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Cronaca

JESI PRONTO SOCCORSO, LA VIA CRUCIS DI UN’ANZIANA NOVANTENNE: SEI ORE SU UNA BARELLA ACCUDITA DAI FAMILIARI

JESI, 11 novembre 2015 – Non è stata affatto piacevole la permanenza di una anziana di 92 anni, D.M.R., al pronto soccorso del “Carlo Urbani”, l’altro giorno (9 novembre). Sei ore, dalle 14 alle 20, passate su una barella senza la possibilità di essere assistita.

Parcheggiata in un angolo, con la necessità, insoddisfatta, di dover cambiare il pannolone anche perché afflitta da piaghe. Di sostenersi con un bicchiere d’acqua. Hanno dovuto provvedere i familiari, per quello che hanno potuto,  in quella situazione, con tutte le complicanze del caso ed in mezzo ad immaginabili difficoltà.

Non ci sono codici di urgenza che tengano, di fronte a situazioni come questa,  perché «quanto accaduto vuol dire non avere rispetto della dignità di un essere umano, tra l’altro anche in condizioni di non poter provvedere a se stesso». Questa l’amara e comprensibile considerazione di un familiare.

«Tanto le cose non cambieranno, bisogna farsene una ragione», lo sfogo finale.

 Un continuo calvario, la situazione del pronto soccorso del nuovo ospedale “Carlo Urbani”, questo diamante ancora grezzo, sin dal trasferimento, nei mesi scorsi, dalla vecchia struttura di viale della Vittoria. E’ stata una estate caldissima, piena di polemiche, di denunce, da parte della Fials, il sindacato autonomo lavoratori della sanità, ma si sa, la battaglia sarà ancora lunga.

Più volte il pronto soccorso, servizio delicato e fondamentale, è finito sotto i riflettori della cronaca e più volte lo stesso sindacato ha denunciato la situazione grave ed insostenibile  del reparto «tenuto in piedi grazie allo spirito di abnegazione e sacrificio del personale». Ma quando la coperta è corta è… corta, c’è poco da fare.

Le responsabilità vanno cercate in alto. Là dove abitano le chiacchiere…

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