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Chiaravalle

CHIARAVALLE Il Covid si porta via Enrico Talevi titolare dell’Ortofrutta Chiaravallese

Al bar Gilda saranno più soli, l’ex presidente della Biagio Nazzaro aveva 81 anni ed era ricoverato al “Carlo Urbani” di Jesi

CHIARAVALLE, 16 marzo 2021 – Sembra di vederlo ancora seduto tra i tavoli dello storico bar Gilda, in via Cavour nel quartiere delle Capanne, il cuore pulsante della città.

Sembra ancora di vederlo giocare a carte sorridente e sereno, con gli amici di sempre, Enrico Talevi, portato via dal Covid lunedì pomeriggio, a 81 anni. Era ricoverato da una decina di giorni all’ospedale “Carlo Urbanidi Jesi e pochi giorni prima era stato dimesso dallo stesso ospedale dopo un primo ricovero più lungo.

Righetto”, come lo chiamavano in tanti, qualche problema cardiaco lo aveva avuto, soffriva un po’ di pressione alta e gli avevano liberato le coronarie con interventi risolutori. Però era ancora in forma, sempre presente sul posto di lavoro. Del resto, l’aveva creata lui l’Ortofrutticola Chiaravallese, la ditta che era diventata un punto di riferimento non solo a Chiaravalle ma in tutto il territorio: i clienti acquistavano frutta, verdura e tante altre leccornie nel negozio di via Sanzio ma i prodotti di Talevi, sempre di elevata qualità, si potevano trovare anche in numerosi negozi e supermercati della zona.

Enrico ha sempre lavorato di gran lena, affiancato dalla moglie Iolanda, dall’inseparabile figlio Maurizio, dalla nuora Barbara. Con l’umiltà e la modestia dei forti ha costruito un’azienda fiorente, lavorando tutto il giorno e 7 giorni su 7. L’ingrosso di frutta e verdura è cresciuto nel tempo e la famiglia Talevi ha aperto negozi a Jesi, a Falconara, a Castelferretti. In città ricordano il “Selvaggio”, come simpaticamente chiamavano Enrico Talevi da giovane, perché era un chiaravallese vero. Era stato anche presidente della Biagio Nazzaro negli anni Novanta, quando con l’amico Leonello Falaschi, titolare del Salumificio Vito, anch’egli morto meno di due anni fa, aveva salvato la società rossoblù da un mezzo fallimento. Talevi e Falaschi formavano un binomio indissolubile che diventava un trio inseparabile con un altro compianto chiaravallese, Gianfranco Bastianelli.

Con loro al timone, nel 1994 la Biagio conquistò una delle sue vittorie più prestigiose, vincendo al Riviera delle Palme contro la Sambenedettese, imbattuta in quel torneo.

«Per me era un secondo padre – dice Lara Falaschi – era buono e generoso e ricordo con simpatia quando il Selvaggio percorreva via De Amicis, correndo sopra i cofani delle auto parcheggiate».

Anche gli amici del bar Gilda lo piangono addolorati.

«Enrico era splendido e altruista, tutto casa e lavoro. Fino a qualche tempo fa, prima di questo maledetto Covid – dice Doriano Aquili – veniva un paio d’ore il pomeriggio prima di tornare al lavoro ed erano indimenticabili partite a scopone con Leonello, Ramorino, Filiberto Manzoni».

Se ne va un altro chiaravallese vero a cui non ha dato scampo il Covid e proprio a causa del virus non è stata ancora fissata la data del funerale.

Gianluca Fenucci

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