, IL J’ACCUSE DI BRANDONI: «RITARDI E RETICENZE, COSA FANNO I SINDACI IN “ATO”?»

Rifondazione comunista: “Non c’è un piano d’ambito di raccolta e smaltimento, aggiungiamo la perenne disinformazione ai cittadini ed ecco il risultato”

 

CHIARAVALLE, 23 aprile 2019 – «I ritardi e le reticenze della Conferenza dei Sindaci dell’Ato sono la vera causa di una Chiaravalle poco pulita».

Giuliano Brandoni di Rifondazione Comunista approfondisce il tema della sporcizia della città. «L’opinione pubblica si è molto appassionata riguardo alla non ineccepibile pulizia di Chiaravalle segnalata da molti cestini portarifiuti sovente stracolmi e soprattutto da luoghi diventati nel tempo piccole discariche abusive alimentate dallo scarso senso civico di alcuni. Di fronte a ciò l’amministrazione comunale ha deciso di installare nelle aree più a rischio le cosiddette fototrappole, telecamere full time, per individuare i trasgressori seriali e poterli sanzionare. L’effetto mediatico di questa scelta, forse, darà lustro, per qualche tempo, ai brillanti assessori che l’hanno pensata, tuttavia sull’efficacia è lecito dubitare visto che le aree videosorvegliate hanno, per legge, l’obbligo di essere segnalate e quindi dissuaderanno i trasgressori che, temiamo, cercheranno luoghi più appartati con il risultato paradossale che l’immondizia pirata allargherà i suoi spazi».

Brandoni spiega anche il suo punto di vista sulle cause ed i motivi del degrado. «Non tutti sanno che l’Ata, l’assemblea dei Comuni che gestisce la programmazione della raccolta rifiuti e il suo braccio operativo, l’Ato, non sono ancora riusciti a realizzare un piano d’ambito di raccolta e smaltimento, di conseguenza la definizione di un gestore unico per la provincia è di la da venire, anzi il contenzioso giudiziario sta diventando ogni giorno di più un groviglio per azzeccagarbugli. Questa situazione fa sì che la Rieco operi di fatto in deroga, senza nuovi protocolli e obblighi. Non è difficile capire quindi perché quel servizio presenti vuoti e carenze. Se a ciò, aggiungiamo una perenne disinformazione ai cittadini oltre che nessun canale d’ascolto per recepirne le esigenze, visto che la differenziata fatta in casa da certo soddisfazioni ma pure significativi problemi, è evidente e spiegabile il risultato. Come abbiamo chiesto già da tempo occorrerebbe subito coinvolgere di più e meglio i cittadini ma soprattutto di produrre una proposta sul tavolo dell’Ata che sblocchi questo stallo. Per farlo occorrono capacità, idee e personalità non lo sbattere i tacchi quando parlano “i sindaconi” di Ancona o Senigallia».

Gianluca Fenucci

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