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Chiaravalle

CHIARAVALLE PRIMA GUERRA MONDIALE, LE VICENDE DEI CADUTI CHIARAVALLESI RACCONTATI DA UNA SCRITTRICE

CHIARAVALLE, 20 gennaio 2017 – Grazie alla chiaravallese Simona Gambarara, scrittrice appassionata di storia, per la prima volta vengono raccolti in un volume tutti i nomi e le vicende dei chiaravallesi caduti nella Prima Guerra Mondiale. La presentazione del libro, dal titolo “Federico e gli altri, i chiaravallesi caduti nella Grande Guerra”, si tiene domani, 21 gennaio, alle ore 17 presso la sala consiliare del comune di Chiaravalle. Nel libro si ripercorrono le vicende dei 129 nomi di militari cui si aggiunge una vittima civile morta per le conseguenze del cannoneggiamento di Ancona nelle prime ore del 24 maggio 1915. «I morti – anticipa sorprendentemente Simona Gambarara – sono molti di più di quelli di quelli che sono scolpiti nel monumento ai caduti che è posto al centro di piazza Mazzini, dove sono impressi solo 96 nomi. Ho ricostruito le vicende attraverso i fogli matricolari, gli stati di servizio e gli atti anagrafici ed ho consultato i resoconti di guerra delle fonti ufficiali». Il volume contiene un’introduzione del sindaco Damiano Costantini mentre l’autrice sottolinea la genesi dell’opera e ringrazia le istituzioni e chi ha collaborato alle ricerche delle notizie, delle foto e alla pubblicazione. «Dopo l’elenco dei caduti, ho inserito una intera sezione in cui parlo di eventi o fenomeni sociali dell’epoca – dice la Gambarara – ho studiato la statura, l’alfabetizzazione e l’emigrazione dei nostri caduti, inseriti nell’ambito di quella italiana. Ho parlato della epidemia chiamata spagnola, che si portò via milioni di persone e parecchi dei nostri. Ho scritto delle donne, che con gli uomini lontani, facevano mestieri maschili: le nostre sigaraie non fecero eccezione. Grazie al legame di conoscenza col caduto civile, parlo delle imprese di Luigi Rizzo, militare della pattuglia Mas, che partivano dal porto di  Ancona per le loro incursioni. C’è un paragrafo sulle armi maggiormente usate, sugli arditi e sulla cerimonia del milite ignoto del 1921, dopo la quale in ogni città sorse un monumento ai caduti».

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