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LETTERE&OPINIONI “UN ANNO INDIMENTICABILE”

Il racconto di due ragazze che hanno fatto l’esperienza del servizio civile nella Casa di Riposo di Cupra Montana

 

CUPRA MONTANA, 21 settembre 2018 – Tra qualche giorno metteremo le nostre ultime firme in quel foglio delle presenze. E’ trascorso ormai un anno da quando, di fronte al bando del Servizio Civile, abbiamo deciso di intraprendere questo cammino intenso, tortuoso ma colmo di amore e gioia. Svolgere il servizio presso la struttura Fondazione “Papa Giovanni Paolo II” di Cupramontana era proprio ciò che volevamo. Vivere la solitudine di un anziano, vivere la malattia, la disabilità e la cura di alcune persone verso altre, era ciò che desideravamo conoscere al meglio. Eravamo impaurite e spaventate ma ciò che volevamo fare era qualcosa di buono per questi “nonni” e per noi stesse.

Ed ecco che è cominciata questa avventura il 13 settembre del 2017. Ora siamo qui a raccontare questo anno che sta terminando. Nei primi mesi, dopo aver fatto delle ore di formazione obbligatorie, ci sentivamo delle vere e proprie osservatrici, curiose di conoscere il mondo dell’anziano all’interno di questa struttura. In punta di piedi abbiamo cercato di entrare nelle loro vite e nel loro ambiente avendo rispetto delle abitudini e della sensibilità di ognuno. All’inizio osservavamo quasi a distanza per paura di imbatterci in situazioni difficoltose e ingestibili emotivamente.

È difficile riassumere in poche righe tutto ciò che è accaduto in questi mesi.

Nonostante le prime difficoltà, in quanto eravamo un po’ impacciate nell’approcciarci a questo mondo per noi sconosciuto e perché credevamo di non essere all’altezza, abbiamo trovato una struttura molto accogliente e confortevole, pronta ad ospitarci e a renderci parte integrante di essa. Fin da subito tutto il personale ha avuto fiducia in noi e nelle nostre competenze. Per qualsiasi cosa potevamo contare nella disponibilità della nostra Olp (Operatore Locale di Progetto) Andreina, che nonostante i suoi mille impegni da infermiera, ci ha sempre dedicato del tempo e ha sempre creduto in noi. Si è creato fin da subito un clima di collaborazione e di cooperazione sia con la nostra Olp che con tutti gli altri operatori. Grazie all’appoggio di tutti, dal personale ai familiari, all’Ufficio Amministrativo, siamo diventate sicure di noi stesse e di quello che facevamo.

In questo tempo trascorso, siamo cresciute e diventate persone diverse grazie agli insegnamenti dei nostri anziani. Crediamo di aver migliorato il loro ultimo viaggio della vita, rendendolo meno piatto e monotono. Abbiamo imparato a conoscerli, leggendo i loro sguardi quando qualcosa non andava. Siamo riuscite a raggiungere i loro cuori come loro hanno lasciato un segno indelebile nella nostra vita.

Certe volte credevamo di non farcela, ci sentivamo distrutte psicologicamente ma ciò che più ci ha motivato sono stati loro, i “nostri” anziani, a cui brillano gli occhi ogni volta che ci vedono arrivare. Non è stato semplice dire loro che il nostro percorso sta terminando e che presto non saremo più lì con loro ogni giorno.

Al di là di tutte queste nostre emozioni e al dì là dell’organizzazione e della funzionalità della struttura, possiamo riassumere le attività che abbiamo svolto in questo servizio civile in quelle di formazione specifica e teorica, importante per avere una base conoscitiva e per orientarsi in un ambiente nuovo; instaurazione di relazioni con l’altro, basate sull’esser comprensive, empatiche e dolci, e allo stesso tempo collaborative con il personale nei limiti di quello che potevamo fare. Ci siamo cimentate nello svolgimento di lavori creativi e di animazione per permettere agli anziani di esercitare certe capacità fondamentali, come la manualità e soprattutto per divertire e passare del tempo diversamente. Abbiamo partecipato, dando tutto il nostro aiuto e contributo, alle attività psico-motorie e di ginnastica dolce proprie della struttura, e alle feste organizzate dalla stessa. Ogni giovedì pomeriggio ci siamo rese disponibili nell’accompagnare gli anziani e nel partecipare alla celebrazione della Messa, nella chiesa della Casa di Riposo “Papa Giovanni Paolo II”. Non appena è arrivata l’estate, abbiamo iniziato a portarli fuori, a fare con loro il giro della piazza, che hanno molto apprezzato in quanto hanno potuto rivedere e scambiare qualche chiacchiera con vicini di casa, amici, ed altre persone che da parecchio tempo non vedevano.

Vedere la gioia nei loro occhi per le piccole cose ci ha rese felici ed appagate. Mettendoci nelle loro vite con le nostre menti abbiamo compreso come per questi anziani sia molto importante una carezza, un abbraccio, dati al momento giusto.

Abbiamo imparato tanto e non dimenticheremo mai i loro sorrisi.

È stata un’esperienza che ha colmato un intero anno della nostra vita cambiandola e arricchendola.

Lucia Badiali e Melissa Paladini

“Non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare” (Maria Teresa di Calcutta)

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