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L’inchiesta Report e il “caso” Fileni

Un semplice contributo per aiutare chi legge a fare una serie di riflessioni

di Domenico Gioia

Premetto che non amo e non ho mai amato programmi come Report, Le Iene, men che meno Striscia, in special modo quando si occupano di realtà aziendali come nel caso della trasmissione che si è occupata di Fileni.

Se l’azienda ha commesso delle irregolarità ritengo sia il caso se ne occupino le autorità competenti, esistono per questo l’esposto e la denuncia, fare programmi mirati non mi sembra corretto, anche perché non esiste mediaticamente un equilibrio tra chi attacca e chi si deve difendere.

Quello a cui ho assistito guardando il programma è stato un linciaggio mediatico che ha pochissimi precedenti. Non si è trattato di un programma di inchiesta su un settore, che avrei apprezzato, ma nei confronti di una singola azienda il che a mio avviso è grave.

Mi chiedo e vi chiedo, ma se esistono irregolarità, queste vengono commesse solo dall’azienda marchigiana? Gli altri produttori, settore bovino compreso, ne sono esenti? Il programma ha iniziato parlando di aviaria e della sua pericolosità, continuando con Fileni evidenziando bene il marchio. Già questo accostamento, di per sè, non mi sembra corretto.

A questo si sono aggiunti una serie di elementi ad iniziare con i maltrattamenti agli animali, il bio non bio, il cattivo odore degli allevamenti, ecc. Non ritengo che questo sia un modo corretto di fare informazione, mi è sembrato molto di più un attacco senza esclusione di colpi ad una realtà aziendale in grossa espansione.

Ripeto, la mia non vuole essere una “difesa d’ufficio” dell’azienda, con cui non ho mai avuto rapporti professionali, ma un semplice contributo ad aiutare chi legge a fare una serie di riflessioni.

Sappiamo che chiunque abbia un minimo di formazione in scienza della comunicazione sa quanto affermato da Pasolini sia vero e attuale e cioè che lo spettatore si pone nei confronti del mezzo televisivo in uno stato passivo di soggezione e quindi risulta estremamente facile fare passare un messaggio negativo nei confronti dell’aziendacrocefiggerla.

Siamo sicuri poi che il lato politico non abbia influito? Mi spiego meglio, se nelle Marche invece di governare la destra avessero governato altre forze politiche sarebbe stata la stessa cosa? Chi mi legge spesso, sa quanto io sia distante dalle posizioni dell’attuale Governatore, ma l’accostamento che in una parte del programma si è cercato di fare con Acquaroli, onestamente non mi è piaciuto.

Perché non si è fatto nessun riferimento ad altre aziende, forse sono stati fatti esami, analisi in altre regioni, in altri ambiti, magari concorrenti alla Fileni ed è tutto risultato in ordine?  Non credo, come non credo che solo gli allevamenti marchigiani emettano cattivi odori.

Nessuno ha evidenziato quali e quanti investimenti stia facendo l’azienda per la qualità dei prodotti, e mi risulta ne abbia fatti e ne stia facendo, sarebbe servito per equilibrare la cosa ed invece si è preferito puntare su ambiti più d’impatto mediatico.

Come non mi sembra sia stato fatto il minimo accenno alla qualità degli ambienti di lavoro, del grado di soddisfazione di chi lavora in azienda, ecc. Ora consentitemi una riflessione tecnica, se un errore è stato commesso dall’azienda in questo frangente è stato quello di non affrontare a muso duro l’inchiesta.

Magari una maggiore attenzione al crisis management sarebbe stato auspicabile

In questi casi i “no comment” non funzionano, come non funziona lasciare il sito come se niente fosse, come non funzionano laconici comunicati stampa.

Tornando a noi, resta il fatto che dietro a un’inchiesta televisiva, si è attaccata in maniera feroce una realtà aziendale importante, di successo e questo, consentitemelo, appare semplicemente strano.

Da tutto questo ne escono male anche le Marche che appaiono una regione “devastata” dalla presenza, magari puzzolente, degli allevamenti, e consentitemi, questo proprio non mi sembra.

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