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IL LIBRO Aroldo Cascia, il Sindaco Rosso raccontato da Leonardo Lasca

Il volume sarà presentato alla Casa del Popolo sabato 26 febbraio, le vicende politiche jesine in un arco di tempo che va dal 1975 al 1983

di Giovanni Filosa

Il bellissimo libro di Leonardo Lasca intitolato e dedicato ad “Aroldo Cascia, il sindaco rosso”, Affinità Elettive Editore, a cura dell‘Istituto Gramsci Marche, in uscita in questi giorni e con presentazione pubblica sabato 26 febbraio, ore 17presso la sede jesina dell’Istituto Gramsci, alla Casa del Popolo di via XXIV Maggio, è il segno di una sintonia, non definitiva ma perfetta, di due uomini che hanno fatto della “politica” la propria ragione di vita, la propria filosofia, in un periodo storico e culturale assolutamente denso di eventi significativi.

E Jesi, come protagonista in un panorama anche socio economico che la metteva al centro della nostra regione. Non saprei, o forse immagino, come mai abbiamo, negli anni, avuto (noi jesini ma non solo noi) personaggi di uno spessore intellettuale e politico che ci fanno pensare, talvolta, che le tenzoni che animavano le Amministrazioni che si sono succedute, non si vedranno più.

Sanguigne, vero, ma rispettose, collocate in una stagione del nostro “contento” perché tutti gli eventi che si sono succeduti, ottimamente riportati e ricordati da Leonardo Lasca capitolo per capitolo, li vivevamo da vicino, con coinvolgimento.

La parola “democrazia” ha assunto, come termine, declinazioni diverse da quelle anticamente professate da filosofi come Platone e Aristotele. “Soltanto sotto una dittatura riesco a credere nella democrazia”, diceva addirittura Leo Longanesi, ed oggi la sua sopravvivenza è messa in dubbio dalla debolezza dei partiti politici, da persone “non capaci” di guidare la res publica, dalla corruzione e dalle tendenze autoritarie del populismo.

Leonardo Lasca ha trovato nelle vicende politiche jesine dal 1975 al 1983, quando Aroldo Cascia fu Sindaco della nostra città, testimonianze di una coralità, come riferivo prima, di una collettività che si muoveva in una direzione che presumeva un impegno collettivo.

La conferenza stampa di presentazione del libro alla Casa del Popolo di Jesi

Cosa ti ha spinto a creare questo libro così importante per la nostra città?

«Da qualche tempo avevo l’intenzione di scrivere qualcosa sulla storia politica jesina, in particolare dal 1970 in poi, visto che già erano state scritte le biografie di Pacifico Carotti Alberto Borioni che abbracciavano buona parte del periodo precedente. Mi ero anche sentito con Aroldo concordando insieme un programma di lavoro, ma non avemmo più tempo, quel maledetto incidente ce l’ha portato via. A quel punto, è stato inevitabile concentrare il lavoro sulla sua figura, sulla sua esperienza di Sindaco e sul cambiamento che la città ha vissuto tra il 1975 e il 1983. Per Jesi, la prima Giunta guidata da un comunista ha costituito un passaggio storico di grande rilievo. Da lì si è avviato, infatti, un lungo periodo in cui la sinistra ha governato ininterrottamente la città per oltre un trentennio. Inoltre, Aroldo Cascia, insieme a Marcello Stefanini di Pesaro, ha rappresentato per la nostra regione un sicuro punto di riferimento della stagione delle giunte rosse».

Nel libro ci sono esperienze che ti hanno colto da vicino…

«Quando si scrive il più delle volte si è guidati dalle esperienze personali, soprattutto quelle avute da giovani: nel 1975, a 23 anni, sono stato eletto consigliere comunale per il Pci, e nel 1980 assessore alla cultura proprio con Aroldo Cascia sindaco. Ma, al di là di questo, ho ritenuto che quella fosse una stagione che andava raccontata, perché troppo spesso viene ricordata solo per il fenomeno del terrorismo dimenticando che, nonostante questo, è stato un periodo di grandi cambiamenti per il nostro Paese.  E l’esperienza di governo del Pci nei Comuni e nelle Regioni ne ha rappresentato uno dei motori principali: la partecipazione politica, la riforma degli enti locali, lo sviluppo dei servizi sociali e culturali, l’urbanistica e l’assetto del territorio, solo per ricordare alcuni terreni in cui il ruolo dei Comuni è profondamente cambiato rispetto a prima. Nello stesso tempo, mi è sembrato interessante cercare di raccontare come le vicende locali, anche di piccole realtà come Jesi, siano state attraversate dai grandi momenti di storia comune nazionale essendone in qualche modo riflesso ma anche alimento».

Come vi trovavate d’accordo, lui comunista a tutto tondo, tu riformista…

«Intanto, consentimi una battuta: eravamo ambedue comunisti. Il fatto è che militavamo in un partito che, da Togliatti in poi, sapeva tenere al suo interno sensibilità diverse, ma unite da valori di fondo condivisi. Innanzi tutto, il senso corale di una avventura collettiva e poi la convinzione che attraverso la politica e la democrazia si potesse allargare la sfera dei diritti, ottenere più giustizia, più uguaglianza e cambiare in meglio la vita delle persone».  

L’iniziativa cade a due anni dalla morte di Aroldo Cascia e l’Istituto Gramsci pensa in questo modo di ricordarne la figura e l’opera svolta a favore della città. 

La serata sarà anche l’occasione per presentare la Biblioteca realizzata con la donazione di oltre duemila libri che la famiglia del senatore ha voluto donare  all’Istituto Gramsci. La presentazione del libro avverrà nell’ampia sala polivalente della Casa del Popolo arricchita dal sipario realizzato su disegno del Maestro Carlo Cecchi.

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