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Cronaca

CUPRA MONTANA OTTO STORIE DI DONNE, UN CALVARIO DI DOLORE E VIOLENZA MA ANCHE DI RINASCITA

CUPRA MONTANA, 21 aprile 2017Domani, sabato 22 aprile, alle ore 17,30, presso l’aula consiliare si terrà l’incontro con Simonetta Peci, autrice del libro “Trasmigrazione. Storie di donne, di violenze, di rinascite”; una storia, anzi otto storie di “otto donne che si raccontano” in tutto il proprio vissuto, il loro calvario; “otto donne che decidono di reagire al meccanismo della violenza, e vincendo la paura riprendono in mano la propria vita”. All’appuntamento interverranno Luigi Cerioni (Sindaco di Cupra Montana), Pina Ferraro (Consigliera di Parità della Provincia di Ancona), Cristiana Scuppa (Sportello Antiviolenza di Jesi) e la stessa autrice del lavoro Simonetta Peci. L’interessante quanto attualissimo incontro è sostenuto dalla “Fabbrica del sapere”, dal G.A.S, dal Consiglio di Parità, dalla C.G.I.L., dallo Sportello Antiviolenza e dalla “Casa delle donne” e, naturalmente, dal Comune di Cupra Montana. Questo appuntamento, senza usare eufemismi,  si potrebbe definire caduto a proposito su un argomento che è diventato cronaca giornaliera, dove vittime sfortunate sono proprio le donne uccise nella maggior parte dei casi dai propri coniugi, dai conviventi con i quali magari cercavano di rifarsi una vita. I femminicidi in Italia da inizio anno sono cresciuti esponenzialmente e non di rado apprendiamo dai media che le vittime avevano più volte denunciato ex mariti, ex conviventi, colleghi di lavoro, semplici conoscenti, per fastidi telefonici, minacce verbali continue, percosse e violenze psicofisiche capaci di ridurre un soggetto ai minimi termini. La nostra legislazione punisce chiunque con “condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita” (Art. 612-bis codice penale sul reato di “Atti persecutori”). Purtroppo contro tali reati non bastano le denunce e la giustizia arriva sempre in ritardo; sarebbe necessaria una legge applicata alla lettera con la dovuta prevenzione.  Sono pochissimi invece i gesti definitivi e pietosi, spinti dalla paura della malattia, dalla disperazione, dalla prolungata sofferenza, dalla solitudine, anche se il raziocinio non può giustificano tali atti. Ben vengano allora questi incontri che hanno la capacità di far prendere coscienza ed aprire soprattutto gli occhi di possibili e più deboli vittime.

(o. g.)

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