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Cronaca

Jesi Al Campo Boario con “Jesiriusa” come alle Fiere

Tantissima gente ha affollato gli spazi espositivi, un vero successo dell’iniziativa che è coincisa con l’opera di pulizia dei volontari del Centro culturale islamico Al Huda

jesi riusa

Jesi Campo Boario quanto mai animato ieri mattina e nel pomeriggio per Jesiriusa, il mercatino del riuso e del baratto che, tra l’altro, è coinciso con la pulizia volontaria dei luoghi messa in opera dal Centro culturale islamico Al Huda.

Circa 80 le bancarelle e gli spazi adibiti che hanno riempito il vialetto, la zona coperta sotto la tettoia e il campetto sportivo.

Quasi un’anteprima delle prossime Fiere di San Settimio.

Oggetti di ogni tipo, dai fumetti a quelli per la casa e la cucina, come piccoli elettrodomestici, teiere, tazzine, servizi di piatti, pentolame vario ma anche tanto vestiario di svariati generi e giochi. 

Tantissime le persone a caccia dell’affare e in effetti è stato possibile trovare merce di seconda mano, in ottime condizioni a bassissimo prezzo. Da regolamento non superiore, comunque, ai 200 euro per pezzo.

Come hanno spiegato molti dei commercianti improvvisati «è giusto dare una seconda vita a oggetti poco utilizzati perché è davvero un peccato gettarli nella spazzatura e in più si può poi comprare qualcosa di nuovo». 

Tra gli altri, presente anche il maestro Amleto Bosi con alcune sue opere su cartoncino. 

È la mentalità dell’economia circolare di cui sempre più spesso si sente parlare. In un tempo in cui molta gente sta attenta al portafoglio, niente di meglio che mettere in vendita merce che non si usa più e guadagnarci qualcosa (gli improvvisati venditori) e di converso comprarne di ottimamente tenuta per risparmiare più della metà di quanto si spenderebbe se acquistata nuova.

Così Silvia, madre di una ragazzina di undici anni racconta: «La mia bancarella è piena di vestitini che mia figlia non mette più perché è cresciuta e anche di giochi (puzzle, bambole, materiale scolastico come astucci e zainetti), ora li vendiamo e il ricavato andrà a lei così per fare un gruzzoletto da avere a disposizione per i nuovi acquisti. Non è tempo di sperperare e vorrei far passare a mia figlia questo messaggio». 

C’è invece chi, a malincuore, si trova a dover liberare casa dalle collezioni di un fratello scomparso da un anno. È la storia di Andrea che racconta.

«Un anno fa mio fratello purtroppo è venuto a mancare e ha lasciato casa piena di fumetti da collezione, anche perché avevamo un’edicola. Io e mia sorella abbiamo tentato di tenere alcune cose ma per motivi di spazio non possiamo tenere tutto, tanto più che lui aveva intere collezioni di ogni genere di fumetto. Il ricavato della vendita di oggi, e non è la prima volta che vengo a questo tipo di iniziative, andrà a nostra madre che deciderà cosa farne». 

Ma c’è anche chi approfitta dell’occasione di questa domenica per stare un po’ insieme, come tanti nonni e nipoti che si trovano per vendere borse e cappelli molto probabilmente frutto di una precedente attività. 

La pulizia dei volontari di Al Huda

In gilet arancione erano presenti una quindicina di ragazzi del centro culturale islamico Al Huda di Jesi che proprio per ieri hanno organizzato la pulizia di giardini e strade armati di guanti e sacchetti ma soprattutto di tanta buona volontà e voglia di fare qualcosa per la città che li ha accolti. 

Non è nuovo il Centro a questo genere di iniziative. In passato, infatti, ha collaborato alla raccolta dei rifiuti con Legambiente e Jesi Clean sempre nelle zone di Portavalle, Orti Pace, Campo Boario e vie collegate, ma anche presso l’ospedale “Carlo Urbani”.  

Il raccolto, ci spiega il presidente del centro El Miloudi El Anouar «è composto in maggior numero da bottiglie di vetro, plastica e lattine, poi mozziconi di sigarette, involucri di carta o plastica. Tutto materiale che abbiamo raccolto e che andremo a gettare in discarica. In tanti ci hanno ringraziato, un bel momento di condivisione». 

Quindi una Jesi solidale, accogliente, attenta all’ambiente e a riutilizzare materiali per una seconda mano. Insomma, una città coscienziosa, sostenibile e responsabile quella vista ieri.

Sicuramente un’esperienza bella da vedere e da ripetere, strutturandola su spazi anche più ampi.

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