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Cronaca

Jesi Agricoltori, si accende la protesta: «Viva l’Italia che resiste» – Video

Dalle 7 di questa mattina fino alle 20 di stasera presidio statico in via Don Rettaroli, una ottantina di trattori per manifestare contro le politiche europee e il rincaro dei prezzi

Jesi Oltre 80 i trattori che da stamattina intorno alle 7 hanno occupato parte di via Don Arduino Rettaroli – lungo il tratto che va dal Conad Super Store alla Harley Davidson – per un presidio pacifico di sensibilizzazione della cittadinanza alle problematiche che sta affrontando il settore agricolo, che si protrarrà fino alle 20 di questa sera.

Una manifestazione spontanea organizzata con il passaparola attraverso i social che nelle Marche ha ottenuto circa 1.000 presenze di agricoltori.

A Jesi il gruppo dei manifestanti, composto da alcune delle aziende agricole della Vallesina, ha ottenuto dalla Questura il permesso di effettuare una manifestazione statica, senza cortei, quindi, ma con la possibilità di assistere alla rumorosa sfilata di qualche mezzo agricolo che si staccava del gruppo per un giro sulla strada e il rientro al presidio.

Tanti i cartelli di protesta realizzati dagli stessi agricoltori e alcuni banchetti con i prodotti gastronomici locali che hanno caratterizzato la manifestazione, ma senza l’esposizione di bandiere delle associazioni di categoria, solo il Tricolore, puntualizzando le motivazioni degli agricoltori per un settore che sta vivendo un momento di forte crisi con il rincaro di materie prime e carburante a fronte di un guadagno non altrettanto considerevole e di una politica europea da cui si ritengono danneggiati. A questo si aggiunge il malcontento per la politica nazionale da cui gli agricoltori non si sentono considerati.

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«Siamo qui per manifestare contro i disagi che provengono dalle politiche di Bruxelles» ha sottolineato Fabio Turchi, agricoltore, presidente della sezione Coldiretti di Serra San Quirico.

«Abbiamo un’azienda agricola a gestione familiare – racconta Nicola, giovane agricoltore di Staffolo – e siamo qui per protestare contro i forti rincari. Non è possibile comprare il grano a 80-90 euro al quintale e rivenderlo a 25-30 euro, a fronte anche dell’aumento consistente dei prezzi del carburante, la situazione non è più gestibile».

Un settore che, riferiscono gli agricoltori presenti, non viene considerato dal Governo nonostante porti sulla tavola degli italiani prodotti di qualità realizzati da aziende del territorio. Aziende che rischiano di capitolare se non si prendono provvedimenti sui prezzi, un settore che tra l’altro negli ultimi anni ha visto l’affacciarsi delle nuove generazioni e di aziende condotte da giovani agricoltori.

«Stiamo frequentando l‘Istituto Agrario – ha raccontato un gruppo di studenti presente alla manifestazione – perché molti di noi hanno l’azienda di famiglia da portare avanti e lì vediamo il nostro futuro. Chiediamo che questo settore sia ascoltato, che vengano considerati i sacrifici per portare avanti un’azienda e venga dato spazio a coloro che finora hanno mantenuto alta la qualità dell’agricoltura in Italia».

«Siamo penalizzati sotto tanti punti di vista per quello che l’agricoltura sta subendo in questi ultimi anni a cui si aggiungono anche le stagioni avverse. Nel mondo tutti si stanno muovendo, perché i nostri prodotti non vengono considerati, da qui nasce la nostra protesta», ha sottolineato Valerio Vecchi, agricoltore di Belvedere Ostrense.

A tutelare l’ordine pubblico nello svolgimento dell’iniziativa, la presenza congiunta di Polizia, Carabinieri e Polizia Locale, coordinati dal vice questore Paolo Arena, a sorveglienza il presidio fino alla sua conclusione.

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