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Cronaca

JESI ANNIVERSARIO DEL MASSACRO DI MONTECAPPONE: IL SINDACO RICORDA I 7 GIOVANI UCCISI DAI NAZIFASCISTI

commemorazione3JESI, 20 giugno 2015 – Nonostante il trascorrere del tempo, la memoria degli jesini mantiene ancora vivo il ricordo di uno dei delitti più efferati compiuti dai nazifascisti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale: l’uccisione di 7 giovani a tutti noti come i “Martiri del XX Giugno”, di cui oggi ricorreva il 71° anniversario. Quella tragica pagina di storia è stata ricordata con una cerimonia ai piedi del monumento realizzato là dove le sette vittime furono massacrate: Montecappone. La cerimonia è iniziata alle 19 con la formazione di un corteo al bivio Bellavista di Montecappone e da qui ha raggiunto il Cippo dei Martiri dove si tenuta la commemorazione ufficiale con il saluto del Sindaco, Massimo Bacci, e l’intervento di Daniele Fancello, dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi).commemorazione1
La triste vicenda ebbe inizio nel tardo pomeriggio del 20 giugno 1944 quando una pattuglia mista composta da tedeschi e fascisti sorprese un gruppo di una trentina di giovani; grazie alle armi in loro possesso gli uomini in divisa catturarono il gruppo facendolo incamminare verso la zona di Montecappone. Qui i prigionieri furono rinchiusi nella soffitta della colonia Massacci, perquisiti, minacciati, bastonati e poi rimessi in libertà. Non tutti, però. Nelle loro mani rimasero in sette che una spia (forse una donna di Fabriano) avrebbe indicato come partigiani. Nei loro confronti non furono risparmiate sevizie ed ulteriori torture prima di essere uccisi a colpi di mitraglia. Non solo, tanto è stato l’odio nei confronti dei presunti partigiani che non paghi di aver loro sparato tedeschi e fascisti si sono accanito sui loro corpi colpendoli coi calci dei fucili negli occhi, nelle orecchie e sul petto . Questi i nomi dei sette martiri (leggiamo nel volume “Conoscere Jesi” di Giuseppe Luconi e Paola Cocola): i fratelli Armando e Luigi Angelini, rispettivamente di 25 e 18 anni, Francesco Cecchi e Alfredo Santinelli, apprendisti diciottenni, e Mario Saveri, meccanico di 23 anni, tutti jesini. Gli altri due erano dua carabinieri ventenni: Enzo Carboni di S. Eufemia di Aspromonte (Reggio Calabria) e Calogero Grasceffo di Agrigento. Tutti questi nomi sono riportati nella lapide eretta a ricordo del tragico evento.
(Sedulio Brazzini)

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