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Cronaca

Morte nel canale Amarezza e rabbia: «Una tragedia annunciata»

Il primo incidente mortale risale al 1986, nel 1989 la vittima è stata un camionista, nel 2019 salvo per miracolo un ragazzo perché l’alveo era in secca, i residenti invocano più sicurezza

di Nicoletta Paciarotti

Serra San Quirco, 13 ottobre 2022 – Amarezza, dolore e rabbia nei residenti per la tragedia che lunedì scorso ha strappato alla vita le due donne jesine Cinzia Ceccarelli, 58enne, e Sabina Canafoglia, 51 – oggi i funerali di entrambe – morte annegate nel canale di Sant’Elena dopo esservi finite dentro con l’auto con la quale tornavano a casa dal lavoro.

«Una tragedia che avrebbe potuto essere evitata».

Canale a Sant’Elena

«Non è la prima volta che succede – dicono – il canale deve essere messo in sicurezza, la rete non basta, serve un muro, qualcosa di più sicuro. Abbiamo segnalato in tutti i modi, ma è come se chi di dovere non avesse gli occhi».

Una serie di incidenti

La prima vittima del canale è stata una ragazza di Serra San Quirico, aveva 29 anni, è finita con l’auto, una Fiat 500, nell’acqua nel tratto di Arpini, in contrada Serralta, era il 1986. Nel 1989 un camionista, del Nord Italia, è morto annegato, dopo aver perso il controllo nel mezzo, sempre in contrada Serralta, vicino al ponte che interseca via Fratelli Bandiera.

Il 1 novembre 2019, nello stesso tratto, un ragazzo si è salvato dopo aver cappottato nel canale: il corso d’acqua era secco. Lo scorso lunedì, era il 10 ottobre, una Polo Volksvagen, con a bordo quattro operai dell’Elica, è finita nel canale: il bilancio è di due morti, un ferito e un illeso.

«Quel tratto a Sant’Elena forse era il più sicuro perché non costeggiante la carreggiata, ma un guard rail serve su tutto il perimetro. Le condizioni del canale nel resto del territorio comunale sono pietose, il guard rail è alto come un marciapiede».

Canale a Serralta

Il Comune e l’Enel

Il canale è di proprietà dell’Enel, viene utilizzato dall’azienda per produrre energia presso la centrale vicino all’Abbazia di Sant’Elena.

Prima dell’incidente del 1986, l‘ente aveva provveduto a mettere una rete verde, a protezione e sicurezza del canale, evitando così che pedoni e animali potessero trovarsi in condizioni di pericolo.

«Negli anni – spiega un serrano – il Comune di Serra San Quirico ha sempre preteso che fosse l‘Enel a mettere un guard rail a protezione del canale di proprietà. L‘Enel in realtà per proteggere il canale ha provveduto a mettere una rete, quindi la sua proprietà l’ha messa in sicurezza».

«La rete però non serve a proteggere una macchina che finisce nel canale, la macchina che transita sulla carreggiata è – a mio avviso – onere del comune, perché la strada è comunale. Il Comune deve provvedere a proteggere la sua proprietà».

«Abbiamo inviato tantissime segnalazioni, qualcuno faccia qualcosa».

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