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Cronaca

Santa Maria Nuova Addio al maestro dei parrucchieri Caio Belelli

Molti acconciatori della provincia di Ancona gli devono l’aver appreso il mestiere, il suo grande amore per la Juventus lo portò a rischiare la vita all’Heysel, mentre la sua passione per il cibo gli fece ideare la “24 ore de magnada”

Santa Maria Nuova – Si è spento lunedì mattina a quasi 86 anni Claudio Caio Belelli, per decenni punto di riferimento degli acconciatori maschili della provincia.

Tanti sono i titolari di saloni di successo, anche di Ancona e Jesi, a dovergli l’insegnamento del mestiere, essendo stato anche al vertice della Accademia nazionale acconciatori maschili Ancona-Jesi.

Caio era un personaggio autentico, schietto, sincero, che diceva sempre quello che pensava, senza tanti filtri.

Qualcuno lo definiva il sindaco di Collina, ovvero della popolosa frazione di Santa Maria Nuova dove aveva il salone, ormai da molti anni gestito dal figlio Raffaele.

Definirlo semplicemente per quello che ha fatto come parrucchiere è davvero riduttivo. Il suo Salone Claudio in via Piave è stato meta imprescindibile dei calciofili per parecchio tempo. Fautore degli anni d’oro della Labor, la squadra di calcio locale per la quale ha rivestito sempre il ruolo di tesoriere ma anche di presidente, fino alla disputa del campionato di Promozione quando andò anche vicina all’ammissione al primo torneo di Eccellenza.

Caio Belelli (primo da sinistra nella fila centrale) con il Collina Calcio campione provinciale amatori 1994/95

Tra i suoi allievi c’è anche Alberto Vitali, lo storico barbiere di Piazza Baccio Pontelli a Jesi, che al Salone Claudio ha fatto da apprendista per 9 anni fino al 1980, quando decise di aprire la sua attività.

«Caio è sempre stato all’avanguardia – ricorda Vitali -, vedeva più avanti di tutti. Un episodio simpatico, ma che rende l’idea: fu il primo a fare la pubblicità al cinema, prima dell’inizio dei film. Ancora non lo facevano nemmeno a Jesi, ma al Cinema Fiamma di Santa Maria Nuova, nel 1973, prima dell’inizio delle proiezioni andava il suo spot, con tanto di riprese nel salone. Ricordo ancora lo slogan: Per un taglio sobrio e moderno, Salone Claudio, che la voce fuori campo leggeva tra le battute della gente. Allora ridevano tutti, ma lui era 20 anni avanti…».

Tuttavia, se parliamo di calcio, Caio era soprattutto un supertifoso della Juventus. Per la Vecchia Signora la sua era una vera mania e come accade per i grandi amori, era presente anche nel momento forse più buio della sua storia: la notte dell’Heysel.

In quel 29 maggio 1985 Caio rischiò la pelle nel maledetto settore Z dell’inadeguato stadio di Bruxelles, prima della finale di coppa dei Campioni contro il Liverpool.

Salvò la vita per un pelo, perchè ebbe la prontezza di rendersi conto prima degli altri che stava accadendo qualcosa di grave e riuscì a fuggire dell’unica porticina presente, prima che per la pressione delle persone non fu più possibile aprirla.

Un momento della strage al settore Z dell’Heysel di Bruxelles

Sarà ricordato anche per essere uno degli inventori, della 24 ore de magnada, nata con i suoi amici di Collina e divenuta per diversi anni una tappa fissa per molti abitanti della frazione.

Per un giorno interno, anche di notte, dalla cucina uscivano portate di tutti i tipi, salati e dolci, e chiunque ci fosse poteva mangiare. Un’altra sua invenzione per l’altra sua grande passione: quella per il buon cibo.

Da alcuni anni, a causa degli acciacchi causati dall’età, non riusciva più a passare qualche ora in salone, come aveva sempre fatto anche dopo la pensione, e se ne sentiva già la mancanza. Figurarsi ora che non c’è più.

Funerali oggi alle ore 15 nella chiesa della Sacra Famiglia di Collina.

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