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Jesi Ospedale e pronto soccorso, servono risposte

Le organizzazioni sindacali ribadiscono le criticità esistenti e chiedono all’Azienda sanitaria territoriale provvedimenti concreti sulla situazione del “Carlo Urbani

Jesi, 22 gennaio 2023 – Le scriventi organizzazioni sindacali insieme ai cittadini, agli operatori sanitari del pronto soccorso di Jesi hanno preso atto con grande sdegno e stupore, attraverso gli organi di stampa, della risposta della direzione Ast Ancona, rispetto alla grave situazione denunciata dalle organizzazioni sindacali a seguito della presa in visione della nota di prot. n 214347 del 21.12.2022 a firma dei dipendenti del pronto soccorso del Carlo Urbani di Jesi indirizzata alla direzione di AV 2, alla responsabile del personale, al dirigente delle professioni sanitarie, al primario e al coordinatore del pronto soccorso e rispetto a tale nota non c’è stato uno straccio di risposta o provvedimento migliorativo sia per i pazienti che per gli operatori sanitari assegnati al pronto soccorso, per cui siamo intervenuti come sindacato.

Più precisamente per la questione relativa alla mera descrizione che «allo stato attuale stazionano nei corridoi oltre 35/40 barelle al giorno quando si dovrebbero accettare solo codici rossi, con pazienti non autosufficienti che rimangono in attesa di un posto letto nei reparti (…) senza dimenticare che di notte non vengono effettuati ricoveri. Questo genera un aumento dei carichi di lavoro per tutto il personale che si trova a gestire un vero e proprio Reparto di degenza  quando ciò non è previsto per  il pronto soccorso»

La direzione Ast risponde che «…In ordine alla paventata situazione di affollamento del pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani “, si evidenzia che ciò non risulta vero,e che comunque queste situazioni sono estemporanee e transitorie derivanti dall’accettazione di numerosi codici verdi  ……omissis».

Negando di fatto l’oggettività della situazione se confrontata con i dati ufficiali (numero di  accessi e numero dei decessi) al pronto soccorso del Carlo Urbani e da prove documentali, oltre che dagli innumerevoli cittadini che attraverso i social raccontano le proprie esperienze personali di accesso al pronto soccorso del Carlo Urbani, definendolo un “girone dell’inferno dantesco”.

Ad aggravare la negazione da parte della direzione Ast Ancona rispetto a quanto sopra, la medesima fa un appello alla popolazione con testuali parole: «E’ importante infatti educare tutti al corretto utilizzo del pronto soccorso cui ci si deve rivolgere solo per situazioni di reale emergenza e gravità».

Dimenticandosi che gli organismi deputati alla garanzia dei servizi in materia di sanità di questo territorio hanno l’obbligo, prima ancora di “salire in cattedra” ed educare i cittadini, alla pianificazione,  programmazione e organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali ribadendo con forza che oltre alla grave carenza di personale sia del comparto che medico mancano le strutture di collegamento tra ospedale e territorio, interi Comuni della Vallesina non hanno il medico di base e quei Comuni che lo hanno si trovano con migliaia di assistiti ai quali dare risposte.

Oltre a ciò ed unica nel territorio, la mancanza a Jesi di una Rsa, con il vecchio Murri, vecchio per modo di dire rispetto al nuovo, tutto da utilizzare e in uno stato di abbandono.

Le scriventi organizzazioni sindacali, pertanto, non solo ribadiscono con forza quanto segnalato agli organi di stampa rispetto alle 35/40 barelle di pazienti non autosufficienti che accedono al pronto soccorso del Carlo Urbani ma invitano la direzione di Ast Ancona ancor prima di rivolgere appelli ai cittadini a farsi carico della programmazione, pianificazione e organizzazione dei servizi sanitari di questo territorio, perchè gli stessi sappiano con certezza a quali strutture rivolgersi al fine di evitare accessi impropri al pronto soccorso del Carlo Urbani ma soprattutto al fine di non essere abbandonati.

Senza parlare poi della pessima gestione del personale o delle Case della Salute da edificare per cui,  considerata la grave carenza di personale del sistema sanitario, oltre ai medici di base (o quando si ricorre per l’assistenza al pronto soccorso di Jesi a medici delle cooperative), riteniamo trattarsi di contenitori vuoti.

Le organizzazioni sindacali scriventi, a fronte di quanto sopra esposto, ribadiscono e si riservano di segnalare quanto sopra agli organi competenti, anche attraverso la magistratura di competenza.

Stefano Brutti Fsi Usae, Fabrizio Ferrini Fials, Patrizia Ercoli Csa – Sanità 

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