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JESI MAXI DISTRIBUTORE: CONSIGLIO DI STATO DÀ RAGIONE AL COMUNE

La comunicazione del sindaco Massimo Bacci durante l’assise comunale odierna, ribaltata la sentenza del Tar delle Marche e sulla sanità il primo cittadino incalza: «Si corre il rischio di ripercussioni negative sull’erogazione dei servizi»

JESI, 26 settembre 2019 – Il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar delle Marche, ha dato piena ragione al Comune di Jesi nella causa contro la ditta Scavi e Condotte di Apiro per il diniego alla realizzazione di un mega impianto di carburanti in un’area verde a ridosso di via Roma (foto in primo piano), che avrebbe tra l’altro spazzato via la pista ciclabile di via Spina.
Lo ha comunicato il sindaco Massimo Bacci in Consiglio comunale, nella seduta odierna, suscitando l’applauso dei consiglieri presenti che, a larga maggioranza, si erano assunti in prima persona la responsabilità e il rischio economico di una scelta motivata dalla piena consapevolezza che fosse in capo alla massima istituzione cittadina il dovere di tutelare la comunità impedendo ulteriore cementificazione del suolo e l’aggravio di traffico in una zona della città dove sono già presenti forti criticità.
Proprio in virtù di questi principi il Consiglio comunale aveva bocciato l’autorizzazione alla variante urbanistica per la costruzione del nuovo impianto. Al riguardo il Consiglio di Stato ha chiarito che «le valutazioni di merito relativamente alla corretta pianificazione del territorio sono prerogative di indirizzo politico-amministrative proprie dell’organo consiliare e possono anche motivatamente discostarsi dai pareri resi dagli uffici tecnici comunali».
Un successo politico e di cultura di governo per il Comune di Jesi, difeso dall’avv. Antonio Mastri che è riuscito a dimostrare la piena correttezza e la limpidezza dell’operato dell’Ente nel rispetto delle norme e del diritto. Una sentenza che ribalta quanto invece deciso dal Tar delle Marche che aveva dato ragione alla ditta che voleva realizzare il mega impianto di carburante.
Il Tar, tra l’altro, ritenendo non congrua la richiesta di risarcimento milionaria pretesa dall’azienda, aveva intimato al Comune stesso di formulare una ipotesi risarcitoria che comunque sarebbe stata di svariate centinaia di migliaia di euro, in quel caso a carico dei consiglieri comunali che in prima persona si erano assunti l’onere di questa decisione.
Quella della vertenza milionaria intentata da Scavi e Condotte non è stata l’unica importante comunicazione del Sindaco in Consiglio comunale. Massimo Bacci ha colto l’occasione anche per parlare di sanità e lamentare come nell’ultima Conferenza dei Sindaci di Area Vasta 2 sono giunte dal direttore generale Giovanni Guidi assicurazioni che non convincono.
«Si corre il serio rischio – ha detto Bacci – che nell’immediato futuro vi siano forti ripercussioni nell’erogazione dei servizi sanitari del territorio con probabili riduzioni se non addirittura interruzioni. Per questo abbiamo chiesto che da parte della Conferenza dei Sindaci si approvi rapidamente il Regolamento previsto dalla legge che è l’unico strumento in mano alle comunità per incidere sulle scelte della sanità, avendo potere consultivo, propositivo e, in alcuni casi, anche vincolante».
Tema sanità in crisi del quale si è parlato proprio l’altro giorno con il Tribunale per i diritti del malato (Tdm), i sindacati Cgil, Cisl e Uil e il Comitato cittadino per la salvaguardia e difesa dell’ospedale Carlo Urbani.
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