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Cronaca

Falconara La protesta degli operai edili, minacciano di gettarsi dal terzo piano

Momenti di alta tensione ieri in un palazzo di via Flaminia, il gruppo di lavoratori egiziani sosteneva di non essere stato retribuito

Falconara – Una decina di operai di origine egiziana ieri pomeriggio hanno minacciato di gettarsi dal terzo piano del palazzo al civico 666 di via Flaminia a Villanova ma il pronto intervento dei Carabinieri della Tenenza di Falconara, guidati dal tenente Giuseppe Esposito, e le rassicurazioni dell’amministratore del condominio e dell’ingegnere coordinatore dei lavori, hanno scongiurato il pericolo e hanno fatto tornare tutti a più miti consigli.

Il torrido pomeriggio di ieri a Villanova ha rischiato di divenire drammatico intorno alle 15 quando il gruppo di operai edili egiziani è salito sui ponteggi e ha minacciato di gettarsi di sotto.

Lamentavano a gran voce i loro diritti e mostravano la loro rabbia perché sostenevano di non essere stati pagati per le mansioni e i lavori eseguiti in quelle che un tempo erano chiamate le case dei ferrovieri.

A guidarli c’era Mohamed, che aveva inscenato la clamorosa forma di protesta e aveva organizzato il gruppo. Ben presto i residenti del quartiere e anche gli stessi abitanti del condominio hanno allertato le forze dell’ordine e i soccorsi, sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco e i Carabinieri, oltre all’amministratore del condominio Daniele Lanari e all’ing. Pasquale Bisogni, coordinatore gestionale e operativo dell’azienda che si occupa della riqualificazione energetica e della ristrutturazione dell’immobile.

La protesta degli egiziani è stata clamorosa ma provvidenziale l’intervento del tenente dei carabinieri falconaresi Giuseppe Esposito e dei responsabili dei lavori che hanno evitato il peggio.

«Abbiamo ottemperato a tutte le nostre incombenze e ai doveri – ha detto l’amministratore Lanari – restano chiaramente aperte tutte le problematiche relative ai lavori malfatti e a una presunta truffa operata da parte degli egiziani nei confronti della società appaltatrice, per la quale sono in corso indagini. Gli operai hanno lavorato fino a qualche mese fa nel palazzo ma l’ispettorato del lavoro ha trovato irregolarità nella ditta che ha anche causato una serie di danni: i lavori sono stati fermi 4 mesi con ulteriori danni causati dalla mancata prosecuzione delle opere. Abbiamo dovuto sciogliere il contratto con gli egiziani ed appaltare così i lavori ad un’altra ditta specializzata».

«Ho cercato di rasserenare gli egiziani – dice l’ing. Bisogni – che però hanno avuto tutto ciò che dovevano. Siamo noi a sentirci in qualche modo raggirati anche se cercheremo fin da lunedì una transazione».

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