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IL DIBATTITO «L’antifascismo è alla base della Costituzione»

Giornata della Memoria con Roberto Mancini, coordinatore regionale di “Dipende da noi”: «La democrazia è un compito, non un elemento scontato»

Sradicare il fascismo, coltivare la democrazia: questo il tema del dibattito moderato da Roberto Mancini, ieri sera, in diretta dalla pagina Facebook di Dipende da noi, in occasione della Giornata della Memoria. Fra stragi di migranti che ci passano sotto gli occhi, più o meno indifferenti, destre suprematiste che non accennano a indietreggiare nemmeno dopo la fine dell’incubo Trump, e un sistema occidentale generalmente iniquo e parassitario, indifferente al danno ambientale, i quattro ospiti del dialogo hanno cercato di riflettere sulle vie da percorrere per scongiurare la recrudescenza delle forme contemporanee di fascismo.

«Possiamo immaginare l’Occidente come un’aquila a tre teste – ha detto Enrico Calamai, ex console italiano a Buenos Aires – dove le teste rappresentano l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Nato. Poi c’è Israele, il cui scopo è quello di destabilizzare il Medio Oriente per garantire lo sfruttamento occidentale delle risorse, in particolare del petrolio».

«La democrazia è un compito, non un elemento scontato della vita pubblica – ha detto Roberto Mancini, docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata e coordinatore regionale del movimento politico Dipende da noi –. Il fascismo mette radici laddove c’è un vuoto educativo, e in Italia gli estremismi di destra sono purtroppo normali, non sono pericoli lontani, quindi ci serve un grande sforzo da parte di famiglie, scuole, istituzioni, tessuto concreto della società civile, per contrastarlo».

Diverse, in effetti, le forme di fascismo illustrate in particolare da Carla Danani, docente di Filosofia politica all’UniMc, che ha cercato di analizzare le manifestazioni di questa postura fascista nella società contemporanea.

«Fascista non è solo chi si considera erede del fascismo storico, ma anche chi pensa e agisce similmente ai fascisti, chi milita in organizzazioni che vi si rifanno, chi aspira a ripristinare una concezione della nazione come fu quella del fascismo, chi idolatra la figura di un uomo forte e la ritiene necessaria, chi esalta il popolo come un collettivo omogeneo e aprioristicamente virtuoso, chi disprezza la democrazia considerata nelle sue procedure meno efficiente ed efficace del suddetto uomo forte, chi afferma il primato dell’unità nazionale come un elemento da difendere contro “altri”. Quindi, è fascista l’ostilità nei confronti del diverso, perché si teme che la società venga minata dall’eterogeneità, sono fascisti comportamenti e linguaggi violenti. Il fascista non regge il conflitto, che è il cardine della democrazia, vuole eliminare l’avversario. Ma gli uomini non solo vivono nel mondo, ma del mondo, gli uni vivono degli altri. Attenzione, quindi, agli appelli alla piazza contro supposti antagonisti: è un atteggiamento distruttivo dall’interno delle istituzioni democratiche».

«Il dissenso è uno strumento prezioso, come insegno sempre ai miei studenti – ha detto Elisabetta Galeazzi, docente di Lettere al Liceo Artistico “E. Mannucci” di Jesi –. Cerco di far capire loro che c’è un percorso di conoscenza da intraprendere insieme, e che i loro gesti e parole non devono essere sottovalutati, si devono assumere le loro responsabilità. Talvolta gli studenti si portano dietro il peso delle mancanze familiari sotto il punto di vista degli insegnamenti in campo sociale e politico».

«Celebriamo la Giornata della Memoria da soli vent’anni. Il rischio dei riti è la banalizzazione, invece bisogna dare profondità al dibattito: ad esempio, chiunque conosce il significato della parola Shoah, ma non tutti conoscono il Porrajmos, lo sterminio di Rom e Sinti».

Ospite del dialogo anche Lorenzo Marconi, presidente provinciale Anpi di Macerata.

«La memoria dev’essere attiva, capace di legare le esperienze del passato con le problematiche del presente – ha detto –. Dalla nostra abbiamo l’articolo 49 della Costituzione e le leggi Scelba e Mancino. Ma l’antifascismo, che è alla base della Costituzione, dev’essere praticato quotidianamente».

Da tutti i cittadini, a prescindere dal colore politico.

Elisa Ortolani

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