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MOIE Grusol: servizi residenziali e disinteresse istituzionale

Secondo i dati regionali analizzati, le strutture per malati e non autosufficienti sono luoghi popolati da persone che contano poco e senza un trasparente sistema di accesso

MOIE, 27 giugno 2021 – Il  Gruppo Solidarietà, Grusol, ha analizzato i dati presentati dalla Regione Marche in occasione di una recente interrogazione consiliare; dati che confermano, se ce ne fosse ancora bisogno, l’assenza di governo regionale nell’area assistenza residenziale. Un settore non governato le cui conseguenze sono pagate in maniera pesante dalle persone malate e non autosufficienti che fruiscono di questi servizi. 

 Luoghi popolati da persone che contano poco e nei quali mantenere un trasparente sistema di accesso non sembra interessare nessuno degli attori in campo. Una situazione funzionale a mantenere un sistema discrezionale e quindi potenzialmente clientelare nel quale c’è tutto l’interesse, da parte delle Istituzioni, a non far emergere la distanza tra domanda e offerta e al contempo non far conoscere alle persone quali sono i loro diritti. Un cosa sembra certa, conclude il Gruppo Solidarietà nell’ambito della cosiddetta “assistenza residenziale”, di tutto abbiamo bisogno meno che a un ritorno della “normalità” pre pandemica.

1) Non sappiamo, dovremmo invece saperlo, quante persone sono in lista di attesa nelle residenze per anziani. Il dato presentato (assente quello dell’Area Vasta 5 di Ascoli Piceno), indicherebbe 445 persone in lista, contro le 2.906 di tre anni prima. Impensabile che in un triennio la lista sia diminuita dell’85%. Ma soprattutto dati contraddetti dalla realtà. Che in 3 Distretti (Jesi, Civitanova Marche, Urbino) non ci sia nessuno in lista e che in altri 4 (Senigallia, Macerata, Camerino, Fabriano) ce ne siano 13. Non sono in lista neanche le persone che sono nei posti autorizzati (dove la retta è totalmente a carico della persona) ma non convenzionati?

2) Quante persone sono oggi presenti nelle strutture rispetto alla fase prepandemica? Non lo sappiamo.  Il dato regionale, riferito ai soli anziani, non lo dice. Indica solo le presenze al 7 aprile (4.705). Una nostra stima indica una riduzione di circa il 22%. Ma il dato più improbabile è quello fornito in tema di ammissioni (4.785). Un numero straordinariamente alto, addirittura superiore alle presenze, considerato inoltre che, nel 2020, per diversi mesi gli ingressi nelle residenze sono stati bloccati

3) Contagi, decessi e focolai nelle struttureAssente il dato dei contagi, impreciso quello sui decessi, pesante quello dei focolai. Il dato delle persone contagiate non viene fornito. Quello dei decessi viene indicato al 21,6%, ma è un dato non corretto. Non è chiaro infatti se il riferimento riguarda solo i decessi negli ospedali gestiti da Asur e quello nelle residenze ricomprende anche quelle Covid i cui ricoveri non riguardano anche persone provenienti dal domicilio. Di grande significatività è il dato sui focolai. Nella sola seconda ondata sono stati 80 e hanno riguardato oltre il 30% delle residenze per anziani e disabili. Un dato che dovrebbe essere preso in grandissima considerazione al fine di verificare se le ragioni sono di tipo strutturale con riferimento ai requisiti delle residenze.

Leggi o scarica l’analisi del Gruppo Solidarietà

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