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LUCABONI: «IO FAVOREVOLE AL BIODIGESTORE MA CHI SARÀ IL PRIVATO CHE GESTISCE?»

Massimiliano Lucaboni interviene sul biodigestore, dopo l’approvazione in Consiglio con i voti favorevoli della maggioranza e di Forza Italia

JESI, 11 agosto 2019 – L’ex candidato sindaco Massimiliano Lucaboni interviene sulla questione che ha infiammato l’estate jesina a colpi di botta e risposta, uscite dall’aula e consigli comunali convocati d’urgenza.

Si parla molto di biodigestore a Jesi, cosa che assolutamente mi trova favorevole. Certo il nome può anche spaventare, sembra una sorta di mostro pronto a digerire tutto e tutti, ma in realtà si tratta di un impianto dove i nostri rifiuti vengono trasformati in energia. Ce ne sono tantissimi in Europa e nel nord Italia. La questione sulla quale però, da cittadino, vorrei puntare e sulla quale a mio avviso varrebbe la pena aprire in dibattito è chi sarà il privato che avrà in gestione il 51% dell’ impianto? Perché la cosa importante è anche questa. Facciamo fantascienza: in città si è infuocato il dibattito quando si parlava di costruire il biodigestore nella zona Coppetella. Notizia che portò a furor di popolo ad una rivolta degli abitanti per dire “no qui non lo vogliamo”. Poi si è deciso per un altro sito: l’ex zuccherificio. Finito ormai nel dimenticatoio collettivo, qui doveva nascere il nuovo Palazzetto della scherma, campi attrezzati per sport, varie cose di cui, come dicevo, nessuno parla più. Fino ad oggi che si torna a parlare del sito in questione. Ora, continuando a parlare per fantascienza: se il sito della Coppetella fosse stato scelto non casualmente, ma nella consapevolezza che ci sarebbe stata una sorta di rivolta popolare contro questa assegnazione, tanto che lo spostamento alla ex Sadam apparirebbe come un fare di necessità virtù? Ripeto è fantascienza, ma nei prossimi giorni quando uscirà il nome del privato che avrà le gestione del 51% dell’impianto solo allora, credo, potremo dire se questa da me narrata sia scienza o fantascienza come citava una vecchia pubblicità degli anni 80.

Massimiliano Lucaboni

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