Cronaca
JESI IL RACCONTO DEI DELEGATI DELLA DIOCESI AL CONVEGNO ECCLESIALE: “FRANCESCO HA TOCCATO IL CUORE DI TUTTI”
11 Novembre 2015
JESI 11, novembre 2015 – Lo stadio “Artemio Franchi” di Firenze era pieno all’inverosimile: in cinquantamila hanno atteso Papa Francesco per la grande celebrazione eucaristica, sull’altare costruito dai carcerati che il Pontefice, alla fine, ha ringraziato in nome di Gesù. E nell’attesa è stato tutto un risuonare di voci, un risplendere di colori, con stemmi e bandiere.
Tra di loro i 2200 delegati per il Convegno ecclesiale nazionale, compresa la rappresentanza della diocesi di Jesi, guidata dal vescovo Gerardo.
«La nazione è opera collettiva in continua costruzione – aveva detto il Papa al mattino, in Basilica, in uno dei suoi apprezzatissimi passaggi – e voi giovani siate forti, superate l’apatia e che nessuno disprezzi la vostra giovinezza: vi chiedo di essere costruttori e di mettervi a lavoro per un’Italia migliore».
E allo stadio, dove il Papa è giunto dopo aver consumato il pasto alla Caritas, la preghiera del Rosario ha introdotto la celebrazione mentre continuava l’affluenza delle persone e il coro e l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino intonavano l’Inno del Convegno, “Cristo, Maestro di umanità”.
«Una giornata ricca di emozioni – dice suor Anna Maria Vissani, del centro di spiritualità “Sul Monte”, di Castelplanio – ma anche di provocazioni, perché il Papa ci scuote, ci mette in crisi. Ha delineato una via per una Chiesa nuova, non preoccupata delle belle idee e delle iniziative. Non so se ce la faremo a metterle questa veste. Il convegno, in sé, cammina ancora sul binario di una Chiesa che fa fatica a cambiare gesti, vesti e linguaggio. Ma il Papa ci ha richiamato a lanciarci tutti verso il nuovo, dentro il mondo che dobbiamo amare».
«Essere al Convegno di Firenze è un’opportunità enorme – racconta Matteo Donati, vice presidente Caritas diocesana – già dopo i primi due giorni posso testimoniarlo. Sono arrivato col desiderio di imparare, mettermi in ascolto e convertirmi, ma sto vivendo un’esperienza addirittura sopra le aspettative. Sicuramente l’incontro con Papa Francesco ha segnato una svolta, perché ha toccato il cuore di tutti, prima nell’udienza a Santa Maria del Fiore, poi nella messa celebrata allo stadio. Le parole che più porto dentro sono quelle che ha rivolto ai poveri: “E’ nel loro volto che si vede Gesù, attraverso di loro Lui ci educa”. Poi ai giovani: “Non guardate la vita dal balcone, ma accettate le sfide che essa vi propone. Non costruite muri o frontiere, ma piazze e ospedali da campo”. Che grinta, che entusiasmo. Come si fa a non dire “io ci sto!”».
La giornata odierna è iniziata, per gli jesini, con la messa nella basilica della Santissima Annunziata, cuore della fede dei fiorentini, eretta subito dopo la morte dell’imperatore Federico II quale espressione della libertà politica e della fede ortodossa della città. Quindi, alla Fortezza da Basso, relazioni del prof. Mauro Magatti e del prof. mons. Giuseppe Lorizio sulla società italiana e la responsabilità della Chiesa. Nel pomeriggio i lavori di gruppo.