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CHIARAVALLE IMBRATTA I MURI DELLA CITTÀ PER GRIDARE IL SUO DOLORE, MA C’È CHI CHIEDE I DANNI

Per due giorni consecutivi ha lasciato la sua “firma” indelebile, con tanto di disegni quasi indecifrabili

 

CHIARAVALLE, 30 agosto 2018 – Zainetto in spalla, bomboletta di vernice rigorosamente verde sulle mani, treccine rasta, evidente stato di alterazione. Un giovane chiaravallese se ne è andato così a zonzo per strada per due giorni consecutivi ed ha lasciato la sua “firma” indelebile, con tanto di disegni quasi indecifrabili, sui muri di molte abitazioni e tanti edifici pubblici. Qualcuno – in pochi per la verità – lo ha descritto come una sorta di anima in pena desiderosa di esprimere al mondo il suo disagio sociale e vittima di una società distratta e cattiva. Per gli altri – la maggioranza – è solo un giovanotto con molta poca voglia di fare, in preda ai fumi dell’alcool o di qualche altra sostanza tutt’altro che consentita dalla legge.

Sta di fatto che per due giorni consecutivi il ragazzo, che a Chiaravalle è molto conosciuto sia dai cittadini che dalle forze dell’ordine ed ha un gemello, ha imbrattato decine e decine di muri con la sua bomboletta spray e ha fatto infuriare commercianti e cittadini.

In molti,  ieri (29 agosto) e oggi (30 agosto), hanno anche telefonato ai carabinieri per segnalare gli episodi e sono interventi direttamente i vigili urbani per ricondurre il giovane alla ragione.

«Lo abbiamo identificato – dice Piercarlo Tigano, comandante della polizia municipale di Chiaravalle – e lui ha ammesso di essere stato l’autore delle scritte sui muri. Abbiamo anche segnalato gli episodi ai genitori perché è chiaro che qualcuno dovrà rispondere a livello pecuniario dei danni arrecati ai beni privati e pubblici. Il giovane è conosciuto ed ha un passato difficile: in molti e più volte hanno cercato di aiutarlo ma si è sempre reso protagonista di episodi tutt’altro che edificanti e anche di alcuni fatti che gli sono costati denunce».

Si è pure sfiorata la rissa quando alcuni cittadini e commercianti hanno visto il giovane tirar fuori la sua bomboletta e cominciare a scrivere su diversi muri di corso Matteotti, piazza Mazzini, via della Repubblica e di altre vie del centro urbano, lo hanno apostrofato a voce alta e hanno anche cercato di rincorrerlo. Quando hanno visto che il trentenne sembrava in stato confusionale hanno chiamato vigili urbani e carabinieri mentre il ragazzo ha continuato imperterrito nella sua opera di writer illegale, disegnando murales all’apparenza senza senso.

Nonostante i cittadini lo abbiano identificato e apostrofato duramente, sui social c’è anche chi prova a difenderlo e a interpretarne lo stato d’animo. È il caso di Giuliano Brandoni, ex consigliere regionale di Rifondazione Comunista che ha visto il giovane disegnare qualcosa su un blocco di cemento che delimita il giardino della casa di riposo La Ginestra. «Gli ho chiesto cosa stesse disegnando – dice Brandoni – e lui mi risposto: un dolore! Quella risposta mi ha spiazzato, è il segno di un disagio giovanile diffuso e doloroso che spesso noi adulti sottovalutiamo».

In pochi condividono il pensiero di Giuliano Brandoni. Per la maggior parte dei cittadini «c’è una bella differenza tra murales e disegni splendidi di writers e gli insulsi scarabocchi di deficienti che danneggiano tutto e non rispettano le regole e gli altri».

Gianluca Fenucci

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