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Cronaca

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

E VISSERO FELICI E CONTENTI

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Ore 21,20: sono spappardellata sul divano con l’unico neurone in testa ridotto ad ameba, quando, spippettando col telecomando, mi imbatto in MISSION IMPOSSIBLE: PROTOCOLLO FANTASMA. Non sono una fan degli action movie, ma quel nano di Tom Cruise mi sta simpatico, perché mi riporta all’adolescenza, ai tempi di Top Gun quando con l’andatura sculettante – molto awanagana whatsamericanboy – attraversava la pista dei caccia americani e sventolava il suo sorriso candido fino a sedurre l’istruttrice Kelly McGillis con cui poi si sarebbe lanciato in una pomiciata epocale…insomma, è così che è impresso Tom Cruise nella mia memoria cellulare: come un biscione che anguilleggia sopra una bionda conturbante…ma vabbè, quello delle pomiciate è un capitolo a sé che magari apriremo in un’altra puntata. Insomma, nonostante la nanaggine di Tom Cruise, mi convinco a vedere ‘sto film. La prima scena è già oltre ogni immaginazione: uno che si butta dal tetto di un edificio per sfuggire a una manciata di sicari, si scatapiomba a terra e non si fa nulla. Cioè: si alza indenne dopo un volo di un’ottantina di metri durante il quale trova anche il modo, in caduta libera, di sparare al nemico alle sue spalle. Oh, si drizza in piedi e neanche un graffio. “Apperò…cominciamo bene”, mi sono detta. Insomma, dopo la scena iniziale pensavo ingenuamente di averle viste già tutte. E invece no. Arriva Tom. Il nano. E in confronto a lui Gesù che cammina sulle acque è davvero “robetta”. Il re di Scientology fa qualunque cosa: fugge da una prigione russa di massima sicurezza, entra ed esce dal Cremlino come se andasse alla Coop, si fa scannerizzare la retina dal vagone di un treno in corsa, passa da un palazzo all’altro scivolando lungo i cavi elettrici, rimane indenne allo scoppio di una bomba che gli esplode praticamente sotto al culo, si arrampica sul grattacielo più alto di Dubai come l’uomo ragno (gli cade anche la ventosa della mano destra ma lui non molla, anzi, volteggia a migliaia di metri dal suolo come una libellula)…e poi? Ci vogliamo riposare un pochetto?? No, dico, sarai un po’ stanchino dopo tutto ‘sto popò di acrobazie??? Capirai, io alle 8 di sera c’ho il mal di gambe solo per essere stata in piedi tutto il giorno: a te che hai sfondato quattro grattacieli ti calerà leggermente la palpebra, no? Macché…Tom la palpebra calante non sa nemmeno cosa sia. “What’s calant palpebr??” …Lui va. Zompa. Nuota. Spara. Scazzotta. Scotenna. E corre. Corre sempre. Per più di metà del film corre a perdifiato e neanche un acciacchetto, lo stiramento di un polpaccio, un “uff” che gli scappi di sfuggita…e tu dici: “Beh, ma adesso Mazinga Zeta gli ha scatavoltato un femore, zoppicherà un tantino mentre sgambetta…”…Nooooo….Tommy-va-va-vuva: indistruttibile. E non solo via terra, eeeh, no no. Via terra, via aria e anche sott’acqua. Anzi, sott’acqua dà proprio il meglio di sé. Scena clou del primo tempo: la sua auto dopo svariati colpi di kalashnikov finisce in un canale tome, come nei peggiori incubi, l’abitacolo si riempie d’acqua e affonda…Cazzo….ti assaliranno dieci secondi di panico in cui ti cachi addosso…un mezzo bestemmino, almeno col pensiero, anche non volendo, il tuo sistema nervoso lo trasmetterà alle corde vocali quando l’acqua gelida del canale ti fluttuerà attorno agli zebedei mentre sei incastrato tra la portiera e il cruscotto…MA SIAMO MATTI?? Zio Tom rimane lucido e placido come un filetto di platessa… neanche un attimo di esitazione  e sguscia fuori dai vetri rotti senza battere ciglio (aho, respira tra i flutti che Pellizzari al suo cospetto è una merdaccia!)…Poi, non pago, salva una testa di cazzo che gli era accanto nel sedile posteriore, depista una intera squadra di poliziotti moscoviti e, naturalmente, in un nanosecondo riesce a far perdere le proprie tracce. Ecco, quando guardo ‘ste straordinarie cagate americane, io mi chiedo: ma perché tutta ‘sta fantascienza nei film d’azione made in U.S.A.?? Ma un tantino di aderenza al vero proprio no? Bah… che poi, a pensarci meglio, forse il bello della patria dei cow-boy è proprio questo: vogliono farci credere che tutto è possibile. Proprio tutto. Anche avere le branchie se non siamo pesci. Guardate che è incoraggiante, eh. È una grandissima spinta emotiva crescere co’ ‘sti messaggi subliminali. Praticamente il contrario del neorealismo pessimista del nostro cinema, dove se una cosa può andar male, di certo, lo farà. Per questo in Italia non verranno mai girati film come The Bourne Identity o 007…ma ce lo vedete Maurizio Mattioli che si fionda da Castel Sant’Angelo? O Rocco Papaleo che si arrampica sulla parete del Pirellone di Milano? Naaa. In Italia il massimo lo abbiamo dato con Michele Placido alias commissario Cattani della Piovra che, guarda caso, alla fine della serie moriva ammazzato. Non so a voi, ma a me manca molto il finale rosa e fiori dove i protagonisti si baciano e tutti intorno applaudono entusiasti. “C’era una volta Cappuccetto Rosso, che andò nel bosco, fece amicizia col lupo, nessuno mangiò nessuno, poi andarono tutti a casa della nonna, dove fecero una gran festa, il cacciatore trombò con la mamma e vissero tutti felici e contenti”. MA NON SUONA MOLTO MEGLIO COSÌ??

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