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JESI Referendum bocciato, M5S: non c’è mai tempo per la democrazia

La “benemerita città regia” che in tempo di crisi sanitaria ed economica ha sottratto due milioni di euro alla beneficenza per spostare una fontana

JESI, 5 dicembre 2020 – Non c’è tempo per il referendum. «Il referendum renderebbe vano il lascito», ha detto il presidente del Consiglio Comunale Massaccesi.

Sulla stessa linea si era espresso anche il sindaco Bacci.

«Dire sì al referendum sulla fontana dei leoni è di fatto una bocciatura al lascito di Cassio Morosetti» proprio perché «serviranno, partendo da subito, almeno sette mesi per assolvere alla parte burocratica e all’intervento di traslazione» disse infatti in una precedente occasione.

La democrazia, il volere dei cittadini, subordinato al “tempo”. Tempo che non è stato dato alla città né dal defunto che ha imposto una data perentoria per veder realizzato il suo nostalgico sogno, né tantomeno dal sindaco che, consapevole che l’opera non fosse nel suo programma di mandato, da luglio scorso si è visto bene dallo spendersi per consultare i cittadini.

Al contrario il sindaco il tempo lo ha perso cercando di “sponsorizzare” la bontà dell’opera, con una operazione mediatica monodirezionale, con esperti e consulenti del Comune tesi tutti in un’unica direzione. Ma ora, nel bocciare la proposta di referendum, le due massime autorità politiche comunali sostengono che non ci sia tempo. Non c’è tempo per il referendum. Non c’è tempo per la democrazia. Non c’è tempo per i cittadini.

La fontana dei leoni e obelisco di Piazza Federico II

Il sindaco sembrò risentirsi quando si ricordò che l’antistorico titolo di “città regia” altro non era che un sogno del Podestà di Jesi durante gli anni più bui del nostro Stato… ma in questa vicenda di fatto ha scelto in solitaria ed ha scelto di imporre il suo volere alla città.

La cosa che lascia perplessi è che secondo lui «Cassio Morosetti aveva capito che vi era la volontà, condivisa da una parte rilevante della popolazione, di spostare la fontana, ma mancavano le risorse».

Ma allora perché non si è fatto promotore, il sindaco stesso, del referendum a luglio, appena avuta la notizia del lascito? Il tempo ci sarebbe stato tutto. Forse non era così convinto neanche lui che questa “parte rilevante della popolazione” fosse poi così “rilevante”?

Ci meraviglia l’atteggiamento del Presidente del Consiglio, che anni fa era molto presente a far rilevare atteggiamenti “poco democratici” del sindaco Belcecchi. arrivando a definirli “quasi da podestà”. Probabilmente sedendo in maggioranza cambiano i punti di vista. La città di Jesi, grazie a questa Amministrazione, sarà ricordata come la “benemerita città regia” che, in tempo di crisi sanitaria, economica e sociale, ha visto bene di sottrarre due milioni di euro alla beneficenza. Per spostare una fontana ed una statua! Grazie sindaco. Grazie Amministrazione.

Grazie maggioranza. Ma, come con il biodigestore, chi si illude di aver messo la parola “fine” sulla questionepotrebbe finire rimanere deluso.

MoVimento 5 Stelle di Jesi 

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