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CINGOLI CONSALVI (PD): «AV2 SULL’ORLO DELLA BANCAROTTA» E BENEDICE IL PASSAGGIO A MACERATA

OSPEDALE cingoli manifestazione

Alla conferenza di Uniti per Cingoli con il consigliere regionale Micucci e l’assessore Sciapichetti, il direttore dell’AV3 Maccioni ha parlato di prossime assunzioni

CINGOLI, 29 dicembre 2019Il Partito Democratico cingolano e regionale annuncia soddisfazione per il passaggio di Cingoli dall’Area Vasta 2 di Jesi alla 3 maceratese. Ieri, sabato 28 dicembre, i rappresentanti del centrosinistra del gruppo “Uniti per Cingoli” hanno convocato una conferenza stampa presso il ristorante Cantina del Palazzo di Cingoli.

Il chiarimento di Consalvi

Erano presenti Raffaele Consalvi, consigliere comunale di minoranza del gruppo “Uniti per Cingoli”, il consigliere regionale Francesco Micucci, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. In  platea c’era anche il dott. Alessandro Maccioni, direttore dell’Area Vasta 3, oltre ai consiglieri di minoranza di “Centrodestra per Cambiare”, Francesco Pacetti e Maria Catia Marchegiani. I temi trattati sono stati il passaggio di Cingoli dall’Area Vasta 2 di Jesi alla 3 di Macerata ed il riconoscimento dell’ospedale cingolano come plesso di area disagiata.

«Ci accusano – ha chiarito Consalvi – di essere stati una minoranza che ha fatto passare con prepotenza una proposta in consiglio regionale. Ci chiedono anche quali siano le garanzie che ci dà Macerata. In Italia non esistono casi di comuni in Area Vasta diversa dalla provincia di appartenenza, è un’anomalia nazionale. Il rapporto con Jesi è stato sempre conflittuale, perché Cingoli era visto in maniera spartana. La situazione si è incancrenita negli ultimi anni. Noi abbiamo incontrato vari attori regionali per convincere i dirigenti dell’Area Vasta ad avere attenzione ai problemi sanitari di Cingoli. Abbiamo sempre avuto risposte insufficienti dai direttori Bevilacqua e Guidi

Il tema del trasferimento dall’AV2 all’AV3 è stato ripreso da una vecchia proposta di legge, la 188, fatta dalla giunta regionale anni addietro. «Quella proposta – ha spiegato Consalvi – è rimasta in sospeso, perché speravamo in un miglioramento dei rapporti. Invece il tempo passava e i rapporti si sono deteriorati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il Piano Ferie, con una riduzione netta dei posti letto in tutta l’Area Vasta 2. Pensavamo che i posti letto con il relativo personale medico e paramedico venissero ripristinati. Dopo la nostra conferenza stampa del 23 ottobre, dove abbiamo annunciato l’imminente riapertura dei posti letto, l’8 novembre abbiamo incontrato ad Ancona il presidente della Regione Cerisicioli e il dott. Guidi. Il Governatore ha chiesto insistentemente il reintegro il personale medico e infermieristico, il direttore generale ha detto no, perché doveva rientrare in un budget finanziario di diversi milioni di euro

Critiche e considerazioni

Da qui nasce quindi l’idea di lasciare l’Area Vasta jesina. «Le altre – spiega Consalvi – chiudono in pareggio il bilancio, perché hanno fatto una politica oculata nel tempo. L’AV2 ha 60 milioni di euro di deficit. Le altre aree vaste possono assumere, mentre a Jesi sono state reintegrate solo 17 persone su 57 pensionamenti. In quell’incontro mi sono convinto che bisognava accelerare il passaggio sotto l’egida maceratese. Una delibera della Giunta Regionale assicura il funzionamento dell’ospedale di Cingoli, attraverso il ripristino dei posti letto e il reintegro del personale. L’Area Vasta 3 ci dà delle garanzie precise: hanno i bilanci in ordine e vengono fatte nuove assunzioni. Non faremo sconti a nessun direttore di Area Vasta, chiediamo che sia rispettata la delibera della Giunta. Siamo convinti che questa è la cosa giusta da fare, per poter dare a Cingoli quelle certezze che non ha mai avuto. Anche se dovesse passare lo status di area disagiata, restare nell’AV2 non cambierebbe le cose, le risposte sarebbero sempre le stesse. Siamo convinti che possiamo organizzare un futuro, voltare pagina e raccontare un’altra storia.»

