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Cronaca

JESI Spostamento fontana: il filone del pensiero favorevole

Tommaso Cioncolini, consigliere di maggioranza: «Pensare storicamente, oltre la tesi del tiranno nostalgico»

JESI, 7 dicembre 2020 – «Autorevoli esponenti della cultura e della politica sono intervenuti sul tema e hanno espresso contributi audaci e orientamenti puntuali». Così il consigliere comunale di maggioranza, Tommaso Cioncolini, contribuisce al dibattito cittadino dopo la decisione, presa in Consiglio comunale, di spostare la fontana delle leonesse e bocciare il referendum consultivo.

Tommaso Cioncolini

Il consigliere di Jesi Insieme, citando diversi contributi che vanno dagli anni Ottanta ad oggi,  spiega: «Al di là delle diverse posizioni, proprio non si capisce perché le riflessioni che albergano lungo i tornanti della storia della nostra Città non debbano essere prese in esame e approfondite.

In questo senso, forse anche con qualche responsabilità dell’amministrazione che si è soffermata più sul personaggio e meno sul piano culturale, non si comprende perché il confronto debba essere semplificato a suon di simpaticissimi meme e venga completamente ignorata la storia delle idee».

Cioncolini ricorda la posizione di Costantino Urieli su Voce della Vallesina del 1983, quella del Centro Studi Calamandrei su Jesi e la sua Valle nel 1993 e sempre nello stesso periodico, quella di Flavio Donati, tutte favorevoli allo spostamento, come pure quella di Silvano Sbarbati, Armando Ginesi e di Rolando Romagnoli riprese sempre dal quindicinale jesino.

Verifiche tecniche in Piazza Federico II

Favorevole, dunque, allo spostamento, l’intellettuale e storico don Costantino Urieli, che su Voce della Vallesina del 1993 sosteneva come «in una situazione di austerità come quella che il nostro paese attraversa, comprendiamo quanto sia anacronistico per il Comune affrontare un progetto di non lieve impegno e di certo grave peso finanziario, qual è quello di riportare l’obelisco nella piazza per cui è stato pensato e voluto, restituendo alla piazza del Duomo l’aspetto originario che ne faceva una bella piazza settecentesca, violata da quel “monumento” che ne falsa spazialità e identità.

Per questo abbiamo detto e ripetiamo che il progetto è troppo bello per crederci! [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”282404″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

Non c’è bisogno di “ridisegnare” le piazze, a meno che non si voglia stravolgere la loro struttura architettonica, come era stato proposto qualche anno fa in un pazzo e assurdo progetto di un pur celebre architetto. Basta riportare le piazze alla loro condizione originaria».

O la posizione di Paolo Borioni, 1996: «Spero si possa approfondire l’argomento, aprendo un dibattito culturale con la città perché per decisioni così importanti è opportuno avere il contributo di molti cittadini».

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(e.d.)

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