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Cronaca

Jesi Ex Giuseppine, Apotema Costruzioni: «Ecco la realtà dei fatti»

ex Giuseppine

L’amministratore unico Federico Manzotti: «Appare sorprendente che si chieda, oggi, l’arretramento dell’ex convento, dopo che il Piano è stato definitivamente approvato, dopo che le pratiche edilizie sono state presentate e dopo che sono state investite importanti risorse»


Jesi, 20 settembre 2022 – In merito alla vexata quaestio che interessa i lavori del complesso delle ex Giuseppine, in Piazza Pergolesi, il dott. Federico Manzotti, amministratore unico della Apotema Costruzioni, società proprietaria – come altri – di alcune unità immobiliari dell’edificio e impresa esecutrice dei lavori, interviene nel dibattito cittadino scaturito a seguito delle segnalazioni dei Frati Carmelitani proprietari della vicina chiesa di San Nicolò.

«La Apotema Costruzioni si è finora astenuta dal rilasciare dichiarazioni nell’ambito della polemica innescata da varie personalità in merito al destino dell’ex convento, preferendo non tirare per la giacchetta, come hanno fatto altri, le varie Amministrazioni, cittadine e non. Poiché, tuttavia, il nostro rispettoso silenzio – spiega l’amministratore unico di Apotema Costruzioni – rischia di essere frainteso, abbiamo convenuto di illustrare alla cittadinanza la correttezza del nostro operato».

«L’intervento di cui si discute (il recupero dell’ormai fatiscente ex convento delle Giuseppine) è stato preceduto da un lungo iter amministrativo. Il progetto è stato il frutto di un intenso confronto con tutti gli uffici della pubblica amministrazione, Soprintendenza compresa, che all’epoca della presentazione aveva imposto di conservare l’immobile nell’attuale conformazione, ossia con il muro in adiacenza alla chiesa di San Nicolò. Tale decisione risulta confermata anche dai comunicati stampa emessi dal Comune di Jesi a febbraio 2022. Il Piano di recupero che è stato presentato ha raccolto tali indicazioni e le ha tradotte nei progetti che sono stati adottati: prima della definitiva approvazione, il Piano è stato pubblicato a norma di legge. Ebbene, nessuno – neanche coloro che oggi chiedono l’abbattimento dell’edificio o il suo arretramento – ha mai proposto osservazioni o richieste in tal senso, nemmeno i Carmelitani».

«Appare quindi sorprendente – sottolinea Federico Manzotti – che si chieda, oggi, l’arretramento dell’ex convento, dopo che il Piano (per il quale la Soprintendenza aveva dato parere favorevole) è stato definitivamente approvato, dopo che le pratiche edilizie sono state presentate e dopo che sono state investite importanti risorse per la realizzazione dell’intervento. I Frati Carmelitani, con la scusa di danni, hanno ottenuto che la Soprintendenza sospendesse i lavori per la parte di muro che rimane a contatto con la chiesa di San Nicolò: smentisco categoricamente che vi siano danni imputabili alle lavorazioni da noi fatte. Purtroppo, la presenza di acqua nella chiesa, già riscontrata prima dell’avvio dei lavori, deriva dall’omessa manutenzione e da un generale stato di incuria in cui versa il tetto del monumento. Le grondaie sono rotte, le tegole spostate, la vegetazione è cresciuta negli angoli più disparati del tetto (si vedano le foto allegate). In ogni caso la Soprintendenza non ha fatto cenno a danni: la sospensione punta solo ad imporre l’arretramento dell’edificio, ossia un risultato che solo un anno e mezzo fa la stessa Soprintendenza aveva vietato! Per parte nostra, non chiediamo altro che poter realizzare quello che è già stato autorizzato: ricordiamo a tutti che Apotema Costruzioni non è un’entità astratta, ma è un insieme di persone, lavoratori e maestranze oggi messe a dura prova da provvedimenti ingiusti».

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