Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI Comitato difesa ospedale: «Bisogna riaprire presto altri reparti»

«Il “Carlo Urbani” non può diventare punto di riferimento unicamente di pazienti Covid-19 per le Marche»

JESI, 19 aprile 2020 – Il Comitato a difesa dell’ospedale di Jesi  Area Vasta 2, fa sentire la sua voce tramite il dottor Franco Iantosca, che ne è presidente, il quale si sofferma a evidenziare e sottolineare alcune iniziative da intraprendere e suggerimenti da seguire per il miglior andamento della struttura stessa, in questo periodo così delicato.

In ciò seguendo la strada già tracciata dalla presa di posizione del sindaco Massimo Bacci che proprio il 10 aprile scorso aveva evidenziato come il “Carlo Urbani dovesse ritornare presto al servizio degli altri malati.

«Alla luce della nuova situazione creatasi dall’emergenza Covid-19 nel nostro ospedale – sottolinea Iantosca – esprimo ringraziamenti per tutti gli operatori sanitari che si sono dedicati anima e corpo alla risoluzione dei problemi emersi ogni giorno».

«Di contro, non posso non sottolineare che in questo momento nel quale l’emergenza sembra dare tregua e con alcuni reparti del Covid-19 vuoti sia necessaria l’organizzazione di riportare in nostro ospedale alla sua normalità senza però abbassare la guardia».

Franco Iantosca, presidente del Comitato salvaguardia e difesa del “Carlo Urbani”

«Per normalità intendiamo la riapertura e il funzionamento dei reparti chirurgici e non solo, esprimiamo la nostra non condivisione di linee filosofiche di pensiero politico sanitarie a far diventare il nostro ospedale punto di riferimento unicamente di pazienti Covid-19 per le Marche».

«Auspichiamo che il “Carlo Urbani” ritorni ad essere ospedale di eccellenza nei tempi brevi, come lo è stato per decenni. Tutti i pazienti nelle loro varie  patologie hanno diritto ad avere un importante punto di riferimento nel loro territorio. Ricordo inoltre ai politici di riutilizzare al meglio le risorse economiche e che i 13 ospedali chiusi negli ultimi tempi vengano riaperti».

«Tutto questo per evitare ulteriori  danni a carico di pazienti, la parte più debole di questo sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News