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Cronaca

Jesi Celebrazioni 4 novembre: «Difesa della Patria, dovere dei cittadini»

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, i rappresentanti delle Forze dell’ordine, le Associazioni combattenti, hanno sfilato per il Corso dopo la messa ai giardini, cerimonia finale in Comune

Jesi – Anche in città, come nel resto del Paese, si sono svolte questa mattina le celebrazioni per il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

Sono indette in occasione della ricorrenza del 4 novembre, giorno dell’Armistizio di Villa Giusti, in cui l’Italia, al termine della Grande Guerra, rientrò in possesso dei territori di Trento e Trieste occasione che in qualche modo completò il processo di unificazione nazionale iniziato nel Risorgimento.

Un corteo guidato dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo, accompagnato dai comandanti dei presidi delle Forze armate cittadine, il comandate della compagnia dei Carabinieri, capitano Elpidio Balsamo, quello della locale Stazione, luogotenente Fiorello Rossi, il dirigente del commissariato di Polizia, vice questore Paolo Arena, il vice comandante della caserma della Guardia di Finanza luogotenente Pompeo Carrozzo, il comandante della Polizia Locale Cristian Lupidi, si è ritrovato alle 9 al cimitero monumentale in via Santa Lucia per la deposizione di una corona.

Con loro i rappresentanti delle famiglie dei caduti e dispersi, delle Associazioni combattentistiche locali, della Croce Rossa, dell‘Avis, dell’Associazione nazionale Carabinieri, delle Pubbliche Assistenze, consiglieri comunali e cittadini.

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Alle 10 ci si è spostati presso la Compagnia Carabinieri, in Corso Matteotti, per il saluto delle Associazioni combattentistiche e delle famiglie dei caduti e dispersi in guerra al Comandante del presidio.

La messa in suffragio di tutti i caduti si è invece tenuta alle 10.30 ai giardini pubblici di Viale Cavallotti, davanti al monumento.

Quindi i partecipanti sono scesi verso l’Arco Clementino, dove alle 11.30, preceduto dalla banda musicale, si è mosso il corteo che ha attraversato con i gonfaloni tutto Corso Matteotti e Piazza della Repubblica per giungere in Piazza Indipendenza, sede della municipalità jesina.

Peccato perchè, scoraggiati dal vento fortissimo, oggi erano davvero pochi gli jesini che hanno optato per la tradizionale passeggiata della domenica mattina per il Corso.

Una volta giunti in Municipio, il primo cittadino e tutti gli intervenuti hanno reso omaggio, sulle note del Silenzio, ai caduti le cui lapidi sono apposte sulle pareti dell’atrio.

L’intervento del primo cittadimo è stato completamente incentrato sull’articolo 52 della Costituzione della Repubblica Italiana, il quale richiama “La difesa della Patria” e “Il servizio militare”, rifacendosi alla sentenza della Corte Costituzionale del 1967 (la nr 53) «la quale opera – ha ricordato il Sindaco – una distinzione tra il dovere della difesa dello Stato e lobbligo del servizio militare. Esiste una differenza sostanziale tra un dovere diretto ai cittadini e un obbligo imposto ai militari. Dovere e obbligo non vanno considerati come sinonimi. Il dovere di carattere assoluto si richiede a ciascuno, gli obblighi, invece, vincolano soltanto i soggetti ai quali sono specificamente imposti“.

Il riferimento di Lorenzo Fiordelmondo nel giorno dell’Unità Nazionale è diretto proprio a quello che tutti gli italiani hanno il dovere di fare nei confronti dello Stato.

«Tutti i cittadini, senza distinzione alcuna, né di genere né di condizione fisica, hanno il dovere di difenderlo. Al servizio militare, invece, sono indirizzati coloro i quali con coraggio e dedizione scelgono questa strada».

Due dimensioni racchiuse nell’articolo 52 che non devono essere confuse e che «raccontano la storia del nostro Paese».

A conclusione del suo discorso il Sindaco ha ringraziato Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri per la difesa che hanno sempre fatto «in tempi bui e non troppo lontani della nostra Repubblica e anche oggi nell’accoglienza di chi fugge dai Paesi in guerra e nelle calamità naturali dovute ai cambiamenti climatici», nonchè i presìdi locali «animati da competenza, passione e impegno quotidiano».

A conclusione tutti gli intervenuti si sono spostati all’esterno della residenza municipale dove è stato eseguito l’inno nazionale.

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