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JESI Eredità Cesarini, Carlo Bellocchi: «Pensare e agire in rete»

Carlo Bellocchi

Lettera aperta della realtà che abbraccia le associazioni di volontariato e promozione sociale nell’Ambito Territoriale Sociale IX sulla gestione del lascito

JESI, 2 aprile 2021 – La recente esternazione del Presidente dell’Anffas Jesi sul “caso” delll’eredità Cesarini ha, tra l’altro, chiamato in causa il ruolo del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato e di Promozione Sociale operanti nell’Ambito Territoriale Sociale IX (nella foto in primo piano Carlo Bellocchi, il coordinatore). Lo ringraziamo per questa sua chiamata a correo su una vicenda importante come è quella che riguarda l’utilizzo del lascito testamentario Cesarini a favore di persone diversamente abili.

Lo ringraziamo, perché così facendo pone l’accento su un assoluto, urgente bisogno di una nuova mentalità, di un nuovo approccio per affrontare le questioni del sociale dal punto di vista dell’associazionismo. Questa novità è, in primis, quella di pensare d agire con una logica di rete. Insieme, non divisi. Poi, questa novità è ancora più attuale in virtù della ormai famosa sentenza n.131 del 2020 con cui la Corte Costituzionale ha sancito la co-programmazione e la co-progettazione negli interventi delle istituzioni pubbliche, da attuare insieme con gli Enti del Terzo Settore. Ovvero il mondo dell’associazionismo nelle sue diverse articolazioni.

La vicenda del lascito Cesarini dimostra, ancora una volta, che l’associazionismo deve essere coinvolto, da parte delle istituzioni pubbliche, nelle decisioni. Ciò, soprattutto, per il contributo essenziale da parte dell’associazionismo nella individuazione dei bisogni e nella loro soluzione concreta. D’altra parte, ci sentiamo di riaffermare come in questa, e in altre vicende, il mondo dell’associazionismo del territorio non abbia saputo muoversi in rete, non abbia saputo trovare la giusta motivazione per aggregarsi, accogliendo le istanze più diverse e facendole diventare “massa critica” per orientare le scelte delle istituzioni.

Questa incapacità si paga in termini di coinvolgimento tardivo, di incomprensioni, talvolta anche di polemiche strumentali. Quindi noi diciamo alle istituzioni pubbliche che coinvolgere il Terzo Settore è il modo migliore (efficace e rapido) per conoscere i bisogni del territorio e rispondervi adeguatamente, anche se è un lavoro faticoso, anche se pare rallentare il percorso realizzativo. Cambiare atteggiamento è ormai una strada obbligata. Al Terzo Settore, al mondo del volontariato tutto: di fare rete. Pensare insieme, e agire in collaborazione, è ormai una necessità, non un vezzo partecipativo. Cambiare atteggiamento, anche qui, è la strada maestra da imboccare. E tutto questo – non va dimenticato – viene esasperato dall’emergenza pandemica in atto. Noi del Coordinamento siamo a disposizione, come sempre.

Il Coordinatore Carlo Bellocchi

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