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JESI LA “PRIMAVERAC” DELL’AZIONE CATTOLICA CON LUCA ALICI, GIORGIO MANGANI E IL VATICANISTA RAI ENZO ROMEO

La sede dell’Ac in piazza della Repubblica

JESI, 27 marzo 2017 – La PrimaverAc, la rassegna promossa dall’Azione Cattolica, prende il via con Luca Alici, docente di Filosofia Politica all’Università di Perugia, domani, martedì 28 marzo alle 18.30 nella sede diocesana di Ac, in piazza della Repubblica, sul Rischio della Fiducia, per far fiorire o appassire la vita. L’iniziativa, aperta alla cittadinanza, si sofferma quest’anno sul tema “Piazze e campanili, ambienti millenari per nuove alleanze”, ha il patrocinio dell’Assemblea Legislativa delle Marche e il sostegno del settimanale diocesano Voce della Vallesina, della Fondazione Lavoroperlapersona di Offida e della Biblioteca La Fornace di Moie.

Giorgio Mangani, esperto di geografia culturale e di beni culturali, giovedì 30 marzo alle 18.30 sempre presso la sede diocesana di Ac, indicherà Il valore della cultura locale nella società globale. «Il luogo è oggi al centro di numerosi conflitti – spiega Mangani. –  La divisione geografica del lavoro che produce delocalizzazione produttiva crea instabilità economica. La perdita della coltivazione della memoria storica, tradizionalmente affidata al paesaggio e del patrimonio culturale, trasforma i luoghi in spazi anonimi e in “non luoghi”. Un nuovo centralismo politico, connesso alla crisi economica e al ritorno dei nazionalismi, a loro volta connessi con la “insovranità” degli stati (cioè la perdita di potere della politica rispetto alle dinamiche globali) riduce la discrezionalità locale proprio nel momento in cui essa è al centro di tensioni come la precarietà, la perdita dei servizi, le tensioni della multiculturalità. La cultura dello sviluppo locale cerca faticosamente risposte in un campo di tensione come il luogo mai tanto importante quanto oggi.»

Luca Alici

L’ultimo passaggio dell’edizione 2017 della PrimaverAC sarà affidato a Vincenzo Romeo, giornalista e scrittore di Rai Due, vaticanista, che venerdì 31 marzo alle 21.15 presso la Biblioteca La Fornace di Moie proverà a raccontare come seguire Papa Francesco lungo la strada della Chiesa in uscita, una Chiesa capace di dialogare con l’umanità di questo tempo e attenta alle sue fragilità. Un dialogo che Papa Francesco tratteggia nei suoi scritti secondo fasi precise: dare tempo sufficiente affinché i nostri interlocutori possano esprimere tutto quello che hanno bisogno di esprimere, avere ampiezza mentale per non rinchiudersi con ossessioni su poche idee e flessibilità per poter modificare o completare le proprie opinioni e infine, ovviamente, avere qualcosa da dire. Nel pomeriggio il giornalista Romeo incontrerà gli studenti del Liceo Scientifico di Jesi e guiderà una conversazione sul tema “Vivere è comunicare?“.

All’ombra dei campanili e intorno alle piazze si sono sviluppate e sono cresciute tutte le nostre città sia dal punto di vista urbanistico che da quello dell’organizzazione della polis e, di conseguenza, della costruzione della convivenza delle persone che la abitano; oggi sembrano essere diventati luoghi alternativi sempre meno capaci di individuare parole comuni e terre di mezzo da abitare insieme.

Luca Gramaccioni

E proprio perché sono coinvolti concetti come convivenza e bene comune, la proposta della PrimaverAC di quest’anno non poteva che partire parlando di fiducia. La fiducia è qualcosa di molto speciale che rimane sottotraccia quando presente, ma che rende decisamente visibile il momento in cui viene a mancare; è lo strumento con cui poter intrecciare il qui e ora, la concretezza del reale, con il “domani”, con una progettualità a lungo termine che altrimenti non avrebbe i presupposti nemmeno per essere pensata.

«Dieci anni fa, in occasione dei festeggiamenti per i 140 anni dalla sua nascita – dichiara il presidente dell’Azione Cattolica di Jesi Luca Gramaccioni – l’Azione Cattolica aveva sottoscritto un manifesto per il Paese dal titolo “I cattolici italiani tra piazze e campanili” per ribadire che la scelta religiosa dell’associazione è un impegno nella costruzione della polis. L’Ac nasce per spendersi a favore del bene comune, attraverso l’educazione alla responsabilità personale, all’impegno pubblico, al senso delle istituzioni, alla partecipazione, alla democrazia, partecipi delle attese e dei problemi della gente per camminare accanto a tutti e ciascuno. Tutto ciò oggi si può tradurre anche nella disponibilità a favorire alleanze per costruire quel tessuto generativo di cui non possiamo fare a meno se vogliamo tornare a pensare con un orizzonte più ampio rispetto alle sole situazioni contingenti.»

 

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