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Cronaca

La polemica Renato Curcio a Jesi: «Ora è un uomo libero»

Giovanni Ricci, figlio di Domenico, trucidato in via Fani daIle Br: «Purchè non si cada nell’apologia di quel periodo degli anni ’70», il vicesindaco Samuele Animali: «Ha scontato la sua pena, leggerò il libro che presenterà», Davide Zannotti organizzatore della serata all’Hemingway Cafè: «È solo una rassegna letteraria»

JesiRenato Curcio in città e polemiche. Con lui si concluderanno gli appuntamenti letterari che hanno accompagnato la stagione estiva all‘Hemingway Café in Piazza delle Monachette, la sua presenza a Jesi ha già scatenato il dibattito cittadino.

Ospite dell’ultima serata, fissata per mercoledì 20 settembre, sarà l’ormai 80enne ex brigatista rosso, che in veste di autore presenterà il libro dal titolo “Il capitalismo cibernetico”.

Una presenza non gradita, l’hanno definita varie parti del mondo politico cittadino, in particolare i gruppi d’opposizione che sui social e non solo hanno chiamato in causa l’Amministrazione comunale perché prenda una posizione sulla vicenda.

Angela Console

In particolare la Lega si è detta sbigottita per questa presenza in città «proprio qualche giorno dopo che a Staffolo è stata celebrata la “Giornata della memoria della Regione Marche per le vittime del terrorismo, delle stragi e del dovere”».

«Staffolo, paese natale dell’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, autista della scorta di Aldo Moro, morto proprio per mano di quel nucleo armato di cui Curcio è stato il fondatore e da cui non si è mai completamente dissociato», ha ricordato Angela Console Segretaria della Lega.

A intervenire sulla situazione anche il consigliere FdI Antonio Grassetti che ha evidenziato soprattutto la diversità di trattamento riservata ad altri personaggi scomodi passati per Jesi.

Antonio Grassetti

«In fondo – Renato Curcio – altro non fa se non esprimere le sue idee, un po’ come ci si aspettava da Luca Traini (che a Macerata sparò a gente di colore) che non è stato autorizzato dalle istituzioni e per questo non è venuto, e un po’ come è avvenuto per Mario Adinolfi (che invece delinquente non è), investito da una folla rumorosa ed aggressiva di “comunistelli de casa nostra”, scandalizzati per le idee che non condividono».

Samuele Animali

«Sull’aggressività della folla di manifestanti che ha contestato Adinolfi ci sarebbe da fare qualche considerazione in più – è intervenuto il vice sindaco Samuele Animali – e comunque Adinolfi ha potuto tenere il suo incontro liberamente, quanto a Traini la situazione è ben diversa, si parla di un detenuto che sta ancora scontando la sua pena e che per motivi di sicurezza le Forze dell’ordine hanno deciso di non far partecipare all’iniziativa», il Poetri Slam, sempre in Piazza delle Monachette.

«In questo caso, invece, parliamo di un uomo che ha scontato la sua pena ed è un cittadino libero, che non viene a fare propaganda per le Brigate Rosse ma verrà a parlare di capitalismo cibernetico, un libro che leggerò».

L’assessore Luca Brecciaroli

Laconico, invece, l’assessore alla memoria Luca Brecciaroli: «È una iniziativa privata che invita uno scrittore come tanti altri».

Anche il titolare dell’Hemingway Cafè, nonché organizzatore della serata, Davide Zannotti, è intervenuto sulla questione invitando a superare le polemiche per tornare sul focus della serata, la rassegna letteraria.

«I temi della rassegna letteraria di quest’anno denominata “Investigation” erano chiari, e abbiamo invitato anche altri scrittori contro corrente che spesso non trovano spazio nella stampa nazionale. Detto ciò, una persona che sconta una lunga pena carceraria quando esce dovrebbe essere considerata libera, altrimenti decadrebbe il senso stesso della condanna».

Davide Zannotti

«Capisco che possa aprire dibattiti politici ma si sta parlando di una rassegna letteraria, e quindi vorrei parlare del libro e dei suoi temi legati alla tecnologia e al suo utilizzo sempre più pressante. L’incontro di mercoledì 20 settembre alle 21 sarà incentrato esclusivamente su questi temi».

Ad esprimere il suo parere sulla presenza di Curcio in città è anche Giovanni Ricci, figlio dell’appuntato dei Carabinieri Domenico Ricci, una delle vittime della scorta di Aldo Moro, trucidata dalle Br nel rapimento dello statista in via Fani, a Roma, il 16 marzo del 1978.

«Tutti hanno la libertà di parlare ed esprimere le loro opinioni, e Renato Curcio oggi è un cittadino libero che ha scontato la sua pena e si è reinserito nella società, come è giusto che sia, e di questo ho assoluto rispetto».

Giovanni Ricci

«Certo, avrei voluto essere invitato anch’io all’iniziativa per avere un confronto con lui o quantomeno ascoltare quello che avrà da dire sul capitalismo cibernetico perché è giusto proporre il proprio pensiero, purché non si cada nell’apologia di un periodo che fu, cioé quello degli anni ’70, in cui la lotta al capitalismo è sfociata in lotta armata».

«Ecco, se ci fosse quel rischio, qualche domanda a Curcio la farei volentieri. Sappiamo quanto le parole dei maestri possano influenzare i giovani nella presa di posizioni ideologiche e se a parlare ci sono dei cattivi maestri, c’è il rischio che si costruiscano un’idea sbagliata su questioni sociali e politiche importanti, un rischio che va evitato per non ricadere nelle dinamiche di un tempo. Io purtroppo quella sera non sarò a Jesi, perché sono stato invitato a Roma da Giorgio Balzoni, che presenterà il suo libro su Aldo Moro».

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