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FABRIANO L’ANALISI DI VINICIO ARTECONI: “SLOGAN E PROPAGANDA NON SERVONO ALLA CITTÀ”

FABRIANO, 14 novembre 2018 – Quasi 18 mesi di Amministrazione Santarelli. Quasi un anno e mezzo di governo pentastellato che ha cambiato le carte in tavola della politica fabrianese. Il consigliere di minoranza Arteconi (Associazione Fabriano Progressista) analizza il passato, e cerca di tracciare la futura strada politica.

Consigliere Arteconi, quasi due anni di amministrazione e Giunta Santarelli: coma ha lavorato e come hanno lavorato efficacemente le opposizioni? A “sinistra” c’è qualcosa da rimproverarsi?

Facciamo prima un passo indietro: ricordiamo il successo elettorale di noi progressisti con il 15% di voti raccolti. Una lista che ha rappresentato la vera novità delle scorse elezioni. C’è chi ha parlato di cartello elettorale, analisi miope e parziale. Avevamo proposto un progetto per la città, fondato sulle diverse anime della sinistra, sulle diverse sensibilità e sui movimenti riformatori. Abbiamo discusso democraticamente e con rispetto: da lì il programma, concorde ed articolato anche per analizzare le emergenze del territorio. C’è stato qualche “inciampo” sulle dinamiche del progetto soprattutto per quanto riguarda la strutturazione del progetto in associazione politico/culturale dopo le elezioni (Associazione Fabriano Progressista). Dissidi minoritari e pretestuosi. Un progetto ed un modello che se si affermasse in altri luoghi potrebbe essere la spinta e proficua riunificazione della sinistra. Istanze riformatrici autentiche, una molla per contrastare le politiche xenofobe, nazionalistiche e biecamente razziste.

La crescita di consenti del M5S? Come la valuta?

Il Movimento ha monetizzato per un verso il trend nazionale e per un secondo l’incapacità del PD locale di sviluppare una politica autonoma sul territorio, liberandosi dalle soggezioni sia antiche che recenti. Oggi, stiamo sperimentando in negativo le parole d’ordine del M5S: trasparenza, democrazia diretta e quant’altro. E soprattutto le loro presuntuose indicazioni pedagogiche “Vi insegniamo a governare”, che significano la gestione supina dell’esistente, senza una visione politica. Non dimentichiamo lo “spazzare via la vecchia casta”, il che ha significato in parole povere sposare in toto un progetto di Fabriano città UNESCO elaborato dalla stessa casta. Speriamo che ci risparmino almeno, dopo i bagni nella fontana, di un déjà vu con i militanti sotto il balcone ad applaudire patetici leader che affermano la portata storica dei loro “vorrei, ma non posso”.

Quindi come giudica il programma e la sua attuazione da parte dei pentastellati?

Sin da subito è sembrato un programma inadeguato, se non insufficiente, nell’affrontare le croniche criticità sociali della città. Economiche e sociali. Con gli slogan e con la propaganda non si può provvedere alle necessità fabrianesi. Non è possibile neanche con l’uso dei social network o le compiacenti condivisioni su facebook. E se poi in sede applicativa ci si affida al tutoraggio della dirigenza non si va lontano. Esempio è il salone internazionale dell’artigianato, “Remake”. Dov’era l’artigianato? Cosa c’era di internazionale in un evento organizzato con denaro della collettività con l’unico scopo di far propaganda pro – M5S. Alcuni degli incontri sono stati organizzati in maniera ipocrita, con la presenza di soli esponenti del Movimento. Le cronache locali non sempre rilevavano criticamente, ripeto criticamente, i problemi e le questioni di fondo che coinvolgono la comunità cittadina. Come fossero un limbo asettico. Ricerca dello scoop a tutti i costi? Disinteresse, sudditanza rispetto a chi comanda?

Prego? Anche lei con il “solito” dare la colpa ai giornali per tutto ciò che accade?

Non equivochiamo. Insieme al principio di uguaglianza sostanziale, la divisione dei poteri, pluralismo sindacale, politico e religioso, il rispetto delle minoranze  la libertà di espressione è cardine della nostra democrazia. Lo dice chiaramente l’articolo 21 della Costituzione e ne ho profondo rispetto. La stampa ha una influenza pervasiva, e citando Tzevetan Tododor grande pensatore europeo da poco scomparso, qualsiasi potere di un moderno stato, compreso quello della stampa deve essere consapevole dei propri limiti. Mi dispiace dirlo, ma spesso anche per quanto riguarda la cronaca politica si cerca alla notizia sensazionale. La ricerca di quanto possa “stuzzicare” i lettori fa talvolta aggio su di una narrazione ragionata delle vicende pubbliche. I cittadini vanno informati sulle dinamiche ed aggiornati per quanto riguarda le relazioni tra formazioni politiche. Non voglio rubare il mestiere a nessuno, e nemmeno generalizzare, ma qualcuno volutamente e con ostinazione tace sugli aspetti propositivi di A.F.P. , lasciando spazio solo al sensazionalismo. Una sorta di pedagogia circolare, che dovrebbe caratterizzare tutti gli attori della scena politica. Giornalisti compresi.