Consalvi non risparmia le critiche. «Ho letto – spiega – lacrime di coccodrillo postume da parte di rappresentanti del Consiglio comunale di Jesi, perché cominciano a materializzare cosa significa il passaggio. Cingoli si porterà via il budget previsto dalla delibera: 40 posti letto, servizi, ambulatori. Questo tipo di uscita porterà ancora più danni ad un’AV2 sull’orlo della bancarotta. L’amministrazione comunale la mette sulla facile polemica, facendo della Regione il nemico numero 1. Il Comune di Cingoli non assunto un ruolo di confronto, dialogo e sintesi con Giunta Regionale e AV2. La Regione è solo un organo di indirizzo, sono i tecnici ad assumere i medici. Abbiamo cercato di fare la sponda, trovando occasioni di dialogo tra amministrazione comunale e giunta regionale, ma abbiamo ricevuto solo rifiuti.»

L’intervento di Micucci

La parola è passata quindi al Consigliere regionale, Francesco Micucci, capogruppo del PD. «L’opposizione di Consalvi – ha dichiarato – ha lavorato e si è messa a disposizione, ha cercato di costruire e dialogare con la Regione. L’amministrazione cingolana si è contraddistinta per presenza camion e ruspe, non ha avuto un atteggiamento costruttivo. La protesta in un sabato in cui gli uffici sono chiusi è solo volontà di andare sui giornali, fare baccano e non rispondere ai problemi. Sono diversi anni che cerchiamo di risolvere piccole criticità che per il territorio di Cingoli sono importanti. In realtà qualche intervento è stato fatto ma il nocciolo delle problematiche sono rimaste sempre a monte.»

Micucci è stato chiaro nella sua argomentazione. «All’interno – ha continuato – dell’Area Vasta 2, l’ospedale di Cingoli era lasciato sempre per ultimo, vuoi perché facente parte di un’altra provincia, vuoi perché è all’estrema periferia, vuoi perché ci sono diversi ospedali. Ci siamo trovati in una situazione obbligata. Se l’amministrazione comunale piange mattina e sera, non ci si può lamentare se la Regione tenta in tutti modi di trovare una soluzione. Un amministratore serio non protesta e basta, tenta di risolvere i problemi. Sono i cittadini a lamentarsi, noi abbiamo gli strumenti per un intervento diretto. Non abbiamo la bacchetta magica per risolvere dall’oggi al domani. Abbiamo accelerato perché lo abbiamo ritenuto opportuno, abbiamo ascoltato le campane contrarie, ma non hanno portato soluzioni sul tavolo. I tecnici non hanno negato la fattibilità dell’operazione. Chiaramente ci vorrà tempo per i passaggi amministrativi.»

Micucci chiude il suo intervento esponendo i vantaggi del trasferimento a Macerata. «Ci sono elementi – ha detto – che ci fanno ben sperare. L’Area Vasta 3 ha dimostrato di saper fare delle scelte, anche impegnative per il territorio, dando servizi importanti. Cingoli ha esigenze e peculiarità, si può intervenire per dare una risposta corretta. A chi dice che Cingoli ha guardato sempre alla Vallesina, io rispondo che non c’è stato uno sguardo altrettanto attento dalla Vallesina verso Cingoli. Per quanto riguarda il Piano Socio-Sanitario, con l’emendamento siamo riusciti a far inserire Cingoli nello status di area disagiata. Anche se la normativa nazionale non la riconosce, le cose possono cambiare in fretta.»

L’intervento di Sciapichetti

E’ seguito l’intervento di Angelo Sciapichetti. «Cingoli – ha detto – nell’Area Vasta 2 è l’anello debole della catena Jesi-Senigallia-Fabriano. La collocazione naturale è quella provinciale. Proporre un referendum su questa materia è inammissibile, perché io credo che al cittadino di Cingoli non importi molto con quale Area Vasta stare. Dopo le feste, faremo una riunione tecnica con i dirigenti per capire cosa c’è di pratico da fare per il passaggio, in un tempo certo di 3 mesi. Il solo trasferimento non basta per salvare l’Ospedale.»

