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Elezioni Fabio Pasquinelli: «L’unico voto utile è quello ai comunisti»

Pasquinelli

Confronto con i candidati alla presidenza della Regione Marche, Fabio Pasquinelli ha risposto alle nostre domande

JESI, 18 settembre 2020 – In vista delle elezioni regionali che si svolgeranno il 20 – 21 settembre, abbiamo intervistato il candidato presidente della Lista Comunista Fabio Pasquinelli.

Come nasce la Lista Comunista e quali i suoi obiettivi?

La Lista Comunista nasce da un appello online per una candidatura d’alternativa alla Presidenza della Regione Marche sottoscritto da chi paga e sta pagando il prezzo di una crisi economica feroce accelerata dall’emergenza sanitaria.  Si tratta di operai, disoccupati, precari, operatori culturali, artigiani, piccoli imprenditori, liberi professionisti. Noi non vogliamo realizzare alleanze politiche tra classi dirigenti come fanno gli altri ma alleanze sociali. Oggi essere comunista significa stare dalla parte di quelli per cui la vita è fatica. Solo da li può nascere la voglia di ribellarsi contro un capitalismo finanziario, cieco e globale, che sfrutta una marea di lavoratori. Noi siamo  gli unici a stare dalla loro parte. Dalla parte dei giovani precari, di  dipendenti e liberi professionisti, di chi lavora dieci o dodici ore al giorno non riuscendo comunque ad arrivare alla fine del mese, degli agricoltori strangolati dalle aste al ribasso della grande distribuzione, degli artigiani che soffrono il sistema forzato della competizione internazionale, dei malati in lista d’attesa che hanno diritto a una sanità pubblica, non svenduta, come avviene anche nella nostra regione, agli interessi privati. Occorre unire le loro battaglie sotto lo storico simbolo del lavoro, la falce e il martello.

A sinistra è scesa in campo anche “Dipende da noi”. Come mai vi presentate divisi ? Quali le differenze?

Ormai la parola sinistra è usata troppo spesso senza un contenuto, come una scatola vuota.  Quella a cui lei si riferisce è una pseudo-sinistra cattolico-liberal-arcobaleno che ha tra i suoi promotori uomini  d’apparato, esponenti di partiti entrati nel governo Conte 2 con Pd e 5Stelle. In sostanza sono la stessa cosa di chi ha il potere nelle Marche e nel Paese ma dicono di essere il cambiamento. Loro ricalcano l’esistente, noi vogliamo iniziare tutta un’altra storia. Loro candidano un filosofo di Civitanova Marche che interpreta il mondo, noi stiamo con un altro filosofo, di Treviri, Marx, lui il mondo voleva cambiarlo e trasformarlo a vantaggio delle classi lavoratrici.  Ecco perché l’unica strada da seguire non sono le ciambelle di salvataggio per vecchie nomenclature in cerca di futuro ma le alleanze sociali con i soggetti produttivi reali: gli operai, gli studenti, i lavoratori autonomi, gli agricoltori, gli artigiani, i commercianti ed i piccoli imprenditori. È urgente, unire le lotte sociali, di settore, alla lotta politica generale, per resistere e invertire la rotta prima che sia troppo tardi.

Quali gli errori maggiori della precedente giunta Ceriscioli?

Durante le politiche della giunta Ceriscioli con le quali Mangialardi è in assoluta continuità, abbiamo assistito allo smantellamento della sanità pubblica e al finanziamento di quella privata; alla chiusura di reparti e ospedali; al fallimento della Banca delle Marche; alla chiusura di fabbriche e alla desertificazione industriale del territorio, con profitti milionari per i grandi imprenditori e disoccupazione per i lavoratori. Questi sono solo alcuni degli errori più gravi a cui si aggiunge l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini colpiti dal sisma. Il presidente Ceriscioli è scappato dalle sue responsabilità lasciando che quei luoghi distrutti fossero abbandonati e subissero le sterili passerelle dei troppi commissari del governo.

Fabio Pasquinelli

In caso di elezione in Consiglio, quali sono i primi  provvedimenti per cui vi batterete?

Se venissimo eletti in Consiglio saremmo l’unica opposizione reale al sistema unico dei privatizzatori della sanità pubblica che coinvolge destra e centrosinistra. Se ci sarà data l’opportunità di governare la Regione il nostro programma prevede alcune priorità. Oltre alla ripubblicizzazione di tutti i servizi fondamentali occorre prevedere subito ammortizzatori sociali legati alla riqualificazione ed al ricollocamento professionale. Al tempo stesso lo Stato e la Regione devono intervenire direttamente nei settori industriali strategici e mettere in campo un piano di lavori pubblici per la manutenzione straordinaria e il potenziamento delle infrastrutture, oltre alla messa in sicurezza idrogeologica del territorio. È necessario prevedere finanziamenti pubblici per l’agricoltura e ridurre la tassazione per le imprese artigiane (rimborso Irap) e per le partite Iva.

Molte persone sembrano sfiduciate, specie i più giovani. Come convincerli a partecipare al voto?

Non mi meraviglia che siano sfiduciati soprattutto i giovani. Da una parte sentono le sirene di una destra che ne sfrutta la rabbia a fini propagandistici, dall’altra gli si racconta la favoletta sciocca  del  “sogno europeo” per distrarli dall’incubo della precarietà e del lavoro sottopagato. Mangialardi da sindaco di Senigallia, ha addirittura previsto un bando per un direttore di museo giovane e qualificato che lavorasse gratis. Contro le illusioni che ci vogliono schiavi è arrivato il momento di ribellarci. Oggi l’Italia, nella classifica europea dell’eguaglianza economica, occupa la ventiseiesima posizione su ventotto. Nel nostro Paese il 40% della popolazione più ricca possiede l’85% della ricchezza complessiva, di questa percentuale il solo 20% detiene una quota di ricchezza superiore al 65%. Questo dato non dovrebbe stupire affatto. Infatti, nel nostro Paese, dal 1992, dopo la ratifica del Trattato di Maastricht e la delegittimazione dell’istituzione parlamentare, tutti i governi che si sono succeduti, a prescindere dalle contrapposizioni funzionali a mobilitare il consenso, hanno messo in discussione la Costituzione, privatizzato importanti settori dell’economia pubblica e strategica, liberalizzato i mercati dei servizi fondamentali, devastato il sistema di previdenza sociale e smantellato i diritti dei lavoratori, senza soluzione di continuità e senza distinzione di schieramento. Questo processo di passaggio di ricchezza da chi lavora a chi specula con grandi concentrazioni di potere economico nelle mani di pochissimi (si tratta di superproprietari con maggiore ricchezza di interi Stati mentre il 70% della popolazione mondiale in età lavorativa possiede appena il 2,7% della ricchezza mondiale) è andato di pari passo alla limitazione della sovranità popolare e alla rimozione di ogni possibile controllo del potere dei mercati sugli uomini. Riportare i comunisti al governo serve a dar forza ad un’alternativa reale, tra le molte alternative fasulle.

Nel “gioco” del voto utile, alcuni sostengono che il voto alla Lista Comunista sia in realtà un regalo alla destra. Come rispondete ?

Rispondiamo che destra e centrosinistra nelle Marche hanno la stessa visione del mondo.  Entrambe  hanno privatizzato la sanità pubblica, entrambe sono per la flessibilità e precarietà del mondo del lavoro, entrambe hanno tradito i lavoratori e la volontà degli elettori che al referendum de 2011 avevano votato per ripubblicizzare i servizi essenziali.  Ecco perché i comunisti sono l’unica alternativa concreta. E l’unico voto utile è quello dato ai comunisti. 

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