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Cronaca

CHIARAVALLE Coppia di vaccinati in quarantena lasciati a se stessi

«Noi siamo al limite dei 10 giorni ma non abbiamo ancora nessuna informazione e non sappiamo neppure quando potremo sottoporci a un nuovo tampone»

CHIARAVALLE, 10 dicembre 2021 – L’odissea di una coppia, di una famiglia chiaravallese al tempo del Covid, inizia lo scorso 30 novembre.

«Mio marito – dice Claudia – si è recato in farmacia il 30 novembre scorso per effettuare un tampone rapido e la sera stessa l’Usca, Unità speciale di continuità assistenziale, fissa per il giorno dopo il tampone molecolare. Il 2 dicembre arriva la risposta: positivo al Covid e infatti presentava diversi sintomi, mal di testa, febbre».

Comincia così una sorta di calvario.

«Vivendoci insieme e anche dopo il suggerimento del nostro medico di famiglia, mi sono messa in quarantena ma da quel momento non abbiamo più ricevuto nessuna notizia, nonostante io abbia chiamato molto spesso il numero verde regionale, abbia scritto diverse mail e anche la dottoressa che ci segue abbia telefonato diverse volte al Dipartimento di prevenzione. Le risposte sono sempre state le stesse: “siamo indietro con le chiamate, verrete contattati al più presto, faremo l’indagine e vi invieremo i certificati”».

Lo scoramento e la delusione prendono il sopravvento nella coppia chiaravallese che ha una figlia la quale studia lontano da casa e, fortunatamente, non deve sottostare alla quarantena.

«Le abbiamo detto di non tornare a casa almeno per ora ma siamo sinceramente preoccupati. Entrambi siamo vaccinati e la durata della quarantena per i vaccinati è prevista dai 7 ai 10 giorni. Noi siamo al limite ma non abbiamo ancora nessuna informazione. Abbiamo entrambi una occupazione ma non siamo in grado di comunicare al datore di lavoro la data di rientro né abbiamo la possibilità di avere certificati di isolamento».

«Non sappiamo neppure quando potremo sottoporci a un nuovo tampone. Dopo varie chiamate, dopo quasi 10 giorni, siamo riusciti ad avere i sacchetti per i rifiuti dalla Rieco».

La problematica è abbastanza diffusa ma il caso della coppia chiaravallese non è comune.

«Le strutture chiamate a effettuare il tracciamento dei contagi sono in affanno e la causa di questo rallentamento nel contact tracking – evidenzia l’associazione Chiaravalle Domani – è essenzialmente la mancanza di personale e questo è preoccupante visto che stiamo entrando nella fase più critica e rischiosa per la diffusione del virus. I Comuni fanno la loro parte ma è necessario potenziare il personale addetto al tracciamento».

Gianluca Fenucci

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