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Cronaca

JESI NON APRITE QUELLA PORTA, VI ATTENDE IL GIRONE DANTESCO DELL’ARCHIVIO COMUNALE

L'archivio si presenta così: nelle tre navate interne si possono ammirare un profluvio di documentazione risalente a qualche decennio fa

L’archivio si presenta così: un profluvio di documentazione risalente a qualche decennio fa

È già un problema sapersi muovere tra un ammasso cartaceo e l’altro, in spazi minimi ed in una confusione indescrivibile, figurarsi riuscire a trovare qualcosa che ancora oggi possa servire

È già un problema muoversi tra un ammasso cartaceo e l’altro, figurarsi riuscire a trovare qualcosa

Eppure gli impiegati comunali se ne servono, a volte, ma riuscire a beccare quel che si cerca è un altro discorso

Eppure gli impiegati comunali se ne servono, a volte, ma riuscire a beccare quel che si cerca è un altro discorso

 

JESI 14 ottobre 2015 – Quasi un girone dantesco, tra pile e pile di faldoni e documenti imprigionati dalla polvere degli anni. L’archivio comunale della ex chiesa di sant’Agostino, già ex san Luca (sconsacrata nel 1861), si presenta così: nelle tre navate interne, con cappelle laterali, possiamo ammirare un profluvio di documentazione risalente a qualche decennio fa.

È  già un problema sapersi muovere tra un ammasso cartaceo e l’altro, in spazi minimi ed in una confusione indescrivibile, figurarsi riuscire a trovare qualcosa che ancora oggi possa servire. Eppure gli impiegati comunali se ne servono, a volte, ma riuscire a beccare quel che si cerca è un altro discorso.

L’accesso all’archivio-magazzino è situato all’interno del chiostro, ora adibito a passaggio pedonale tra piazza Colocci e piazza Spontini, e in attesa di un futuro riutilizzo se ne sta lì a custodire pratiche di un tempo che fu, neanche lontanissimo.

All’esterno, intanto, fervono i lavori che interessano l’intero complesso, ex chiesa e palazzo Colocci, inseriti nel “Contratto di quartiere”

All’esterno, intanto, fervono i lavori che interessano l’intero complesso

All’esterno, intanto, fervono i lavori che interessano l’intero complesso, ex chiesa e palazzo Colocci, inseriti nel “Contratto di quartiere”, per il restauro delle facciate, l’impermeabilizzazione dei tetti ed il consolidamento dei cornicioni, con interventi al piano seminterrato, piano terra e mezzanino destinati ad attività artigianali e botteghe, per ricavarne 12 alloggi di edilizia sovvenzionata, per la riqualificazione del chiostro e del sottopasso, con l’utilizzo  di biotecnologie (pannelli solari, fotovoltaici, tetto in legno ventilato) e tecniche di riduzione dei rischi sismici.

Un’architettura degna di confrontarsi con il Palazzo della Signoria che troneggia proprio lì di fronte. Sperando che anche gli spazi della ex chiesa di sant’Agostino possano passare la mano dall’attuale ad un utilizzo che ne valorizzi storia e bellezza.

(Pino Nardella)

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