Prima parlava di “emergenze della città. Quali?

Nessuno le può negare: inarrestabile il declino industriale ed artigianale con alti tassi di disoccupazione, (Sono di pochi giorni fa i dati forniti dalla CNA hanno analizzato il periodo dal 2009 al 2017) sottocupazione ed inoccupazione delle donne e dei giovani. Non dimentichiamo il ridimensionamento dell’Ospedale a vantaggio della costa. Mi verrebbe da affermare che quasi sistematicamente si allungano le liste di attesa, con buona pace dell’articolo 32 della costituzione sul diritto alla salute. Ed abbiamo quadri operatori esperti e professionisti d’eccellenza. C’è la viabilità, con la città in un tunnel chiuso ed a rischio marginalità e quindi anche un turismo occasionale. Ci sono commercio e servizi che non godono buona salute ed il calo costante degli abitanti. Si percepisce fatalismo nella mentalità collettiva: per fortuna il sussulto d’orgoglio del Comitato “Indecente 76” che chiede la conclusione dei lavori.

Le urgenze?

Sin dalla prima seduta di consiglio comunale ho proposto specifiche commissioni su lavoro e sanità. Rispetto le quali la maggioranza si è chiusa a riccio. Solo di recente, con fatica, e con le altre minoranze, sono riuscito a far passare attraverso una mozione consiliare unitaria la richiesta di area di crisi complessa da inoltrare alla Regione. La questione “sociale” di Fabriano, perché di questo parliamo, non si risolverà con la bacchetta magica. Compito di tutti, anche di chi governa, assicurare forza politica e preparare il terreo per una assennata politica industriale. Per quanto riguarda la sanità ci stiamo battendo da tempo per l’ospedale. Le battaglie fatte come Associazione con la petizione che ha raccolto migliaia di firme, la manifestazione dello scorso maggio con il Comitato Sveglia Fabrianesi ed il comitato per la difesa dell’ospedale e tutti gli allarmi lanciati per tenere viva l’attenzione. Inoltre la collaborazione con gli altri gruppi di minoranza ci ha permesso di condizionare la maggioranza al punto da redigere una mozione comune e di convocare un consiglio aperto. Da quel civico consesso, con molti sindaci del territorio, anche una mia proposta: quella dell’area vasta per la sanità montana. La sanità si salda come questione a quella dell’occupazione e dei servizi senza dimenticare il contrasto allo spopolamento. Una zona montana può permettersi di negoziare a tutti i livelli e vedere da vicino anche alla vicina Umbria.

Solo sanità e lavoro?

No, perché vorrei ricordare l’Agricom: noi eravamo contrari alla dissoluzione dell’azienda agraria per motivi di interesse pubblico. Le nostre idee erano chiare: o una soluzione tramite costituzione di una “multiservizi” comunale o una specifica azienda “in house” rinnovata. Pensiero manifestato con una mozione e con una manifestazione insieme a tutte le altre minoranze. Maggioranza sorda, ed ora con la liquidazione di Agricom si rischia la svendita di un bene comune. La cultura: si produca il massimo sforzo per il pianeta carta, dato che la nostra città è nota in tutto il mondo. Si produca il massimo sforzo a livello politico e culturale: non si perda una storia straordinaria. Il museo della carta e della filigrana deve tornare ad essere un soggetto dinamico, la sua autorevolezza va rilanciata a livello scientifico anche attraverso studiosi locali di fama mondiale. Mi riservo proposte mirate nel futuro. Rivedere anche il sistema di offerta formativa: estendere con una adeguata promozione il livello post-secondario ed universitario della formazione.

I rapporti con le opposizioni?

Sono discreti, c’è rispetto reciproco e su alcune questioni si sviluppano azioni comuni. Ovviamente altre questioni rispecchiano la nostra diversità provenendo da storie e patrimoni di principi diversi. Ultima considerazione: i nuovi modi ci comunicazione sono importanti ma non credo ai social network. Come A.F.P. siamo convinti che sia prioritario dialogare con i cittadini e con tutte le anime della società civile. La politica ritrovi il contatto con il mondo. Questo per noi è il suo ruolo principale e di impegno verso la comunità.

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