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CHIARAVALLE MANIFATTURA, IN FABBRICA “VOCI” INSISTENTI SU UN CONTRATTO CON L’IRAQ: LA CGIL (PER ORA) NON CONFERMA

CHIARAVALLE, 23 dicembre 2016 –  Volti distesi e qualche sorriso tra i lavoratori della manifattura tabacchi di Chiaravalle. Sembra proprio che per gli occupati dell’azienda che da 260 anni caratterizza la storia della città ci siano tutti i presupposti per vivere un Natale sereno e per guardare con speranza e fiducia al nuovo anno. Non ci sono conferme ufficiali da parte della proprietà e dell’amministratore unico Claudio Passaretti, che dall’inizio di novembre è alla guida della più antica fabbrica chiaravallese, ma tra gli operai si respira positività e si vive un clima abbastanza disteso. Bocche cucite ma sembra davvero che qualcosa di positivo sia proprio dietro l’angolo: voci fondate e fidate parlano di un nuovo contratto firmato con l’Iraq che dovrebbe garantire per 5 anni circa 100 milioni di euro con il conseguente mantenimento dei livelli occupazionali che potrebbero addirittura incrementarsi. Sembra che ci sia la possibilità di effettuare doppi turni di lavoro e forse anche un triplo turno: tutti segnali assai positivi che portano a pensare che davvero il futuro della manifattura tabacchi sia roseo e che per i lavoratori i periodi di crisi e di incertezza siano alle spalle. “Non posso confermare notizie di cui non sono a conoscenza – dice Giorgio Catacchio della Flai-Cgil – ma certamente so che l’amministratore unico crede fermamente nell’azienda e si sta adoperando per il suo rilancio sia a livello nazionale che internazionale”.

In effetti, fin dal primo giorno del suo insediamento, il nuovo amministratore unico, il campano Claudio Passaretti, cavaliere del lavoro, industriale molto conosciuto nel settore dei sistemi di allarme e di sicurezza con le sue aziende molto ben inserite nei mercati esteri, aveva dimostrato la ferma volontà di salvare la fabbrica che ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo economico e sociale di Chiaravalle e del territorio per oltre due secoli e mezzo. “Secondo l’amministratore unico – avevano detto allora Giorgio Catacchio, Claudio Sbarbati e Giuseppe Giorgetti, rispettivamente segretari regionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil  – non ci sono i presupposti per chiedere il fallimento concordato perché la manifattura, nonostante la crisi e l’emergenza, può farcela da sola a superare le difficoltà”. Passaretti, in quell’occasione, aveva anche ribadito che non erano in pericolo i livelli occupazionali ed i posti di lavoro ed aveva lanciato segnali positivi. Ottimismo che in questi giorni sembra concretizzarsi con i 65 lavoratori della manifattura tabacchi che non possono ancora cantare vittoria ma che possono trascorrere un Natale più sereno e guardare al 2017 con maggior fiducia.

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