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Cronaca

JESI TERREMOTO, LA LUNGA NOTTE: IL RACCONTO DI CHI NON SI É SVEGLIATO, DI CHI HA DORMITO IN MACCHINA E DI CHI HA RIVISSUTO I TRAGICI MOMENTI DELL’AQUILA

Il maggiore Benedetto Iurlaro (foto CriCo)

Il maggiore Benedetto Iurlaro (foto CriCo)

JESI, 25 agosto 2016 – “Erano a L’Aquila nel 2009 e si può facilmente immaginare che cosa abbiano provato stavolta quando c’è stata la prima, violenta scossa alle 3.36″.

Il maggiore Benedetto Iurlaro, comandante della Compagnia carabinieri di Jesi non aggiunge altro, parlando della moglie e della figlia, quando gli chiediamo come ha vissuto con la famiglia la terribile notte del terremoto in centro Italia, quella di questo 24 agosto.

“Siamo subito usciti nel cortile della caserma di corso Matteotti, aspettando che passasse…”.

Anche stavolta il terremoto infinito ha voluto il suo tributo di sangue: 247  vittime, l’ultimo dato ufficiale. E di paura.

Il sindaco Massimo Bacci

Il sindaco Massimo Bacci

“Con la mia famiglia – afferma il sindaco, Massimo Bacci – abbiamo subito occupato il pianerottolo di casa. Sono stati momenti davvero terribili”.

Il sindaco sta uscendo dal Comune, sono circa le 14 di ieri, 24 agosto, appunto. Da pochi minuti si è avvertita un’altra scossa. Non tutti i clienti del vicino bar Imperiale, in pausa pranzo, se ne accorgono. I bicchieri sui tavoli non si muovono, non si rovesciano. Ma scattano alcuni allarmi. E allora tutti comprendono. Ancora una botta. Che si ripeterà alle 19.50.

“Mi sento come se mi avessero preso ripetutamente a schiaffi – afferma l’assessore Ugo Coltorti -. Dopo la seconda scossa, quella delle 4.30, con la mia famiglia siamo usciti di casa. Tutti fuori. E fuori siamo rimasti sino a quando non abbiamo deciso di fare colazione al bar. La mia via, via Solazzi, era affollata di gente. Abbiamo condiviso la paura con una cinquantina di persone“.

Ugo Coltorti assessore sport Comune di Jesi

Ugo Coltorti assessore sport Comune di Jesi

Il maestro David Uncini

Il maestro David Uncini

David Uncini, maestro di musica e del corpo bandistico cittadino “G.B. Pergolesi“, invece, confessa che “non mi sono accorto di nulla, abito in centro storico e ho continuato a dormire. La mia ragazza, Chiara, invece, è stata svegliata..”.

“Sì, dormivamo tranquillamente – continua Chiara – . Non ho avvertito la prima scossa, a destarmi è stato mio padre, da Loreto, con una telefonata. E’ vero, comunque, David non ha sentito assolutamente niente“.

Tutto il contrario di Enrica e Dino, che insieme a molti altri jesini si sono precipitati alla loro auto e hanno deciso di trascorrere lì dentro il resto della notte, parcheggiati in piazza Ricci, vicino al parco Esedra. Ma anche largo Allende aveva ospiti. Tanto per non correre rischi. Una situazione, questa, che si è proposta in vari punti della città.

Gente anche in piazza della Repubblica, assisa sulle sedie di plastica verdi che lì stazionano e in piazza Colocci.

Susanna Batazzi

Susanna Batazzi

Il vescovo don Gerardo Rocconi

Il vescovo don Gerardo Rocconi

“Ho sentito tutto – ricorda l’architetto Susanna Batazzi – e quello che mi ha impressionato di più, dopo, in un silenzio irreale, è stato l’improvviso abbaiare, all’unisono, di tanti cani, abbaiare che proveniva dalla zona del parco del Vallato, dove si affaccia la mia casa. Sono anche uscita. Via Mura Orientali era deserta. Eravamo solo io e un altro cane che andava su e giù…”.

Il vescovo, don Gerardo Rocconi, ricorda di aver “sentito le due scosse molto bene. Ed è stato terribile, davvero terribile. C’è soltanto da affidarsi al Signore. Come credente prego perché ci si liberi da questi momenti di sofferenza comune, anche se per chi li vive da vicino, per chi perde una persona cara, non è facile accettare quello che accade. Si perde la speranza. Ma poi bisogna rimboccarsi le maniche e andare avanti“.

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