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Telemedicina Jesi e Vallesina leader nel territorio marchigiano

Marco Pozzi

Marco Pozzi: «L’introduzione di un sistema che oggi non si rivolge più solo ai pazienti covid ma anche a persone affette da patologie croniche e oncologiche che le rendono più fragili»

Jesi, 13 giugno 2022 – La città di Jesi e l’intero territorio della Vallesina si confermano leader nelle Marche per l’introduzione della telemedicina.

Lo annuncia con soddisfazione il dott. Marco Pozzi, medico e direttore della struttura di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica presso gli Ospedali Riuniti di Ancona nonché responsabile del progetto rotariano di telemedicina.

Un sistema che offre la possibilità di fare teleconsulti e telemonitoraggi dei pazienti, rivoluzionando così l’ambito dell’assistenza.

Marco Pozzi
Marco Pozzi

«Come Rotary, due anni fa, abbiamo sviluppato il progetto di telemedicina nelle regioni di Marche, Abruzzo, Umbria e Molise – spiega Marco Pozzi -. Il fine era seguire in via telematica i pazienti collegati da casa e o dalle strutture residenziali, per mantenere durante la pandemia un alto livello di assistenza nonostante le condizioni di isolamento e le difficoltà negli spostamenti».

Un sistema che oggi non si rivolge più solo ai pazienti covid ma anche a persone affette da patologie croniche e oncologiche che le rendono più fragili.

«In questo contesto – sottolinea –  nel territorio di Jesi e Vallesina è partito un progetto che ha avuto uno sviluppo più articolato ed esteso rispetto al resto delle Marche e delle altre regioni».

I risultati ottenuti sono stati il frutto di un lavoro di squadra.

«In primis, abbiamo coinvolto una rete di medici di medicina generale – aggiunge il responsabile del progetto rotariano -. Grazie poi alla collaborazione con lo Iom abbiamo acquistato quattro apparecchi per quattro gruppi di patologiecardiache, polmonari, otorinolaringoiatriche e dermatologiche – per valutazioni su pazienti trattati a domicilio o collegati da strutture private o pubbliche protette».

La rete si è poi estesa.

 «Sono stati coinvolti via via nel progetto anche i medici ospedalieri di queste quattro aree di patologie, ottenendo una risposta entusiasta – prosegue Pozzi -. Il rapporto di collaborazione con i medici ospedalieri è stato un passaggio fondamentale per ottenere refertazioni e consultazioni in merito alle condizioni dei pazienti seguiti. In questo modo non solo è migliorato il livello di assistenza ma sono stati ridotti anche la necessità di spostamento e il carico di lavoro, diminuendo gli accessi in ospedale».

Il progetto prosegue nel suo sviluppo.

«In ultimo, stiamo avviando campagne di prevenzione in merito ad alcune patologie croniche come il diabete seguendo un programma che include visite ambulatoriali per valutare lo stato della patologia e il suo andamento nel tempo, controllandone più efficacemente l’evoluzione senza aspettare che le condizioni dei pazienti si complichino in senso peggiorativo».

Perché nel territorio di Jesi e Vallesina la telemedicina ha visto questa progressione?

«Il progetto non ha gambe, il suo successo è dovuto al fatto di aver trovato su questo territorio un team motivato. Tra le varie figure che hanno contribuito spicca sicuramente quella del dottor Guglielmo Cherubini che, sin dall’inizio, si è impegnato non solo per sviluppare l’iniziativa ma anche per farla conoscere, avviando la collaborazione con i medici ospedalieri e sviluppando un programma per i pazienti con patologie croniche. E come non ringraziare poi anche Marialuisa Quaglieri, direttrice di Iom, che ci ha seguito in questo percorso sin dall’inizio: il contributo di Iom Jesi e Vallesina è stato essenziale per rendere possibile sul piano pratico lo sviluppo del progetto. Sono queste persone che hanno fatto la differenza e spero con loro di poter continuare, impiegando al meglio le risorse del Pnrr».

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