In merito al riconoscimento dello status di area disagiata, l’assessore regionale ha chiara in mente la linea da seguire. «Abbiamo – ha spiegato Sciapichetti – colto l’occasione di equiparare Cingoli ad Amandola e Pergola. Abbiamo fatto delle scelte storiche ed importanti, rispettando le promesse. Ora chiediamo un confronto all’amministrazione comunale per gestire il passaggio. Non vogliamo lo scontro, Ceriscioli ha invitato Vittori a parlare. Stendiamo un velo pietoso su quello che è stato detto in merito al pranzo dell’Avis. Mettiamoci intorno ad un tavolo e ragioniamo in termini di scelte e servizi nei prossimi mesi. Il mancato ripristino dei posti letto è un fatto grave. Sotto l’AV2, non riusciremo a dare risposte concrete. Mi auguro che il 30 marzo verremo qui per fare il punto della situazione

Botta e risposta PD-Lega

Dopo le domande dei giornalisti, in cui Micucci e Sciapichetti hanno rassicurato i presenti sui servizi dell’Area Vasta 3 e sull’emendamento di area disagiata, è intervenuto il Consigliere comunale di minoranza della Lega di “Centrodestra per Cambiare”, Francesco Pacetti. «Non siamo contrari a prescindere – ha dichiarato – al passaggio a Macerata. Il tema ci interessa molto, è lo scopo per cui siamo qui come opposizione. Sappiamo benissimo che il bilancio consolidato dell’Asur va ad attingere allo stesso bacino, indipendentemente dall’Area Vasta di appartenenza. Siamo contenti che l’ospedale di Cingoli venga riconosciuto in area disagiata, ma sappiamo che questo status a livello nazionale non è riconosciuto, non è una garanzia. Siamo facendo un passaggio epocale nel tornare in Area Vasta 3. Vogliamo capire quali sono le garanzie. Ci siamo schierati contro questo trasferimento, ma ne prendiamo atto. Cosa succederà a Cingoli quando graverà sul bilancio di Macerata? Tutto questo è a ridosso delle elezioni regionali, ci preoccupa questa velocità. A noi interessa il bene della comunità.»

«Le elezioni – ha risposto Sciapichetti – ci sono tutti gli anni, bisognava fare una scelta e l’unica possibilità è questa. Neanche Amandola e Pergola sarebbero aree disagiate, ma sono state riconosciute. A Cingoli ci sono le condizioni giuste per farla ricadere in area disagiata. Ogni area vasta ha un suo bilancio, e l’AV3, in base a delle scelte oculate, ha un’organizzazione sanitaria molta diversa da quella dell’anconetano. A Jesi c’è un limone già spremuto che non ha più succo. Abbiamo posto le condizioni, le basi per costruire la casa, scrivendo nella delibera quello che è previsto a Cingoli. Lavoriamo step dopo step, garantendo il funzionamento dell’ospedale il prima possibile

L’intervento a sorpresa di Maccioni

A questo punto è intervenuto a sorpresa anche il dott. Alessandro Maccioni, direttore cingolano dell’Area Vasta 3 di Macerata. «Per i cittadini – ha chiarito – non cambierà assolutamente niente. Continueranno ad andare negli stessi posti. L’Azienda è unica e si chiama ASUR. La partita IVA è unica. Doteremo da subito un reparto della lungodegenza con il personale sanitario. Il problema è trovare professionisti di qualsiasi specialità. In AV3 abbiamo la possibilità di spendere ulteriori 900 mila euro per le assunzioni, non lo abbiamo potuto fare perché non abbiamo trovato medici. Quando l’AV2 chiudeva i reparti, noi abbiamo aperto la lungodegenza a San Severino, dotandolo di Oss, medici e infermieri. In Area Vasta 3 c’è sempre stata un’attenzione maggiore nella gestione di fatti economici. Abbiamo in mente di mettere altri nuovi servizi a Cingoli, ma prima di fare qualsiasi cosa ci confronteremo con le istituzioni. Dobbiamo tirare tutti dalla stessa parte, non si può speculare. I problemi ci sono, perché l’ASUR è un’organizzazione complicata con interessi economici contrapposti. Mi hanno riferito delle preoccupazioni della Croce Rossa, ma ho rassicurato personalmente il presidente che non cambierà assolutamente niente. Dobbiamo essere franchi, chiari e corretti, dobbiamo risolvere le esigenze dei cittadini, pensando a servizi che siano utilizzati da Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino. Un cardiologo, per esempio, verrà due volte a settimana. La cosa più importante è far capire al cittadino che non cambierà assolutamente nulla.»

Giacomo Grasselli

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