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Jesi Unione dei Comuni, prospettiva di vita e di sviluppo

Il convegno organizzato dalle liste civiche jesine sulle opportunità di fare rete con servizi integrati per un unico territorio

Jesi – Il piccolo se resta da solo è perduto, in rete può aspirare a evolvere e accedere a servizi e finanziamenti ai quali da solo non potrebbe aspirare.

Si è parlato di piccoli e grandi Comuni, di fare rete, di sinergie, nel convegno organizzato dalle liste civiche Patto per Jesi, Jesiamo e Per Jesi, dal titolo “Unione dei Comuni della Vallesina – Servizi Integrati per un unico territorio“, svoltosi ieri a Palazzo dei Convegni.

Un progetto, quello di realizzare l’Unione dei Comuni della Vallesina, sostenuto dalle liste civiche jesine che porteranno avanti nelle interlocuzioni con la Giunta comunale, come ha spiegato Giancarlo Catani, di Patto per Jesi, nel presentare e moderare il dibattito del convegno.

All’incontro di ieri sono intervenuti Maurizio Mandolini, direttore dell’Unione dei Comuni Le terre della Marca Senone, costituita da 7 Comuni del Senigalliese, Luigi Albano, segretario generale del Comune di Jesi, che ha raccontato dell’esperienza dell’Unione dei Comuni della Vallesina conclusasi nel 2017, Giovanni Xilo, esperto nella gestione dei Servizi pubblici locali, che ha portato le sue conoscenze in merito alle realtà in cui le Unioni dei Comuni funzionano, sono circa 500 quelle presenti in Italia.

Per i saluti istituzionali erano presenti Goffredo Brandoni, assessore regionale agli Enti locali, il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, i presidenti delle liste civiche cittadine: Luciano PacentiPatto per Jesi, Daniele MassaccesiJesiamo, Paolo GubbiPer Jesi. Presenti in sala anche i Sindaci dei Comuni della Vallesina tra cui Sandro Barcaglioni, di San Paolo di Jesi e Tiziano Consoli, di Maiolati Spontini.

Nel suo saluto iniziale, l’assessore Goffredo Brandoni ha evidenziato come la costituzione delle Unioni dei Comuni sia importante per consentire anche alle realtà più piccole di accedere a servizi e partecipare a bandi europei, ai quali non riuscirebbero ad accedere se restassero isolati.

«La natura stessa dei bandi europei richiede la presenza di funzionari specializzati sia nella fase di stesura del progetto da presentare, ma soprattutto nella fase finale di rendicontazione», ha sottolineato l’assessore, evidenziando anche il ruolo della Regione, come Ente che deve supportare le Unioni mettendo a disposizione risorse umane specializzate, «nelle Marche abbiamo fondi per finanziare la presenza di 34 esperti», ha sottolineato.

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, nell’evidenziare l’importanza di fare rete, ha voluto però mettere in risalto le sinergie già presenti in Vallesina, nell’ambito dei servizi di assistenza alla persona e dei servizi culturali, rispettivamente in capo all’Asp Ambito 9 e alla Fondazione Pergolesi Spontini.

«Una realtà, la nostra, che sotto certi aspetti vede già la coesione tra Comuni – ha sottolineato – e grazie a questi contenitori può diventare territoriale, e nell’immediato dovrà affrontare questioni importanti, a livello ambientale e del cambiamento climatico, a livello europeo, rispetto al principio di precauzione e a livello nazionale rispetto all’intelligenza artificiale, in merito alla produzione normativa e alla responsabilità civile che si andrà delineando».

«I Comuni piccoli non possono risolvere problemi grandi – ha sottolineato Maurizio Mandolini portando la sua esperienza di direttore dell’Unione dei 7 Comuni del Senigalliese -. La necessità di unirsi ha attraversato diverse fasi, negli anni ’90 si sono sperimentate diverse forme associative, esperienze di consorzi, convenzioni, manifestate anche con l’organizzazione dei servizi sociali in Aree vaste».

«La seconda fase, con la nascita delle Unioni dei Comuni, ha visto gli interventi sul personale con l’organizzazione di servizi centralizzati che garantissero un’economia di scala e permettessero ai cittadini dei Comuni più piccoli di ottenere un’uguaglianza nell’accesso al servizio rispetto ai Comuni più grandi. La terza fase riguarda la partecipazione ai bandi europei e la possibilità, all’interno dell’Unione, di formare figure specializzate che siano in grado di redigere i progetti».

«Nel caso della nostra esperienza posso dire che l’Unione ha portato al 44,3% di risparmio sui dipendenti pubblici e al 37% di risorse aggiuntive a disposizione. La prospettiva a lungo termine è senz’altro la realizzazione di un piano strategico di sviluppo territoriale».

E’ toccato anche al segretario generale del Comune di Jesi, Luigi Albano, riportare l’esperienza dell’unione dei Comuni della Vallesina, che aveva coinvolto 8 realtà ed è rimasta in vita dal 2007 al 2017, di cui ha evidenziato aspetti positivi e criticità che hanno condotto al fallimento dell’esperienza. Tra le note di merito, l’incremento del servizio di vigilanza della Polizia Locale sui Comuni coinvolti, la migliore organizzazione dei trasporti sanitari e il coordinamento organizzato dalla Protezione Civile.

Tra gli aspetti negativi, «le resistenze dei dipendenti comunali a fare squadra, le difficoltà nella gestione dei servizi condivisi e dei dipendenti condivisi, le difficoltà nello sviluppare un’identità territoriale e, sul finale, la scarsa volontà dei Comuni di credere in questo modello di sviluppo».

L’intervento dell’esperto di Enti locali Giovanni Xilo, ha portato alla luce i casi di Unioni dei Comuni che sul territorio nazionale funzionano e offrono vantaggi consistenti alla vita delle realtà più piccole che in prospettiva, se continuassero a muoversi da sole, non riuscirebbero a sopravvivere. Da qui la necessità di trovare soluzioni per mantenere in vita i piccoli Comuni che rappresentano la peculiarità del territorio italiano ma che non hanno prospettive di crescita se non con strategie che puntino ad accordi con altri Comuni, sinergie di varia natura, accorpamenti, oppure all’Unione tra Comuni.

«Un progetto che, come liste civiche, porteremo avanti per la Vallesina», ha sottolineato Giancarlo Catani, che ha anche avanzato una proposta per la denominazione dell’Unione “Comuni della Vallesina e del Verdicchio“.

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