Attualità
JESI IL LICEO “MANNUCCI” PER I 30 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO
8 Novembre 2019
Arte come strumento di denuncia, protesta e rivendicazione di libertà per abbattere ogni barriera ideologica
JESI, 8 novembre 2019 – Trent’anni fa, il 9 novembre 1989, la caduta del Muro di Berlino. Oggi, nel suo piccolo, un’interessante iniziativa del Liceo Artistico “E. Mannucci” lo ricorda con serietà e impegno ideologico.
Non una performance estemporanea quella avvenuta stamattina nel cortile della scuola, ma un progetto interdisciplinare curato dai docenti di storia, filosofia e discipline artistiche.
«Abbiamo impostato la questione intorno al tema della cura – spiega il professore di filosofia Andrea Minetti -, intesa come cura di sé, degli altri e del mondo. Con i ragazzi del quinto siamo partiti da una riflessione teorica sui concetti di libertà e oppressione, di muro come ostacolo fisico alla realizzazione del soggetto».
Insieme a lui anche l’insegnante di Storia dell’arte Daniela Pennacchioni e Giuliana Pallotto, insegnante di discipline pittoriche.
«Cura è anche impegno etico ad abbattere qualsiasi tipo di barriera ideologica e culturale.- prosegue Minetti – Dal lavoro svolto è emersa prepotente l’esigenza artistica di liberarsi dalle costrizioni e dalle oppressioni. L’arte diventa espressione efficace di protesta e rivendicazione di libertà personale. Il contributo dei docenti di discipline artistiche è stato quello di concepire questo muro simbolico invisibile (foto in primo piano) che testimonia quello fisico caduto di cui resta solo il ricordo da conservare».
«L’operazione di oggi – commenta Pallotto – parte dal concetto di muro come barriera e divisione di famiglie, di popoli, di entità, ma va a togliere ciò che vi era di “brutto”, ovvero la fisicità del muro stesso. Ne rimane l’arte, che fino a trent’anni fa era l’unica cura a quel cancro che dilagava».
Da un lato, spiega la docente, un dettaglio da un’opera realmente presente sul Muro. Dall’altro, corredati da frasi di filosofi anche contemporanei, un particolare del “Guernica” di Picasso e un disegno di Keith Haring, due personaggi che hanno usato il proprio talento artistico come strumento di denuncia.
Un progetto anche sul valore della memoria, dunque, perché resti intatta la libertà da proteggere sempre.
Elisa Ortolani
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