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Cronaca

Jesi Pedalata e flash mob per una città vivibile e strade più sicure – Video

“Stop al nuovo Codice della strada-strage”, le associazioni aderenti all’iniziativa denunciano la revisione proposta dal Ministero perchè non agisce sulla moderazione della velocità, prima causa dei sinistri stradali

JesiStop al nuovo Codice della strada-strage“: anche la nostra città, come altre nella penisola, si è mobilitara ieri per lanciare un segnale preciso volto a fermare la revisione del Codice della Strada, proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.

Mobilitazione promossa e organizzata da Fiab Vallesina, con Mirco Grilli, JesiClean, con la giovane presidente Gaia Barbarella, Wwf, rappresentato da David Belfiori, Legambiente Circolo Azzaruolo Jesi, con la presidente Francesca Paolini e Fondazione Michele Scarponi, presente il fratello Marco.

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Punto di ritrovo i giardini pubblici di Viale Cavallotti da dove ha preso il via una pedalata diretta in Piazza della Repubblica dove si è svolto un flash mob con gli interventi di Mirco Grilli e Marco Scarponi. Erano presenti anche il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e gli assessori Samuele Animali, Luca Brecciaroli e Valeria Melappioni, quest’ultima partecipante al giro in bicicletta dai giardini in piazza.

La richiesta è quella di una città vivibile e strade sicure, agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico.

Sono 3.159 le persone morte in collisioni sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019, mentre 223.475 sono stati i feriti. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano. L’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte dei giovani sotto i trent’anni.

Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.

Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.

La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Ztl, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030.

Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione.

Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le Città 30, prendendo esempio da Bologna.

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