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Cronaca

JESI ARTI GRAFICHE ALL’OSPEDALE “CARLO URBANI”, MURALES PER VALORIZZARE GLI SPAZI: UNA CASA COMUNE

muralesJESI, 11 novembre 2016 –  Da un po’ di tempo chi si trovava a passare in alcuni corridoi dell’ospedale Carlo Urbani avrà notato che in una determinata zona, a piano terra, erano in corso dei lavori alle pareti dell’ospedale; ad effettuare questi interventi alcuni giovani della Scuola Internazionale di arti graficheComics” in collaborazione con l’Istituto Artistico jesino e sotto la guida di esperti della ditta Caprol, un’azienda tedesca  già nota in città per altre esperienze artistiche (il murales in piazzale San Savino, ad esempio). Lo spazio interessato è quello del “giardino annesso al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, diretto dal Dr. Stefano Bonifazi dell’Ospedale Carlo Urbani”, ci fanno sapere in un comunicato emesso dall’Area Vasta 2.

I murales sono una parte di un progetto che  prevede anche “due conferenze sul tema della salute mentale, da effettuarsi presso l’Istituto artistico e la sala delle conferenze del Presidio A. Murri con scopi informativi, preventivi, di superamento dello stigma sociale e di partecipazione”. Una iniziativa per mettere i giovani destinatari del progetto nelle condizione di comprendere meglio come “l’arte può valorizzare gli spazi più angusti, liberare la fantasia e la creatività, aiutare chi è in difficoltà, per aprire la mente nei momento difficili dell’esistenza, quando si cercano soluzioni alternative e scorciatoie pericolose. Sostanzialmente si cerca di trasformare il reparto da luogo di marginale segregazione ad una centrale e simbolica Casa comune (per pazienti, familiari, associazioni delle famiglie, volontariato, enti morali, ecc.) dove accogliere la sofferenza psichica e recuperare i valori mortificati e poi perduti quando viene calpestata, per vie e forme diverse, la dignità dell’uomo, che viene depositata nei luoghi della marginalità e del discredito: lo stigma. Per questo – si legge ancora nella nota dell’Area Vasta 2 – attraverso interventi diversificati a valenza multipla, si cerca di utilizzare il giardino, luogo simbolico della mente e dell’anima, con modalità gratuite, per invitare le istituzioni dell’ambito comunitario ad aprire una comunicazione partecipativa intorno al luogo dello stigma; migliorare il clima emozionale del giardino annesso al reparto, portando colore e fantasia; ampliare lo spazio immaginario dell’angusta recinzione; cooptare la partecipazione delle famiglie e delle Associazioni con modalità ludico-operative per il recupero della comunicazione e della dignità che il SPDC, come Casa Comune, merita: sensibilizzare i giovani alle problematiche della Salute Mentale, avvicinare i giovani e i degenti alla produzione artistica come modalità di espressione, partecipazione, realizzazione creativa e opportunità di servizio; dimostrare rispetto e sensibilità per la dignità degli operatori, dei degenti e delle loro famiglie”.

(s.b.)

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