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JESI Stagione lirica: bella inaugurazione, le preoccupazioni rimangono

Il Covid porta ancora a chiedersi quale sarà il futuro del Teatro dal vivo, intanto “Suite Italienne” e “Lesbina e Milo” rompono il ghiaccio

JESI, 18 ottobre 2020 – Serata convincente e coinvolgente, quasi completamente, per la “Prima” al Teatro Pergolesi, che ha inaugurato la 53esima Stagione Lirica di tradizione con “Suite Italienne” (passo a due su musica di Stravinskij) e “Lesbina e Milo” (intermezzi per musica di Giuseppe Vignola).

Quasi completamente, dicevo, perché nell’aria si è ben sentita un’atmosfera ansiosa, di nuovo a chiedersi cosa farà domani il Teatro.

Dopo che si è lavorato per mesi per ridargli la dignità che si merita e per cui ha sofferto nell’arrivare a riproporre, dopo tanto tempo, opere “dal vivo”.

Non strappiamoci gli abiti di dosso prima di sapere se il dramma dello stop toccherà di nuovo il nostro Massimo (inteso come teatro e non come sindaco) e tutto lo straordinario lavoro che c’è stato dietro.

E che ha proposto un’ottima “Suite italienne”, con due giovani ballerini, Sasha Riva e Simone Repele, straordinari interpreti e coreografi, che hanno dato la prova della loro lettura dell’anima del racconto musicale e di Pulcinella, figura chiave del folclore napoletano, che aveva animato Stravinskij, che tanto doveva a Pergolesi.

Incisivo l’accompagnamento di violoncello e pianoforte, con Riccardo Pes e Andrea Boscutti, una simbiosi perfetta e molto ardua, coi due ballerini che hanno incantato il pubblico in sala, in un balletto coerente e omogeneo.

A seguire l’altra opera, “Lesbina e Milo”, tre intermezzi per musica di Giuseppe Vignola su libretto di Carlo de Petris, revisione critica di Maria Chiara Olmetti. Qui l’operazione è stata talvolta difficile nei legami fra il cosiddetto “serio” e gli intermezzi.

La regista Deda Colonna ed il direttore Marco Feruglio hanno, musicalmente e scenicamente, coniugato il “flusso serio” che generava gli intermezzi, mentre la musica accompagnava una visione rovinosa e precaria (quella attuale) dei teatri abbandonati e distrutti.

La regista Dede Colonna

Scenicamente (Benito Leonori è maestro) accattivante, il movimento scenico è perfetto, le voci di Giulia Bolcato e Alberto Allegrezza quasi sempre adeguatamente supportati dalle loro potenzialità vocali.

Alla fine tutti in scena, dagli attrezzisti agli artisti.

Il teatro vive se ci sono queste figure indispensabili.

• Nella foto in primo piano il “debutto” anche per il nuovo assessore alla cultura della Regione Marche, Giorgia Latini (terza da sinistra), insieme a Lucia Chiatti, Cristian Carrara, Massimo Bacci, Luca Butini

Giovanni Filosa   

(foto Stefano Binci)

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