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Castelplanio

Caso Andreea Non videro alcun corpo, nuovo sopralluogo nel casolare

Il volontario della Protezione Civile e il Vigile del Fuoco ieri sono ritornati, alla presenza della pm Irene Bilotta e dei Carabinieri, dove il 16 marzo 2022 entrando tra quelle mura fatiscenti non notarono nulla di anomalo, e lo youtuber entrato anche lui due anni fa: «Il primo aprile io non l’ho visto»

Castelplanio – Nuovo sopralluogo ieri mattina al casolare di via Monte Adamo 26, dove il 20 gennaio scorso sono stati rinvenuti i resti di Andreea Rabciuc.

Nel casolare sono di nuovo entrati coloro che lo avevano fatto quattro giorni dopo la scomparsa di Andreea. Ma senza risultati.

Si attendono ancora le conferme del Dna per avere la certezza definitiva, ma pochi ormai sono i dubbi che quei resti siano proprio quel che rimane, purtroppo, della 27enne scomparsa due anni fa circa, la mattina del 12 marzo 2022.

Sul posto, con la pm Irene Bilotta, hanno preso parte a questo nuovo sopralluogo l’analista forense Luca Russo, che ha analizzato i cellulari sequestrati a Simone Gresti, i Carabinieri del Sis di Ancona, il medico legale Adriano Tagliabracci, lo psichiatra Marco Ricci Messori, i militari della Compagnia Carabinieri Jesi, con il comandante, Maggiore Elpidio Balsamo e i Vigili del Fuoco di Jesi.

Caso Andreea Rabciuc sopralluoghi

Arrivato a metà mattinata anche l’avvocato Emanuele Giuliani, legale di Simone Gresti, il fidanzato, unico indagato, sul quale gravano le accuse di omicidio volontario, istigazione al suicidio, sequestro di persona, spaccio di stupefacenti.

Si cercano nuovi indizi per ricostruire quello che ormai è divenuto il giallo della Vallesina ed erano presenti anche i due in ricerca, un volontario della Protezione Civile e un Vigile del Fuoco che, dopo la scomparsa di Andreea, il 16 marzo 2022, erano entrati nel casolare dove sono stati rinvenuti i resti umani durante una delle battute che proprio in quei giorni stavano muovendo i primi passi. Ma non avevano rilevato nulla di anomalo visto niente.

Ed erano lì, quella volta, in seguito alla richiesta di uno dei proprietari del casolare che aveva trovato una finestra rotta sul retro e aveva chiesto un loro intervento.

Stabilire se il corpo sia sempre stato lì, in qualsiasi modo, come sembra siano orientati gli inquirenti, e nessuno se ne sia accorto, o qualcuno lo abbia portato in un secondo momento, non è elemento da poco.

Tante le supposizioni che in questi giorni si rincorrono, Andreea ha raggiunto quel casolare da sola? Durante il tragitto mattutino di un chilometro dall’altro casolare, dove c’era la roulotte nella quale aveva trascorso la notte in compagnia del fidanzato e un’altra coppia, ha incontrato qualcuno che con lei è entrato in quel casolare dove poi ha trovato la morte? E come è morta? È stato un gesto volontario oppure no? La pashmina trovata su una trave, un messaggo, indurebbero a ritenere anche l’ipotesi del gesto estremo, pur se difficile da mettere in atto in spazi così angusti.

«Non credo che Andreea sia passata di qui, sulla strada – ci racconta la donna che abita vicino al casolare – i mie cani avrebbero abbaiato, come fanno sempre. Lei, per me, non è passata di qui».

Caso Andreea Rabciuc sopralluoghi

Le chiediamo se all’epoca abbia avvertito odori strani, ma anche in questo caso la risposta è negativa: «Non abbiamo sentito nessun odore che potesse riportare a un corpo in decomposizione».

Ma nel casolare fatiscente, i due non furono gli unici a entrare, il 1° aprile anche uno youtuber di Civitanova Marche – che ieri non c’era – aveva visitato il luogo del ritrovamento, filmando all’interno del casolare un video poi messo in rete e successivamente rimosso.

«È entrato rompendo per la seconda volta la finestra afferma il fratello dell’uomo che ha rinvenuto i resti -, la prima volta non so chi sia entrato, potrebbe essere stato chiunque, ma il 1° aprile è stato lui a romperla e solo dopo una settimana, più o meno, me ne sono accorto».

Raggiunto telefonicamente lo youtuber afferma: «Ero stato in quei luoghi entrando all’interno del casolare e sono entrato anche nella stanza dove sono stati rinvenuti i resti. Se questi sono stati ritrovati su quei cinque gradini di cemento armato che finiscono con l’ultimo alla base della piccola finestra che si vede tra la porta verde e la porta marrone sulla facciata del casolare, se erano lì, il 1° aprile non c’era nulla».

«A meno che il cadavere non fosse nel soppalco – continua – cosa che mi sembra abbastanza strana visto che era fatiscente: è un posto talmente sporco e angusto che mi resta anche difficile pensare come qualcuno possa andare lì di propria volontà».

«Sul soppalco non sono salito – afferma lo youtuber – si trova tra la piccola area della legnaia dove sono stati ritrovati i resti umani e il primo piano dove io sono salito, parliamo di una stanza di 10-12 metri quadrati».

Non è ancora chiaro se il soppalco abbia ceduto o no, «qualora fosse caduto in corrispondenza delle scale, allora i resti ritrovati lì potrebbero avere un senso, ma qualora non fosse crollato mi riesce difficile credere che ci fosse un cadavere il 1° aprile».

Tutto in un chilometro, dunque.

La distanza tra i due casolari, la soluzione del rompicapo si gioca tutta qui. Cosa è accaduto ad Andreea in quelle poche centinaia di metri? Nessuno l’ha più vista dopo che se n’era andata. Quindi, o qualcuno l’aspettava di lì a poco, o ha fatto un’altra strada (magari per campi, e non è passata davanti a quei cani, che avrebbero abbaiato).

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La Procura non esclude alcuna ipotesi, visti i capi di accusa, anche perchè l’unica certezza, per ora, e neanche quella, se vogliamo, suffragata indubitabilmente da prova certa, è che quei resti riconducano ad Andreea Rabciuc.

Un giallo con molti punti oscuri: dopo il sopralluogo di ieri al casolare gli inquirenti hanno raggiunto l’altro, da dove Andreea si era incamminata, secondo le testimonianze di chi aveva trascorso la notte insieme a lei. Si sono soffermati per alcuni minuti all’esterno per poi concludere.

Nel frattempo mamma Georgeta aveva fatto visita al casolare, ci ha detto la stessa donna che abita proprio vicino allo stesso, per portare fiori freschi e peluche.

Tra i fiori e quei peluche a forma di cuore c’è il cartello bianco che chiede giustizia per Andreea Rabciuc. Chiede la verità.

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