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Cronaca

FABRIANO PUNTO NASCITA CHIUSO: «MAMME E NEONATI NON SONO NUMERI»

Il consigliere comunale di Associazione Fabriano Progressista chiede di ricorrere al Consiglio di Stato

 

FABRIANO, 14 ottobre 2019 – «I pazienti non sono costi e numeri, così le mamme ed i bambini». Commenta così, con amarezza, il consigliere comuanle di Associazione Fabriano Progressista Vinicio Arteconi la decisione del Tar delle Marche di non accogliere il ricorso il ricorso presentato dal comune che chiedeva di sospendere lo stop alle attività del punto nascita scattato dal 20 febbraio scorso.  (leggi l’articolo).

«Chiedo che si ricorra al Consiglio di Stato», spiega Arteconi, che ricorda l’impegno speso in favore dell’ospedale cittadino.

«Un passo da percorrere rapidamente – ha proseguito Arteconi – perché il punto nascita è chiuso da quasi 8 mesi, e la ricostruzione di un reparto tra il richiamo in servizio dei professionisti e rapporto con la popolazione non è cosa semplice. In questi mesi sono emerse cose piuttosto discutibile: come per esempio l’affermare da parte di chi si oppeneva al ricorso presentato dal Comune che i collegamenti stradale non presentassero rischi, quind una viabilità agevole».

Una posizione più volte sostenuta anche dal  Coordinamento per la difesa dell’ospedale cittadino, che poco meno di un mese fa osservò le enormi criticità legate alla mancanza di un servizio centrale per la cittadinanza e per un territorio tutto.

«Il pensiero che le donne Fabrianesi in stato interessante possono essere seguite nel nostro Ospedale sia prima che dopo il parto ma non durante perchè vengono spedite come pacchi altrove, ci sembra del tutto surreale, non possiamo che confidare in una decisione positiva che non veda negato il sacrosanto diritto alla salute ma che, al contrario, possa contrastare lo spopolamento dell’entroterra in un territorio già pesantemente in difficoltà».

Numeri, deroghe ed assuzioni

Entra poi nel merito della carenza del personale Arteconi osservando che: «Verissimo quando si afferma che il numero minimo di parti per ottenere una deroga non era stato raggiunto, ma c’è anche da dire che non è mai stato fatto nulla dal punto di vista delle assunzioni per colmare le lacune di personale di pediatria. Uno dei motivi addotti per riuscire ad ottenere la chiusura di pediatria, ricordiamolo, era quello della carenza di personale tale da garantire una presenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non c’è stata la volontà di fare consorsi seri e pensare ad una ridistribuzione dei pediatri presenti all’interno delle strutture di Area Vasta 2 in maniera più equa».

Poi conclude Arteconi, osservando la componente politica della questione, tra regione e “Roma”. Osserva la mancata rimodulazione dei criteri per mantenere attivi i punti nascita promessa dell’ex ministro della sanità Giulia Grillo ai tempi del cosiddetto governo giallo-verde (leggi l’articolo), ma non risparmia polemiche anche nei confronti di un regione.

«Un problema politico: non ci si può nascondere dietro a numeri e promesse non mantenute dalla ministra Grillo – e poi conclude Arteconi – c’è da ricordare il tagli dei costi alla sanità, una visione sempre più privata della sanità. Se andiamo solo ai numeri e ai costi andiamo contro i valori della costituzione e degli statuti regionali».

(s.s.)

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